Gardone Riviera, I Giardini del Benaco: VII^ Rassegna internazionale del Paesaggio e del Giardino “ARCHITETTURA COME PAESAGGIO”

| 21 settembre 2016
c44b5ae1-a230-4dd2-9e2f-4d1392f274ea

Tre esempi di interventi dedicati all’abitare minimo, esperienze, mostra e dialoghi tra professionisti nei diversi ambiti. A cura di Paolo Mestriner.

La “Rassegna Internazionale del Paesaggio e del Giardino” ne “I Giardini del Benaco”, giunta alla settima edizione, si svolgerà nella giornata del 4 ottobre all’interno del suggestivo scenario di Villa Alba a Gardone Riviera, un esempio di architettura Neoclassica edificata tra il 1901 e il 1910 il cui nome originale “Villa Ruhland”, significa “pace nel paesaggio”. Il tema scelto, “Architettura come Paesaggio”, desidera indagare il rapporto che si instaura tra le due discipline attraverso la sfera dei micro interventi come cura e tutela dei territori, in un’indagine che, partendo dal rapporto storico dell’uomo con la terra, mira a recuperare l’urgente necessità di una sostenibilità antropologica, intesa come risultato armonico tra luogo, uomo e cultura. Seguendo questa traccia sono stati invitati ad esporre la loro visione esponenti della cultura paesaggistico-architettonica italiana ed europea con formazioni differenti, allo scopo di illustrare, attraverso il loro lavoro progettuale e di ricerca, le molteplici sfaccettature che ruotano attorno al tema. Si desidera in questo modo produrre un confronto tra gli ambiti disciplinari che concorrono a formare la cultura paesaggistica, portando le riflessioni su di un piano che contempla la cura, e quindi l’azione concreta degli individui sul territorio, come strumento necessario per un rinnovato ripensamento del paesaggio contemporaneo, sia esso urbano o territoriale. Guardando alla storia il rapporto tra l’uomo e il proprio territorio ha fondato le sue radici sul reciproco scambio. Se da un lato ci si serviva dell’ambiente come risorsa per il proprio sostentamento, dall’altro – proprio per questo motivo e cioè per l’importanza che il luogo assumeva – ci si prendeva cura di quel sistema ecologico, che significava principalmente agire in quel luogo, lavorare, presidiare, dando valore, trasformando tutto questo in una mutua reciprocità. Manifestazioni tangibili di questa “regola” non erano solamente i manufatti, ma anche e soprattutto la conservazione, la manutenzione e l’organizzazione dell’area di pertinenza. L’architettura seguiva questa strada, non vi era costruzione che non nascesse dalle peculiarità materiche e dalle tradizioni costruttive del luogo.
I micro interventi sono intesi quindi come abitare leggero sulla terra, che pesca nella produzione agro-alimentare il paradigma per la difesa e la tutela dei territori, dove gli abitanti si prendono cura del sistema ambientale che presidiano. Un operare che non riguarda solamente le coltivazioni e i giardini, ma anche le micro-costruzioni rurali come risposta naturale ai fabbisogni immediati dell’uomo, un modo di agire che ha segnato per secoli il rapporto uomo-natura e che troviamo frequentemente nei paesaggi che attraversiamo. Una casistica diffusa dove gli esempi sono essenzialmente legati ad un ambito geografico specifico, si pensi ad esempio alla trasversalità che unisce le architetture delle Alpi o del Mediterraneo.
Nella giornata studio l’avvicendarsi di esperienze diverse, testimonianze di una visione plurima dell’intendere il paesaggio, permette di esplorare il mondo dei micro-interventi e delle microazioni da differenti punti di vista e allo stesso tempo consente di fare il punto su cosa significhi agire dal basso dalla prospettiva del progettista. In questa direzione si muove la mostra “ABITARE MINIMO – una ricerca sull’essenzialità dell’abitare” inaugurata lo stesso giorno, che illustrerà alcuni esempi di micro-architetture contemporanee.
In un periodo di crisi, disciplinare ed economico-sociale, come quello che stiamo attraversando vale la pena interrogarsi su sistemi diversi da quelli a cui siamo stati abituati, sforzandoci di attuare un atteggiamento che non si limita a soddisfare una funzionalità, ma che interagisce con il luogo. Un modo di porsi che non occupa, ma si occupa di un territorio e dello spazio che viviamo ogni giorno.

I NOMI IN RASSEGNA
Paolo Mestriner ha radunato una serie di autorevoli ed affermati professionisti internazionali che vantano concrete esperienze attuative negli ambiti riferiti alle tematiche trattate durante VII^ edizione della Rassegna Internazionale del Paesaggio e del Giardino. Dopo l’apertura a cura di un  Rappresentante di Slow Food sul palco di Villa Alba a Gardone si alterneranno infatti Marcello Di Paola, filosofo, insegnante presso la LUISS di Roma, Sara Marini, architetto e professore associato Università IUAV di Venezia, Anouk Vogel, paesaggista di Amsterdam, Sami Rintala, architetto co-titolare dello studio Rintala&Eggertsson di Oslo Bodø, il collettivo “breathe.earth”  da Graz, Massimiliano Spadoni, docente a contratto del Politecnico di Milano, Francesco Bernabei, sviluppatore sociale e Pietro Giorgio Zendrini, architetto docente LABA di Brescia e Marco Cillis, architetto paesaggista e docente a contratto Università di Parma, Stefania Naretto, agronoma paesaggista co-titolare Studio Linee Verdi di Torino, Cesarina Siddi, architetto paesaggista professore associato all’Università di Cagliari ed Ettore Favini, artista.

Tags: , , , , , , , ,

Commenti

×