Desenzano: MUSICA PER TUTTI
intervista al Maestro Alberto Cavoli

| 9 giugno 2011
Alberto Cavoli
Sono molte le scuole di musica sparse fra Brescia e provincia. Dalle colline della Valsabbia alle campagne della Bassa è un pullulare di offerte musicali. A Desenzano abbiamo incontrato il Maestro Cavoli direttore dello Studio Mozart

Musica per tutti: corsi per gestanti, bimbi d’asilo, adolescenti, adulti, pensionati in crisi d’identità. Fucina di piccoli Segovia, giovanniallevi in erba, mini-Mina. La media degli allievi supera il centinaio (con i picchi di cinquecento soci dell’associazione All’unisono di Lumezzane o della Civica di Chiari), i maestri di strumento sono in media una dozzina. Sbocco occupazionale per i numerosi diplomati di Conservatorio (l’ultimo concorso pubblico è vecchio di vent’anni) e insieme risposta seria a unavorace fame musicale. Non solo classica: quasi ovunque anche lezioni di chitarra rock, basso elettrico, batteria, canto moderno, e in qualche caso metal, blues, fusion. Al resto ci pensa la creatività personale: oltre al solito menu, all’Accademia San Carlo di Salò puoi piluccare fisarmonica, composizione, flauto dolce, violoncello; a Rovato arpa, musicoterapia, yoga, tecnica Alexander; a Vestone canto lirico, tastiera, organo liturgico (l’elenco è inevitabilmente incompleto: Flero, Pian Camuno, Corte Franca, Bagnolo Mella, Palazzolo). E, ancora, propedeutica, musica d’insieme, fingerpicking, guide all’ascolto, saggi, concerti, seminari, gemellaggi con realtà analoghe. “Lo scorso anno abbiamo presentato rarissimi filmati di Maria Callas, invitato Carlo Boccadoro a raccontarci della musica d’oggi, ascoltato un jazzista improvvisare dal vivo su temi inventati dal pubblico”, ricorda Alberto Cavoli, direttore dello Studio Mozart di Desenzano, fresco di trasloco perché i locali precedenti non gli bastavano più. Collaborazione o concorrenza con il Conservatorio cittadino? “Siamo alternativi complementari – risponde Giulio Tampalini, direttore dell’Accademia della Chitarra di Brescia- centocinquanta allievi e sei maestri, una sede staccata a Preseglie. A Brescia una sola cattedra di chitarra non riesce a soddisfare le esigenze e le richieste riguardanti questo strumento”. Puntualizza Giacomo Bellini, della Scuola d’archi “Pellegrino da Montechiaro”, sedici insegnanti e oltre duecento associati: “Le nuove normative ministeriali riguardanti il Conservatorio sono assurde: solo gli iscritti interni all’Istituto statale possono sostenere esami. Non si accettano più privatisti. Ma oggi chi indirizzerebbe proprio figlio sulla strada di un’incertissima professione musicale? E perché chi studia per suo personale diletto non può chiedere d’essere giudicato da una vera commissione d’esame?” “Essere dilettanti significa provare piacere – spiega Alessandro Trebeschi, direttore dell’Accademia Vivaldi di Carpenedolo, trent’anni di storia. “Soprattutto da questo tipo di studenti può rinascere la cultura di un paese”. In molti casi la scuola di musica affianca l’attività della banda, dedicandosi a quegli strumenti che normalmente non compaiono in un’orchestra a fiati. Nessun “bilancio creativo”, garantiscono gli interessati: contributi regolarmente versati, operazioni rendicontate, rispetto di contratti di settore, a differenza di quelle lezioni private svolte fra le mura domestiche dove trionfa il “nero”. “Anzi, non si contano le ore aggiuntive gratuite, necessarie per organizzare i vari eventi”, è il coro unanime. “Mille adempimenti burocratici e contributi comunali irrisori mi hanno convinto a mollare tutto e a suonare per strada. Più soddisfazione, meno fatica, maggiori introiti, tutto esentasse”, rimpiange Giuliano Papa, fino a qualche anno fa direttore di una frequentata Accademia musicale a Mazzano. “Imparare uno strumento ti cambia la vita , è per sempre , anche se poi il tuo lavoro sarà un altro ”, recita un volantino d’invito.

Di: Enrico Raggi

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