Firenze – PONTORMO E ROSSO FIORENTINO – Divergenti vie della “Maniera”

| 27 giugno 2014
Pontormo-Rosso Fiorentino 4

Una doppia grande “riscoperta” di due percorsi

Correva l’anno 1956 allorchè nelle sale del famoso museo di Palazzo Strozzi veniva allestita la “Mostra del Pontormo e del primo manierismo fiorentino”. Si trattava della prima importante rassegna dedicata al protagonista di un movimento che aveva da poco avuto una piena rivalutazione critica. Quasi sessant’anni dopo, sempre la stessa istituzione ripropone un nuovo evento espositivo dedicato al Pontormo, ma questa volta legato all’altro principale protagonista di quel movimento, Rosso Fiorentino; due importanti artisti toscani che operarono a Firenze intorno alla metà del Cinquecento, in pieno Rinascimento.      Jacopo Carucci, conosciuto come Jacopo da Pontormo, o più in sintesi il “Pontormo”,  è senza dubbio il prototipo dell’artista malinconico e solitario. Le cronache dell’epoca lo ricordano come irrequieto, ne mettono in luce la maniacale ricerca della perfezione e la costante insoddisfazioni.  Nelle sue “Vite…” l’artista e critico Giorgio Vasari scrisse di lui: “Si travagliava il cervello che era una compassione, guastando e rifacendo oggi quello che aveva fatto ieri”. Mentre a proposito di Giovan Battista di Jacopo, detto “Rosso Fiorentino”, sempre il Vasari lo descriveva come un uomo di brillante conversazione, gli riconosceva “buoni termini di filosofia” (con una preparazione culturale fuori dal comune, di cui furono prova l’amicizia con i letterati e, in particolare con Pietro Aretino) ed affermava che sapeva suonare il liuto e “con pochi maestri volle stare all’arte, avendo egli una certa sua opinione contraria alle maniere di quegli.”                                                                                      Per l’attuale mostra fiorentina i curatori Antonio Natali (Direttore della Galleria degli Uffizi) e Carlo Falciani (docente di storia dell’arte) ci propongono una lettura nuova dei due pittori, entrambi  nati nel 1494, ma caratterialmente e ideologicamente diversi.  Cresciuti nella Firenze del primo Cinquecento, si distinsero per originalità, anticonformismo e spregiudicatezza,  aprendo nuovi orizzonti alla pittura europea.  Generalmente associati, furono allievi di Andrea del Sarto e Frà Bartolomeo, e insieme a Domenico di Pace, detto Beccafumi (dal nome di Lorenzo Beccafumi suo mecenate) costituiscono la triade di artisti che rappresenta per antonomasia  la categoria formale del “manierismo” e, in particolare, la sua nascita in Toscana. Questi artisti si allontanano dagli schemi classici e si orientano verso una pittura detta appunto di “maniera moderna” che sviluppano poi in modo autonomo e differente. Pontormo e Rosso Fiorentino  lavorarono insieme ancora molto giovani, negli affreschi realizzati nel Chiostrino dei voti alla Santissima Annunziata, ma dopo questa comune esperienza le loro strade divergono e questo porterà Pontormo a realizzare gli affreschi per la villa medicea di Poggio a Caiano, mentre  Rosso si allontanerà da Firenze per andare prima a Piombino, poi a Napoli e a Volterra (dove realizzerà la splendida “Deposizione”), quindi a Roma, Sansepolcro, Città di Castello, quindi alla corte francese dove tratterà di  temi non religiosi con toni drammatici. Pontormo si legherà all’ ambiente gravitante alla casata dei Medici che dopo la parentesi Repubblicana riprenderà possesso di Firenze, guarderà alla pittura tedesca e in particolare a Durer; Rosso, preferito dagli aristocratici repubblicani legati all’eredità del Savonarola, ammiratore delle forme michelangiolesche. Con loro il classicismo cede le armi a questa nuova “maniera”: nel Pontormo con l’attenzione al dato di natura e l’esaltazione dei colori, in Rosso con una pittura poderosa memore dei suoi predecessori quattrocenteschi (Masaccio). La mostra è suddivisa in dieci sezioni tematiche e cronologiche, che propongono due percorsi monografici paralleli e mette a fuoco similitudini e differenze tra i due pittori: 80 opere, circa 50 dipinti tra tavole, tele ed affreschi staccati dei due protagonisti, un insieme che rappresenta il 70% della loro produzione a cui si aggiungono disegni, arazzi e incisioni e le tavole dei loro maestri Andrea del Sarto e Frà Bartolomeo. Prestigiosi prestiti arrivano dalla Galleria Palatina, dagli Uffizi, dal Museo di Capodimonte, dalla National Gallery di Londra, dalla National Gallery di Washington, dal Louvre e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna. Un’occasione unica, e pressocchè irripetibile, per vedere tanti assoluti capolavori riuniti insieme in una stessa mostra, molti dei quali sono stati restaurati proprio per l’evento. Mandragora Edizioni ha pubblicato un esaustivo catalogo con le riproduzioni di tutte le opere esposte e numerosi contributi critici. Durante la mostra, Palazzo Strozzi ospita “The Greeting”, capolavoro del maestro di arte contemporanea Bill Vioka, in diretto contatto con l’opera che lo ha ispirato: la “Visitazione” del Pontormo, una video-installazione presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1995, una introduzione del tempo nell’arte visiva in cui i personaggi si animano portando lo spettatore nei dettagli dei gesti e nell’espressività mimica dei personaggi.

Palazzo Strozzi – Piazza Strozzi, Firenze; Fino al 20 Luglio 2014; orari: tutti i giorni 9-20; giovedì 9-23 (la biglietteria chiude un’ora prima)                             Prenotazioni: da lunedì a venerdì 9-13 e 14-18; Tel. +39 055 2469600; www.palazzostrozzi.org

Fabio Giuliani

Commenti

Salvato in: MOSTRE, Pittura
×