Ferrara IL CUBISMO. RIVOLUZIONE E TRADIZIONE

| 2 novembre 2004

“La prospettiva tradizionale non mi soddisfaceva… essendo meccanica, non consente mai di cogliere le cose in maniera completa. Ha origine da un solo punto di vista e non se ne allontana mai. E’ come se uno passasse la vita a disegnare profili facendo credere che le persone abbiano un occhio solo… Quando arrivammo a questa conclusione, tutto cambiò, non avete idea di quanto cambiò!” (Braque)

A queste osservazioni arrivarono, in un Novecento ancora infante, George Braque e Pablo Picasso, i quali, nella Parigi del 1908 diedero inizio a uno delle più grandi rivoluzioni nel campo della storia dell’arte come non avveniva da secoli, fin dal Rinascimento. I due artisti inaugurarono in modo assolutamente nuovo di vedere e dipingere la realtà, e i loro concetti avrebbero influenzato, e non poco, gli anni a venire, personaggi, stili e tendenze del periodo moderno e contemporaneo. Soggetti come ritratto, natura morta e figura umana subivano interpretazioni nuove, per una visione del reale, apparentemente solo distorta, ma intrisa di suggestioni e significati anche giudicabili a livello soggettivo. Da un frammento di altra testimonianza di Braque: “Pur essendo molto diversi, ci guidava un’idea comune. In seguito emerse in tutta evidenza il fatto che Picasso è spagnolo e io sono francese: sappiamo quante differenze questo comporti, ma in quegli anni le differenze non contavano”. Durante il primo periodo dello sviluppo del Cubismo essi rivolgevano la loro ricerca verso l’analisi delle forme e dello spazio attraverso la sfaccettatura dei piani. La mostra a Palazzo dei Diamanti, organizzata da Ferrara Arte, a cura di Marilyn McCully, ci illustra lo sviluppo della più celebre avanguardia moderna, dalla sua nascita fino agli anni Venti del Novecento. Oltre naturalmente a presentare opere dei due principali fautori del movimento, sono esposti lavori di importanti artisti che seguirono questo cammino: Léger, Gris e altri grandi Maestri del 20° secolo che si unirono in un percorso unitario, sì, per stile e tecnica, ma con proprie caratteristiche e identità individuali: tra i tanti citiamo Mondrian, André Derain, il messicano Diego Rivera, e un paio di auori nostrani: Ardengo Soffici e Gino Severini. Un tragitto temporale e per tematiche ci accompagna alla scoperta delle tappe fondamentali dell’avventura cubista. Si inizia con un ristretto gruppo di dipinti di Braque e Picasso del 1908, allorché, appunto, ebbe a costituirsi il loro sodalizio. Si prosegue con i ritratti degli artisti stessi e di personaggi del loro entourage, fra cui il poeta Max Jacobs, il famoso capolavoro ‘Donna con barattolo di mostarda’ in cui Picasso ritrae l’amata Fernande, sua Musa ispiratrice di quegli anni. Segue il tema del paesaggio, tra cui, bellissimo, ‘Il vecchio castello’ di Braque.Segue la natura morta, citiamo ‘Chitarra’ di Picasso(scelta come immagine di copertina del catalogo) e ‘Finestra aperta’ di Juan Gris. Particolare interesse la mostra rivolge ai ‘papier collés’, con cui i cubisti sovvertono ogni regola di rappresentazione. Una nuova anatomia caratterizza i dipinti che hanno per tema la figura. Una assoluta novità i questa mostra è l’attenzione rivolta al teatro cubista: il modo di concepire la rappresentazione teatrale costituisce infatti un aspetto fondamentale della poetica di questa avanguardia, per cui sono esposti alcuni progetti di celebri spettacoli dell’epoca. La rassegna si conclude con opere realizzate prima, durante e dopo la Prima Guerra Mondiale, atte a testimoniare la vitalità del movimento anche in questo periodo, per avviarsi poi al purismo della forma degli anni Venti. 


IL CUBISMO. RIVOLUZIONE E TRADIZIONE Ferrara, Palazzo dei Diamanti
3 Ottobre 2004 – 9 Gennaio 2005 Orari: tutti i giorni, feriali e festivi, dalla domenica al giovedì: 9-20; venerdì e sabato: 9-24
24, 25, 1 Dicembre e 1 Gennaio: 9-20. Informazioni e prevendita: Call Center Attività Culturali; tel.0532/209988; www.comune.fe.it



 

Di: Fabio Giuliani

Commenti

Salvato in: MOSTRE
×