Cremona GIORGIO MORANDI Amici, critici e collezionisti

| 2 maggio 2005

Si apre con un intenso autoritratto la mostra dedicata a Giorgio Morandi allestita a Cremona presso il Museo Civico di via Ugolani Dati. Non si tratta, è giusto chiarirlo subito, di un’esposizione antologica, ma di una rassegna di opere selezionatissime che comprende dieci tele appartenute allo storico dell’arte Roberto Longhi e alla moglie Anna Banti e diversi lavori, fra dipinti, acquerelli e incisioni, provenienti dalle raccolte di Carlo Ludovico Ragghianti e della moglie Licia Collobi, di Alberto Della Ragione, Giovanni Spadolini, Maria Luigia Guaita Vallecchi, Mina Gregori, di Giuseppe e Adelia Noferi. Una quarantina di lavori in tutto di notevole temperatura tecnica e rappresentativa, come è l’opera di apertura, che appartiene agli Uffizi ed è solitamente collocata nel Corridoio Vasariano, che testimonia efficacemente la perizia meta-rappresentativa di questo autentico protagonista del Novecento artistico, non soltanto italiano. Come è stato osservato durante l’inaugurazione e si ritrova negli scritti in catalogo di Maria Cristina Bandera e Mina Gregori, l’allestimento ha il pregio di permettere all’osservatore di stimare anche la fitta rete di rapporti amicali che il pittore ha intessuto con personaggi di altissimo spessore culturale, specie quelli legati all’ambiente fiorentino. A sottolineare ulteriormente questo particolare aspetto, la mostra si avvale anche di un contributo video, reperito negli archivi della RAI e RAISAT, che offre un partecipato ricordo dell’artista attraverso le parole di Roberto Longhi e di Riccardo Bacchelli. Bolognese, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti della città emiliana, dove negli anni Trenta insegna incisione, Morandi si è avvicinato per un non lungo ma significativo periodo al futurismo e alla metafisica, per poi ritagliarsi una posizione nettamente autonoma rispetto ai movimenti artistici coevi, tanto da meritare persino un posto di assoluto primo piano in seno alla Biennale di Venezia dove, nel 1948, vince il Premio per la Pittura. Protagonista dei suoi quadri è il silenzio, entro cui si articolano composizioni dalle tinte morbide e vellutate, ottenute tramite l’accostamento di pochi, semplici oggetti d’uso quotidiano: barattoli, brocche, piccoli recipienti, tazzine. Non si possono, però, dimenticare le sue composizioni floreali, immerse in rarefatte atmosfere anch’esse pervase da un silenzio assoluto. Stupisce l’intensità lirica con cui i suoi semplici oggetti quotidiani diventano, attraverso i suoi tocchi, i suoi colori che paiono quasi pastellati e invece si caricano di una brillante consistenza materica, dei veri e propri “soggetti artistici”. Scrivono G. Torchio e D. Spingardi nel volume che accompagna l’esposizione: “il sobrio, quasi austero repertorio di pochi oggetti comuni di cui ha bisogno Morandi per esprimersi acquista una straordinaria densità emotiva e trasmette una sensazione di agitazione e di sottile mobilità atmosferica”. Scorrendo le opere ordinate nelle sale dell’Ala Ponzone si ritrova a pieno, dunque, quella straordinarietà del reale, fatta di accensioni luministiche e di perfetti accordi tonali, che fanno di questo artista un autentico interprete di una stagione compositiva irripetibile.



Info:tel.0372.31222; www.cremonamostre.it ; apic@digicolor.net.Orari: dal martedì al sabato ore 9-19, festivi dalle 10 -19; lunedì chiuso. Intero: Euro 6,00, Ridotto: Euro 5,00 Ridotto scuole: Euro 4,00. Ingresso libero: bambini fino a 6 anni.Il biglietto di ingresso alla mostra dà diritto ad una riduzione per la visita al Museo.


 



 

Di: Simone Fappanni

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