IL MUSEO D’ANNUNZIO SEGRETO,
GIORDANO BRUNO GUERRI

| 9 maggio 2012
Intervista a Giordano Bruno Guerri, Presidente del Vittoriale degli Italiani all’inaugurazione del nuovo museo il D’Annunzio Segreto.
Al Vittoriale di Gardone Riviera, dal 2 ottobre, è possibile visitare un’intrigante mostra, voluta da Giordano Bruno Guerri e allestita da Angelo Bucarelli, che offre l’immagine di un D’Annunzio inedito, attraverso una collezione che raccoglie circa 150 cimeli dannunziani: da oggetti d’uso quotidiano, a vestaglie, da carteggi a valigie, da soprammobili a gioielli. Il Presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, profondo conoscitore di D’Annunzio, erudito intellettuale e storico, ci ha illustrato in anteprima il contenuto di questa esposizione:
Giordano Bruno Guerri: “Festeggiamo la nascita di un nuovo museo, in un periodo in cui i musei sono in crisi. Arricchiamo l’offerta del Vittoriale nel modo migliore, cioè tiriamo fuori dai cassetti e dagli armadi tutto ciò che di D’Annunzio non era mai stato visto, le cose più vicine a lui: i suoi vestiti, la sua biancheria, le vestaglie che disegnava per le sue donne, i suoi gioielli, le sue stoviglie, insomma, quello che stava vicino al suo corpo, che per lui era sacro: tutto ciò che lo toccava L’intervista diventava santo e bellissimo. Da questo museo si ricava un D’Annunzio segreto, appunto, ma soprattutto si capisce che D’Annunzio, oltre che precursore in politica, in società, nel costume e nella comunicazione, è stato il precursore del gusto e dello stile italiano, direi il padre dell’eleganza sulla quale la nostra fama nel mondo conta ancora oggi”.
Una lezione di eleganza e di stile, dunque, attraverso la sacralità degli oggetti santificati dal contatto con il poeta. Il Vate certamente amava essere celebrato e nel suo raffinato narcisismo aveva costruito il Vittoriale proprio per questo scopo di auto glorificazione, affinché non solo la sua opera letteraria, ma anche la sua vita quotidiana potesse essere ricordata nella memoria dei posteri. Un ricordo reso ancora più trionfale dalla bellezza e dal piacere che evocano i luoghi in cui il poeta aveva vissuto. Gli oggetti in mostra, come le stanze, i giardini, le statue, le opere architettoniche del Vittoriale, svelano un D’Annunzio che si rivela anche attraverso di loro, in un tempio dell’edonismo, monumento ad un genio libero e libertino, che amava stupire e meravigliare.
Ma perché egli decise di stabilirsi proprio a Gardone Riviera e di erigere qui il Vittoriale degli Italiani?
Giordano Bruno Guerri: “Perché, ci sono dei documenti precisi, lui voleva una casa al nord, vicina all’acqua ma non sul mare e quindi su un lago, con un aeroporto vicino (qui c’era già quello di Montichiari). Ha visto questa casa colonica con un po’di terreno intorno, se ne è innamorato e in diciassette anni di lavoro l’ha trasformata nel Vittoriale che ha donato agli italiani ed è stato un magnifico dono, perché oggi il Vittoriale non solo è un centro di cultura importante, con i suoi archivi e le sue biblioteche, ma è visitato da 200 mila persone all’anno, tra cui molti studenti, ed è anche un arricchimento per tuttal’area del Garda.”
Entrando al Vittoriale, si viene accolti da una targa dannunziana, “Io ho quel che ho donato”.
In cosa consiste il dono di D’Annunzio?
Giordano Bruno Guerri:D’ Annunzio ha donato a tutto il mondo sogni, bellezza ed arte. E quindi ha ricevuto questo sogno stupendo, la bellezza di questo luogo e l’arte che costituisce.” 
Di: Elisa Zanola

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