Desenzano BATTITO DI CUORE E SORRISO

| 1 dicembre 2006

Erano in tanti al funerale di Checco Cattaneo, conosciutissimo desenzanese recentemente scomparso a soli 48 anni. La breve storia di un’anima da ragazzo dall’innata e creativa simpatia.

Ciao Checco ti hanno detto in molti, fra il raccordo della casa, della Chiesa e dell’ultimo sonno che gli auspici vogliono leggero e sommessamente spirituale.
E in molti si sono domandati il classico perché o per come, sia accaduto. Consequenzialità riflessiva, dopo un dolore un po’ troppo aggressivo. Succede e sempre succederà, in una regola tanto banale quanto ingiusta sulla quale a nessuno è concesso di opporsi.
Però vedere la gente, che in un coro all’unisono scavalca la semplice conoscenza e intona con passione l’ultimo saluto alla tua storia, è stata emozione particolare. Una specie di cavalcata tra i ricordi di cinquantenni o giù di lì, coetanei di vita, felicità, fantasia e gioia di stare al mondo. Perché Francesco Cattaneo, detto Checco quasi per tutti, questi pilastri di avventurosa simpatia, li aveva bene impiantanti in quel suo gergo di esistenza appassionata e vitalisticamente appoggiata a sentimenti ed emozioni delicatamente intense.
Un modo di porsi e di vivere le dinamiche del quotidiano, in maniera originale e sincera.
I brevi tratti della storia di Francesco riportano naturalmente all’epopea della scuola. Del liceo precisamente. Scientifico per andare ancor più nello specifico. Il Bagatta per intendersi. Un posto autorevole, dove generazioni di studenti, accompagnavano gli studi, nel giocoso anfratto dell’adolescenza. Luogo in cui le regole sono da trasgredire e i libri una medicina importante, ma spesso corrosiva di impeti e impulsi generazionali. Checco era studente serio sull’impegno didattico, ma con la capacità creativa di risultar simpatico aldilà dall’esser bravo in matematica e latino. Mistura difficile da ottenere, in un tempo dove le rituali contestazioni, da sinistra e destra, erano il copione annacquato della secchioneria con la patente di alternativa culturale. Così Checco era simpatico a prescindere da tutta questa sommatoria di atteggiamenti. Lui era personaggio gradevole. Con modi gentili ed interessanti, uniti ad una fisicità di tutto rispetto. Da qui al piacere un sacco alle ragazze, il passo era brevissimo. Tanto breve e lineare, da poter essere riassunto nella formula attonita dell’ammirazione un po’ invidiosa maschile, per quell’inconfondibile appeal.
Ora questi ricordi di piacevole e fantastica emozione giovanile, fanno a pugni con un’attualità ormai fuori campo sensibile. Ma è sensazione momentanea. Perché sotto al sipario appena richiuso, storia e racconti su Checco Cattaneo rilanciano il vigore alternativo di un ragazzo sorridente, poi diventato grande con tanto di laurea in economia commercio ed attività imprenditoriali di successo. Forza emotiva dell’assenza obbligata da quella regola maligna che ci costringe a spegnere la luce. Restano gli occhi degli altri a macerare interrogativi. Quelli della Mamma, con le lacrime che imprigionano il dolore. Quelli della moglie Cinzia, che incrociano malinconicamente la direzione di pupilla vivace e sorpresa del piccolo Gianmaria. Quelli del fratello Carlo e della sorella Angela, che avvinghiano il sentimento di famiglia nella radice profonda martoriata dal dispiacere. E quella degli amici, dei conoscenti e del mondo che resta aldiquà del guado e che adesso abbassa il capo in segno di saluto. Purtroppo un cuore affaticato ha deciso che il limite aggiunto del suo impegno nel battito, era concluso. Tornerà a pulsare vivacemente insieme a Checco da un’altra parte e in un altro dove. Dietro a quel sipario sconosciuto e inarrivabile che una regola dolorosa e impossibile da trasgredire, impedisce di sollevare.

Di: Giuseppe Rocca

Tags:

Commenti

Salvato in: PERSONAGGI
×