Desenzano del Garda BS: LE SNOBS

| 3 dicembre 2007
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Gruppo beat desenzanese anni sessanta tutto al femminile. Quarant’anni dopo le sorelle Giusti si raccontano…

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Un articolo del 1966 apparso sulla rivista Ekoclub, mensile edito dalla ditta produttrice delle chitarre che le Snobs suonavano, parlava del loro gruppo: Gianna, Ornella, Renata e Annamaria, quattro sorelle, tutte da vedere e da ascoltare, il più bel quartetto in circolazione. Questo frammento di storia desenzanese ci ha incuriosito e abbiamo pensato di contattare le componenti del gruppo per sapere cosa ne è di quell’esperienza musicale a distanza di quarant’anni. Un intenso periodo, quello dal 1965 al 1967, che le ha viste partecipi di eventi che avrebbero contribuito alla nascita di uno stile musicale italiano. Un beat melodico il loro, una sorta di contrappunto all’energia assordante dei gruppi maschili. Con il loro primo singolo “Amore ti ricordi”, inciso per la Durium e presentato al Cantagiro del 1965, affermarono un genere brillante-sentimentale. Le quattro componenti del gruppo si avventurarono nel mondo della musica facendo anche una comparsa cinematografica nel film “Per un pugno di canzoni” del 1966. Una curiosità… nella canzone “Nella casa del sole” dei Marcellos Ferial le voci del coro sono le loro… Una delle componenti del gruppo, Ornella, ci ha accolto nella sua casa per raccontarci di quell’esperienza.
Sig.ra Ornella, com’è nata l’idea di fare musica, di creare un gruppo di sole donne?
Non c’è stata un’occasione particolare. Il tutto è partito in una giornata qualunque…«cosa si fa? – disse mio padre – dai facciamo qualcosa»… e poi eravamo molto giovani e non avevamo una voce solista matura… il quartetto era la soluzione. Per i giornalisti e le altre del gruppo noi eravamo quattro sorelle ma, in verità, Gianna è un’amica che partecipò con noi a questa straordinaria avventura.
Ci vuole parlare degli esordi del gruppo?
Abbiamo iniziato nei primi anni sessanta, sui battelli del lago, in quelli che venivano chiamati caffè concerto. Poi come gruppo Atlantic abbiamo fatto pubblicità per l’omonima ditta che produceva elettrodomestici.
Il nome del gruppo è singolare… chi lo scelse?
In effetti potrebbe prestarsi ad equivoci. In realtà è stato scelto perché, del migliaio che ci hanno proposto, era il più accettabile.
Quale fu la spinta decisiva all’affermazione del vostro gruppo fra i molti di soli uomini?
La partecipazione al Festival di Salsomaggiore è valsa l’approdo alla Durium. Ma è la nostra partecipazione alla Fiera dei sogni, programma condotto da Mike Bongiorno, ad essersi rivelata decisiva. Poi l’esperienza molto impegnativa del Cantagiro, un tour si direbbe ora, molto seguito all’epoca. Un’esperienza unica, a contatto con artisti attivi ancora oggi. Penso a Rita Pavone, a Gianni Morandi…
Il periodo del Cantagiro deve essere stato molto frenetico…
Sì, sempre in giro: apparizioni in tv, numerosi viaggi all’estero… Pensi che abbiamo concluso gli studi al Conservatorio solo dopo esserci ritirate.
Nelle fotografie che vi ritraggono indossate sempre abiti molto glamours
Li disegnava Gianna, ci divertivamo molto. Eravamo molto attese anche per gli abiti. Un gioco che non era parte di una strategia commerciale.
Come mai l’esperienza non ha avuto un seguito?
Due di noi avevano già un legame affettivo stabile, le altre due erano molto giovani. E poi la lontananza da Milano. Fossimo state più vicine… del resto all’epoca gli spostamenti erano lenti e le prove di conseguenza poche.
Avete mai considerato la possibilità di incidere un nuovo singolo?
No… sa, personaggi da sempre sulla scena hanno avuto un invecchiamento progressivo, intendo per il pubblico… immagina     l’impatto? Dopo quarant’anni? Siamo state contattate per una partecipazione al Verona Beat nel 2005 e non abbiamo partecipato proprio per questo motivo.
E dopo aver terminato gli studi?
Ci siamo sposate. Due di noi si sono dedicate all’insegnamento, le altre hanno approfondito gli studi musicali.

L’idea di questo singolare progetto musicale si deve al maestro Ruggero Giusti (Ronco all’Adige 1923 – Desenzano 2006), padre di tre delle componenti del gruppo. Fu infatti custode, preparatore, impresario, autista, tecnico e … sorvegliante della formazione per tutta la durata dell’avventura. Dal secondo dopoguerra agli anni ‘70 ha consacrato la propria esistenza all’insegnamento della musica, dedicandosi inoltre alla direzione di cori e bande a Garda e Bardolino. Ma è la composizione l’attività che lo ha assorbito maggiormente, ottenendo risultati pregevoli. Vari i generi musicali che ha esplorato durante la sua lunga attività di magistero: dalla musica sacra per organo e per coro a pezzi bandistici. Numerosi i brani composti per la scuola. Parte di questi componimenti, piccoli ma significativi pezzi per flauto dolce, sono stati pubblicati e adottati a scopo didattico. Significativi, tra le altre composizioni, sono l’Ave Maria e l’ormai famoso Inno a Sant’Angela che, in occasione della festa patronale, viene sempre eseguito dal coro del Duomo. Negli anni cinquanta il maestro raggiunse grande notorietà e non era raro ascoltare sue canzoni alla radio. Ritiratosi dall’insegnamento si è dedicato ai suoi giovani allievi, ripetendo così l’esperienza vissuta con le tre figlie e il gruppo delle Snobs.

Di: Davide Marchi

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