Maurizio Bernardelli Curuz e la polemica sui disegni del Caravaggio

| 30 luglio 2012
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DEDICATO A CHI SA SEMPRE TUTTO E NON DICE MAI NIENTE

Aldilà dei giudizi e delle critiche c’è un’importante ricerca firmata dai gardesani Bernardelli Curuz, Conconi Fedrigolli che spiega, racconta, descrive e allarga la conoscenza alla libera fruizione. Aldilà delle sterili goffaggini delle muffe d’accademia Caravaggio si? Caravaggio no? E’ o non è la mano creativamente ribalda del Merisi quella a definire il suo giovanile segno, in itinere di eccezionalità, dentro quei cento disegni inseriti nel Fondo Peterzano appoggiato nell’austerità solenne del Castello Sforzesco di Milano? Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli sostengono con vigoria documentata il si. Ed allora giù la ridda delle polemiche del parterre de roi di tutto un mondo. Favorevoli o contrari secondo meccaniche non di attenzione, approfondimento ed ascolto, ma legate in marchio esclusivo all’intensità del mal di pancia. Non entreremo dunque, non ne abbiamo alcuna autorità, nel novero di sistema del pro o contro la conquista della verità. Anche molto, molto, molto più in alto, fuori dalle competenze della materia, se ne discute nei secoli dei secoli. Piuttosto ci piace evidenziare uno stupore. Ma come? Un paio di ricercatori si sbattono a non finire, studiando, catalogando e promuovendo l’indagine articolata su questi disegni che riportano alle esperienze giovanili del Caravaggio e cosa succede? Accade che una pletora di studiosi, accampati da tempo nel mummificato tempio dell’alterigia e del sapere solo per pochi, sprezzanti e sdegnati si caricano a pallettoni e iniziano a menar bordate su ragioni e verità assolute. Verticalizzando e riesumando un apriorismo sintetizzato nella frase spesso ricorrente “possibile che nessuno se ne fosse mai accorto?”. Eccolo forse il vero problema. Di contenitore e non di contenuto. Tralasciamo tutto il resto. Ovvero che Maurizio Bernardelli Curuz, di cui ci onoriamo di aver ottenuto la preziosa collaborazione alla nascita ed al progresso, vent’anni fa di Dipende, in qualità di Direttore Editoriale, è il direttore della Fondazione Brescia Musei. Il suo riconosciuto impegno, come di quello della sua collega Adriana Conconi Fedrigolli, esperta proprio di Caravaggio, si certifica anche nell’ideazione/direzione/fondazione di Stile, rivista ormai apprezzatissima nel complicato e affascinante settore dell’arte e dei suoi aspetti critico divulgativi. Ricordando tra l’altro che tutto questo è nato, vissuto progettato in un appassionante disegno personale di alto e dignitoso profilo. Aldilà degli inchini su e giù dai palchi dell’opportunismo. Insomma tutto a posto. Tutto bene finché il trillo della conoscenza non espatria nel campo lungo di quel che conta. Di quel che viaggia in padella, rosolato alla noia, nella museale corporeità della sterile immanenza. Questo ci viene in mente traguardando il viaggio in diretta dentro le cose, fuori dalle sensazio

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