Cristian Locatelli, spirito libero di sorridere

| 14 dicembre 2016
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In onore e memoria di un’esistenza all’insegna dell’attrazione appassionata per la vita evaporata ingiustamente appena superati i quarant’anni, tutti all’insegna di un contagiosa, esplosiva simpatia.

Corre il pensiero verso Cristian Locatelli, ora entrato in questo turbine intollerabile di lontananza obbligata dalle cose quotidiane. Dalle sue vivaci certezze quasi ingenue a significare l’attrazione per il vivere. Dalla famiglia e dalla moglie Federica, improvvisamente aggredite da questo collasso maligno, contingente e tragico del volarsene via di Cristian dentro il lampo di un mezzogiorno e mezzo come tanti altri. Ribaltando l’apparentemente inossidabilità della materia umana, verso spiriti lontani del chissà dove. Sostentamenti esplicativi confortanti per quelli che restano a far da balia ad un dolore troppo forte. E d’altra parte è in questa forza del ricordo, come esegesi sentimentale di partecipazione vera al lutto, che si rifonda il movimento in onore e memoria di Cristian. Moltissimi gli argomenti per circoscrivere l’angosciante iniquità della sua perdita. In prima fila la vigoria esplosivamente affettuosa del suo carattere. Caleidoscopico assieme di simpatia contagiante. Elargita senza interdizioni schematiche di ruolo o confidenza. Per un feeling senza filtri capace di regalare momenti distensivi a chiunque interagisse con lui solo per un momento. Anche con l’organizzazione di Dipende Cristian, insieme a Federica, aveva stabilito un contatto professionale di collegamento e collaborazione al giornale. E non solo attraverso la gestione dell’edicola fronte imbarcadero, ma con l’impegno capillare nel complesso e articolato lavoro della distribuzione. Compito faticoso e per niente facile, messo in opera sempre all’insegna di quel sorriso amabilmente contagioso. Contiguità esistenziali e di esperienza personali, che ora si raffrontano e identificano nelle molteplici manifestazioni di affetto che si sono succedute in queste giorni ripensando al breve viaggio di Cristian. Quarantun anni non meritavano di evaporare a questa velocità. Grammatica e sintassi dei social network, come quella delle piazze, dei luoghi di lavoro e svago della Desenzano e dintorni che ne aveva conosciuto la limpida definizione d’animo, non si rassegnano a questa maligna curva del destino. Fato crudele al limite della sopportazione. Nell’insolente definitiva risoluzione che impone lo stop ad un così gagliardo bagliore di vita. Ma quel respiro riflesso, cosi intenso di sguardi, sorrisi e battute a bruciapelo, non verrà meno nei nostri pensieri di terra. E vagherà spiritualmente libero. Attenuando, con un sorriso fuori da spazi, tempi e convenzioni questo spontaneo, collettivo, irrefrenabile inumidirsi degli occhi.

 

Dal Dipende Giornale del Garda Inverno 2016 www.giornaledelgarda.info/giornali/161210-0137-234dipendedoppiapagina.pdf

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