Desenzano: FASCINO A VELA OVER 40
restaurato il Raffaella di Santarelli

| 25 giugno 2007
barca a vela Raffaella

Nuovo varo per il “Raffaella”, prototipo ideato nel 1966 da Ettore Santarelli, su commissione dello scomparso architetto Flavio Visconti. Una barca innovativa e sperimentalmente utile, oggi ristrutturata per un utilizzo turistico ed esclusivo per chi vuol conoscere più da vicino il lago e la vela d’autore

Nuova vita per il “Raffaella”, prototipo di cabinato a vela ideato nel 1966 da Ettore Santarelli. L’ormai storica imbarcazione è stata infatti rimessa in acqua nei giorni scorsi a Desenzano del Garda, con successiva e partecipata festa di varo, dopo i lavori di ristrutturazione generale dell’imbarcazione. Un lavoro minuzioso e radicale sostenuto da Raffaella Visconti, figlia dell’architetto Flavio Visconti scomparso nel 1970, che commissionò a Santarelli l’allestimento di questa barca che negli anni Sessanta rappresentò un’interessante novità progettuale. E per il prossimo futuro il “Raffaella” solcherà nuovamente le acque del Garda, con fi nalità di trasporto passeggeri capaci di apprezzare il lusso esclusivo di far parte dell’equipaggio di un cabinato a vela d’epoca. Del resto la magia di Ettore Santarelli è ormai  nota a tutti. Nel periodo in cui fu ideata la barca di Flavio Visconti, il costruttore romagnolo trapiantato sul Garda, aveva già riscosso un notevole successo grazie alla progettazione del mitico Strale. Si trattava di un’originalissima deriva che subito appassionò un gran numero di velisti. Il gradino successivo del genio creativo di Santarelli doveva per forza passare dall’allestimento di un mezzo più grande, dotato di cabina e sottocoperta, ma che avesse dentro di sé caratteristiche esplosive in fatto di sfruttamento del carburante vento. Così, proprio anche grazie alla volontà dell’architetto Visconti, personaggio molto noto per le sue originali e concrete realizzazioni architettoniche ed urbanistiche che ne rendono ancora viva la fama a quasi quarant’anni dalla scomparsa, fu possibile avventurarsi nella sperimentale operazione di dare vita ad una struttura a vela così originale. Come sempre solo la fusione fra sensibilità, talenti e disponibilità economica permette di soffi are giustamente nell’alito della ricerca. Insomma al cinema non ci sarebbe stato lo Steven Spielberg regista, se insieme a lui non avesse collaborato il George Lukas produttore. Purtroppo il genere italiano è sempre di quelli che privilegia l’imbarbarimento da denaro al di sopra di tutto, a favore di strani e discutibili galleggiamenti. Non fu così tra Visconti e Santarelli, che insieme dettero vita a questa sorta di collegamento tecnico tra l’agilità della deriva, il comfort di bordo e le notevoli prestazioni a livello di velocità, tenuta e stabilità. Insomma per Santarelli e i suoi fedeli, il galleggiamento non era una categoria di simbolica sopravvivenza, ma un vero proprio registro di classe cristallina nel dare materia quasi impercettibile allo sfioramento della chiglia sull’acqua. Dopo il “Raffaella” infatti presero vita tutti gli altri top yacht dell’indimenticabile Ettore. Dall’evoluzione subito successiva del “Cristina” fino agli Asso99, ai Dolphin ecc. ecc. dell’attualità. Onori dunque a questi preziosi legni che riprendono il largo in grande spolvero, dopo il necessario ed accurato lifting di mezza età.

Di: Giuseppe Rocca

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