Genova – EUGENIO CARMI – “Speed Limit 40”

| 13 maggio 2015
Carmi 1

Venerdì 27 febbraio, nel corso della cerimonia inaugurale della mostra “Speed Limit 40” a Palazzo Ducale, il Sindaco di Genova, Marco Doria, ha conferito a Eugenio Carmi (17 Febbraio 1920) la Medaglia Città di Genova, a riconoscimento della sua poliedrica attività artistica, del permanente legame con le radici genovesi, particolarmente con la storia e la cultura industriale della Città, porgendogli ance gli auguri dieci giorni dopo il suo 95° compleanno, da poco avvenuto. Eugenio Carmi, artista nato a Genova nel 1920, inizia qui a dipingere a 15 anni. Dal 1938, l’artista è in Svizzera, prima a Zug dove termina gli studi classici in un collegio italiano e poi a Zurigo, dove rimane fino alla fine del conflitto mondiale e dove si laurea in chimica al Politecnico Federale. A Zurigo, città cosmopolita, entra in contatto con fermenti culturali e artistici, e qui inizia ad amare l’opera dei maestri dell’astrattismo del ‘900. Carmi, “Il Fabbricante di immagini” come lui stesso ama definirsi, è considerato ancora oggi come uno degli innovatori del linguaggio grafico degli anni cinquanta e sessanta, anni in cui lavora anche come responsabile dell’immagine per l’industria siderurgica Cornigliano-Italsider (1956-1965).      La mostra, curata da Nicoletta Pallini, raccoglie più di cento opere di tutti i suoi periodi, dalla fine degli anni ‘40 al 2013: dipinti su tela, su tavola e su carta, fra “latte litografate”, video, fotografie e documenti che ci fanno conoscere meglio il suo universo creativo, poetico e immaginifico. Questa ampia rassegna offre un’importante occasione per approfondire la sua singolare vicenda artistica a cominciare da alcune opere giovanili della fine degli anni ‘40, ancora figurative, per arrivare ai collages informali degli anni ‘60, poi all’invenzione delle latte litografate e dei suoi cartelli antiinfortunistici, fino a un ritorno alla pittura vera e propria negli anni ‘70 scandita dalla scoperta di una “geometria lirica” fatta di figure euclidee, di piani colorati che si intersecano e si inseguono in equilibri inattesi e mai scontati.          “Le opere nascono per un mistero della mente” ha affermato l’artista. Il percorso espositivo, che si snoda lungo la Loggia degli Abati, inizia con alcune opere dei suoi anni giovanili, due vedute di Genova, dipinti della fine degli anni Quaranta e dei primi Cinquanta, dove si avverte l’influenza del suo maestro Felice Casorati, il suo autoritratto e quello dell’artista Kiky Vices Vici, sua moglie, sposata nel 1950. I coniugi Carmi nel ‘56 si trasferiscono, con la prima figlia Francesca, nell’incantevole borgo genovese di Boccadasse, dove nascono Antonia, Stefano e Valentina e dove apre il suo primo studio di pittura, mentre contemporaneamente lavora come grafico pubblicitario e diventa membro dell’Alliance Graphique Internationale (1954). Dagli anni ‘50 agli anni ‘60 Eugenio Carmi ha vissuto un intenso momento di sperimentazioni: ha lavorato sulla tela, sulla carta ma anche con smalti su acciaio, ha disegnato stoffe e si è misurato molto con la grafica. In questo periodo il ferro e l’acciaio sono materiali che Carmi incontra tutti i giorni e che diventano per lui un forte stimolo creativo. Nella sua prima mostra personale – presentata da Gillo Dorfles (altro “grande vecchio” tutt’ora vispo e in attività a 105 anni) nel 1958 alla Galleria Numero di Firenze – protagonisti sono proprio gli smalti su acciaio e dal 1960 realizza diverse opere in ferro e acciaio saldati e le latte litografate. In ferro e acciaio è l’opera che nel 1962 presenta a Spoleto alla mostra “Sculture nella città”, organizzata da Giovanni Carandente nell’ambito del V Festival dei Due Mondi. In questo periodo coinvolge nelle sue iniziative amici artisti e intellettuali (Victor Vasarely, Umberto Eco, Max Bill, Konrad Wachsmann, Furio Colombo, Ugo Mulas, Kurt Blum, Emanuele Luzzati, Flavio Costantini) non soltanto all’interno della politica culturale dell’Italsider, ma anche nell’attività culturale della Galleria del Deposito, che Carmi fonda proprio a Boccadasse nel 1963. Questa istituzione, con i multipli, intende proporre un’arte seriale accessibile a un pubblico più vasto e si pone all’interno delle discussioni internazionali sull’Arte Moltiplicata, rappresentandone uno degli esempi più importanti. L’amicizia e la stima reciproca che lo lega ad Umberto Eco ha in questo periodo due frutti molto importanti: le favole per bambini e “Stripsody”. Per la casa editrice Bompiani escono tre favole di Eco illustrate da Carmi e poi rieditate nel 1988 con nuove illustrazioni di e una favola in più. “Stripsody” è un progetto musicale sulle sonorità del fumetto, ideato e poi interpretato dalla geniale cantante Cathy Berberian, con testi di Eco ed illustrazioni di Carmi. E’ sempre affascinato dalle nuove possibilità tecnologiche, tra gli anni 60 e 70, è autore di opere sperimentali di arte cinetica e audiovisiva e realizza anche quelli che chiamerà segnali immaginari elettrici che saranno anche al centro di un’installazione provocatoria nelle strade della città di Caorle. È in questa fase che nel 1966 è alla XXXIII edizione della Biennale di Venezia con l’opera elettronica SPCE (struttura policiclica a controllo elettronico), che gli vale anche l’invito da parte di Pierre Restany a partecipare con opere elettroniche alla mostra SuperLund in Svezia. Nel 1971 si trasferisce con la famiglia a Milano, dove stabilisce il suo studio. In questi anni approfondisce il linguaggio geometrico, già aperto con alcune esperienze precedenti sostituendolo a quello informale. Nel 1979 realizza una rivista – che rimarrà numero unico – dal nome Res Publica, per la quale ottiene i contributi di intellettuali e artisti, tra i quali Umberto Eco, Antonio Porta, Gillo Dorfles, Richard Paul Lohse, Arnaldo Pomodoro, intorno al tema della civiltà dell’immagine. Dagli anni ’80 tra le sue tele compare la juta che anticipa il successivo ritorno alla dimensione materica. L’evoluzione della sua arte, definitivamente approdata al linguaggio della geometria è in continua e graduale evoluzione. Sempre attraverso l’astrattismo geometrico, le sue forme si avvicinano sempre più al rapporto con la spiritualità. Nel 2001 viene nominato Accademico di San Luca. Nel 2011 è presente, per la seconda volta, alla Biennale di Venezia. Da sue opere originali sono state realizzate acquetinte e serigrafie, spesso commissionate da istituzioni pubbliche e private. Pochi anni fa una vera rivelazione per Carmi è la riscoperta della sezione aurea e come dice nella bella conversazione, introduzione al catalogo della mostra (Skira Editore) con Nicoletta Pallini: “Il mio interesse a realizzare opere sulla sezione aurea nasce pochi anni fa, mano a mano che aumenta il mio interesse per le regole della natura e che aumentano le mie letture scientifiche sulla presenza nella natura di regole molto precise e funzionali.  Già i greci avevano conoscenza del rapporto 1,6…che esiste nella sezione aurea e un esempio dei più famosi è il Partenone”. E da allora ad oggi la sua ricerca prosegue in tal senso sul mistero della natura, della forma e dell’universo. Convinto che compito dell’arte è vedere e creare bellezza, in proposito scrive articoli e interviene in convegni e lezioni universitarie. Sue opere fanno parte della collezione permanente di importanti istituzioni museali come il Zentrum für Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe, Collezione della Camera dei Deputati di Roma, Ministero degli Esteri. Collezione d’arte contemporanea della Farnesina di Roma, MART di Rovereto, MAR. Museo d’arte della città di Ravenna di Ravenna, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Museo della Fondazione Mastroianni di Arpino. Si sono interessati e hanno scritto di lui scrittori e critici: citiamo, tra altri: Umberto Eco e Duncan Macmillan, “Carmi”, Milano, L’Agrifoglio, 1996; Luciano Caramel e Umberto Eco, “Eugenio Carmi”, Milano, Electa, 2000; Martina Corgnati, “Eugenio Carmi. Tre miliardi di zeri”, Milano, Charta, 2006. La mostra è patrocinata, fra gli altri, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Per chi volesse approfondire la sua figura e il suo percorso artistico, fino al 27 Giugno 2015 può visitare la mostra “Dalla carta al metallo, personale del pittore genovese Eugenio Carmi”, con opere del 1956-1962 presso la Galleria Martini&Ronchetti in Via Roma 9: www.martini-ronchetti.com .

Palazzo Ducale, Loggia degli Abati; fino al 17 Maggio 2015 Orari: da martedì a venerdì 15-19, sabato e domenica 10-19, lunedì chiuso; Ingresso gratuito Info e prenotazioni: Tel. 010 8171663; www.palazzoducale.genova.it

Fabio Giuliani

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