Desenzano del Garda (Bs) COME L’ARIA NELLA LUCE

| 1 febbraio 2011
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Poesia e riflessioni filosofiche si alternano nel libro del desenzanese Simone Saglia, Come l’aria nella luce, che deve il suo nome ad una citazione contenuta nell’opera De divisione naturae, di Scoto Eriugena.

Pubblicato la scorsa primavera, raccoglie le considerazioni dell’autore sulla vita e sull’anima umana, in seguito alla morte della moglie Dada (Edoarda Pedrazzini Saglia). Non solo un volume denso di ricordi, ma anche un dialogo che continua, tra l’autore e la donna amata, nonostante la sua assenza. Attraverso le parole, Simone Saglia cerca di intessere un discorso che vuole sondare la complessità dell’Io, la scoperta dell’altro (e quindi dell’amore) e il rapporto tra l’uomo e Dio. Una prosa estremamente emotiva, una sorta di diario intimo, svelato e reso pubblico in questo volume, dove ogni parola diventa sacra come un altare, custodendo la memoria di Dada e arricchendosi di quei dettagli che solo una vita trascorsa insieme restituisce. Così si passa dai ricordi dell’autore che risalgono all’epoca in cui abitava a Desenzano in via Castello, dove riaffiora l’immagine di una giovanissima Edoarda che salta l’asticella o appare allo scrittore di profilo, su un davanzale, fino al matrimonio, l’11 agosto 1958, con tanto di terzina dantesca incisa sull’anello matrimoniale. Simone Saglia rievoca anche una traduzione fatta insieme alla moglie di una poesia di John Donne, o una canzone molto nota che lei gli aveva cantato; scrive anche di un ballo e di numerosi momenti felici trascorsi in sua compagnia. La sublimazione di questo amore meraviglioso passa anche attraverso il ricordo del volto della donna contemplato per lunghi anni, o della sua voce, quando gli recitava a memoria un sonetto di Shakespeare… Ma, come afferma l’autore, questo scritto non vuole soltanto far rivivere Edoarda: “Il tema più grande, su cui si aggira la mia meditazione, è quello del destino dell’anima”. Il caos, il logos, Dio, la fede, l’intero universo vengono chiamati in causa per rispondere ad un’assenza a cui Simone Saglia non sa dare risposta. Per ricucire la lontananza causata dalla morte della donna amata, lo scrittore si riconosce frammento di un tutto dove l’io si ricongiunge con quell’alterità che non può non amare e che gli rivela il suo stesso essere. Così la morte si riduce, nel cuore di chi ama, a semplice apparenza e il nulla viene scongiurato e allontanato. Anche la malattia della moglie, che l’ha portata via, diventa semplice accadimento in quella narrazione traboccante di affetto e di desiderio che riporta in vita un amore davvero capace di affrontare ogni ostacolo terreno, morte compresa. Passaggi esistenziali, esperienziali e letterari, percorsi insieme, da Simone Saglia e dalla consorte, rievocati, restituiscono l’immagine di un affetto infinito che includendo l’uno nell’altro, è in grado di trasfonderli in una dimensione assoluta dove la gioia del loro lungo amore ha la meglio sul lutto. E non a caso è con quel dantesco “amor che move il sole e l’altre stelle” che si conclude lo scritto di Simone Saglia, un tributo passionale, in prosa, a un sentimento mai estinto per una donna che, nella sua scrittura, rivive, angelicata, come la Beatrice dantesca.

Info: Simone Saglia, Come l’aria nella luce, Roma, ilmiolibro.it, 124 pagine 15 euro

Di: Elisa Zanola

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