Desenzano TRADIZIONI SCOMPARSE
Una tradizione, anzi due, molto sentite ed attese per tutto l’anno sono quella del canto della pastorella e della stella.
La prima si svolge a Natale, la seconda, invece, è una tradizione legata all’Epifania. Tanti anni fa, feste come il Natale e l’Epifania costituivano, oltre che un piacere personale, anche un’occasione per aiutare i meno fortunati, così, la preparazione al giorno del Santo Natale iniziava molto tempo prima con varie iniziative sia di carattere religioso che di animazione. La tradizione riguardante il canto della pastorella era legata, invece, all’iniziativa di un gruppo di persone – appartenenti, in genere, al Coro Parrocchiale e tutti maschi – che si ritrovavano la sera e, tutti insieme, iniziavano a fare il giro dei rioni e delle frazioni dei vari paesi del circondario cantando canti natalizi. Essi camminavano nelle notte imbiancata avvolgendosi nel loro ampio mantello sia per ripararsi dal freddo pungente, sia per impersonare i pastori che duemila anni prima andarono a visitare Gesù nella stalla a Betlemme. Nel loro peregrinare si fermavano di casa in casa a cantare, raccogliendo i doni – in genere cibo e vino – che le famiglie solitamente offrivano e che sarebbero poi stati destinati ai poveri del paese. Passato il Natale e il Capodanno, arrivava la festa dell’Epifania e il gruppo di cantori avvolti nei loro neri mantelli riprendevano a girare ancora una volta per corti e stalle, questa volta per cantare il canto della stella, mentre una stella tenuta tra le mani di uno dei cantori veniva fatta girare davanti al gruppo che intanto intonava: “Siam venuti dall’oriente accompagnati da una grande stella…Dio ci salvi o popolo beato”. E, ancora una volta, i cantori venivano accolti con grande amicizia dalla gente che offriva loro vino caldo e quanto poteva servire ai poveri del paese, comprese delle fascine di legna da regalare a chi non poteva permettersi di comprare il combustibile per il camino o per la stufa.
Di: Silvio Stefanoni
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