FILM E INCASSI: SOGNI E PAURE

| 1 febbraio 2002
Harry-Potter-and-the-Philosophers-Stone-2001

Febbraio 2002

Harry Potter si afferma come il campione d’incassi del Natale 2001, confermando le più rosee previsioni di produttori, distributori ed esercenti. Il piccolo mago in erba ha conquistato i cuori di bambini e genitori come aveva già fatto attraverso i romanzi.
Da questo punto di vista esiste, quindi, una vicinanza tra il precedente successo di Bridget Jones: entrambi sono tratti da libri di grande successo che hanno richiamato un folto pubblico nelle sale.
È bene dire, però, che Harry Potter non è un film di particolare qualità. Affidata alle mani esperte, ma poco originali di Chris Colombus, l’opera è costruita con il preciso obiettivo di incassare quanto più possibile, senza mai scontentare i palati del pubblico giovane (grazie agli effetti speciali) e dei loro rispettivi genitori, contenti per un prodotto senza volgarità o violenze inutili. Tuttavia, i cuori rimangono impassibili di fronte alle avventure del protagonista, la storia non avvolge più di tanto, tende anzi a farsi manierata e superficiale. Il difetto sta certamente nella sceneggiatura che preferisce abbozzare i personaggi, mantenendoli nel pieno stereotipo, piuttosto che delineare una profondità dei caratteri. Colombus guida con professionalità un prodotto che resta, appunto, solo professionale e che difficilmente, se si eccettua per le cifre da capogiro degli incassi, resisterà più di qualche stagione trai blockbuster. Aspettiamoci, però, fin da ora il sequel già messo in cantiere che dovrà assicurare ad Harry Potter una effimera gloria da incassi, ma non il fenomeno di costume che qualcuno sta già azzardando.
Più impegnativo il progetto che va a coda di Harry Potter, Il signore degli anelli, pellicola tratta dal romanzo notissimo di J.R.R. Tolkien, annunciata per i primi giorni del 2002. Peter Jackson, regista neozelandese autore di alcuni film diseguali, ha progettato una trilogia affascinante che ripropone il mondo magico popolato di elfi, maghi e gnomi di Tolkien. Il progetto era già stato tentato da Sam Raimi con un cartone animato legato alle prime innovazioni prodotte dal computer. Vuoi perché i tempi non erano maturi, vuoi perché il risultato non era all’altezza delle aspettative, l’opera di Raimi era fallita miseramente. Ora Hollywood, aiutata dagli immensi progressi della tecnica, ritenta il colpaccio affidandosi ad una nuova trilogia con protagonisti in carne ed ossa.
Il successo di queste due pellicole, soprattutto in confronto a Lara Croft, evidenzia come il terribile 11 settembre abbia lasciato profondi segni nell’immaginario collettivo. Dal punto di vista sociologico è addirittura elementare collegare la ricerca di mondi immaginari e magici nei film come un riflesso del tragico momento politico che viviamo. Siamo, però, al momento conclusivo di un processo già in atto, come dimostra il cono d’ombra in cui sono avvolte le carriere di Stallone e Schwarzenegger.
Viviamo, quindi con serenità la magia di Harry Potter e degli Hobbit. Forse non saranno capolavori del cinema moderno, ma sono certamente un valido antidoto ai mali e alle angosce del reale.

Di: Giovanni Scolari

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