Cos’è la Permacultura: intervista a Pietro Zucchetti
Per capire i principi della permacultura e cercare di unire le uguaglianze seminate nei cuori umani da Fukuoka, Mollison e Hazelip, abbiamo incontrato Pietro Zucchetti, fondatore e coordinatore dell’Istituto Italiano di Permacultura, che frequenta il Garda per consulenze professionali.
“La permacultura è una scienza fondata sul design o progettazione olistica e sostenibile che si basa su tre etiche: Cura della terra, cura delle persone, autoregolazione dei consumi. – spiega Zucchetti – poi abbiamo due gruppi di principi di design un gruppo formulato da Bill Mollison prima del 2004 ed un altro gruppo di principi formulato da David Holmgren dopo il 2004 rivisitando ed ampliando i principi di Mollison. Queste etiche e principi sono applicati all’interno del design di permacultura per risolvere i nostri problemi (come i nostri bisogni e voleri rispettando i nostri valori).” La permacultura ha un approccio integrato alla vita, facendo il miglior uso delle risorse riducendo l’entropia che nel sistema capitalista risulta accelerata. Un sistema di progettazione che abbraccia innumerevoli tecnologie verdi e pratiche di agricoltura sostenibile, rispettando e onorando le persone e l’ambiente allo stesso tempo, come hai scoperto questa pratica?
” Ho scoperto la permacultura nel 1998 quando vivevo in Inghilterra (ho vissuto in Inghilterra per 14 anni), tramite un amico. Lui stava facendo il corso di orticultura con la Royal Horticultural Society RHS presso i Kew Gardens di Londra e un giorno gli diedero alcune riviste, il famoso Permaculture Magazine. Ero a casa sua quando tornò dal corso quel giorno fatidico e mi disse: “la permacultura sarà la salvezza per l’umanità. I permaculturisti si fanno tutto da soli dagli scarti della società industriale e sono autosufficienti. Dopo questa pesante affermazione iniziai ad indagare. Ecco come ho iniziato…” Zucchetti ha poi conseguito una laurea in Scienze Ambientali e il Diploma in Design di Permacultura Applicata in Inghilterra con ľAssociazione britannica. Inoltre è annoverato nella rosa dei docenti del Permaculture Research Institute of Australia.
In base alla tua esperienza quali ritieni che siano i punti di contatto fra la permacultura di Mollison e la coltivazione del “non fare” di Fukuoka?
“La permacultura è un’evoluzione dell’agricoltura del “non fare”. Fukuoka innovò facendo un uso intenso del processo d’osservazione dell’ecosistema in cui lui coltivava per minimizzare l’errore, prima era tutto “prova e sbaglia”. Così Fukuoka introdusse il concetto di osservare, provare e sbagliare meno. Mollison con la permacultura inserisce per la prima volta nella storia l’uso del design nella produzione alimentare, il design secondo me è il simbolo del vero progresso umano, la vera Armageddon. E tramite il design l’errore viene eliminato quasi completamente. Per esempio se io provo e sbaglio avrò un errore del 40%, se io uso l’agricoltura del “non fare” avrò un errore del 20%, se io faccio un buon design di permacultura avrò un margine d’errore del 5-10%. Quindi avremo massimizzato l’uso della nostra energia. Ed ecco una delle ragioni per cui il design di permacultura è sostenibile: risparmia l’energia e usa lo scarto per alimentare un sistema, quindi la permacultura progetta sistemi a ciclo chiuso.Che è quello che faceva anche Masanobu Fukuoka. La permacultura massimizza l’efficienza dell’agricoltura del “non fare” tramite il design. La permacultura è una scienza olistica di design non è niente di spirituale o trascendentale, non è un partito politico ma soltanto gruppi di persone che vivono in armonia con la natura in modo autosufficiente, prendendosi le proprie responsabilità di fronte alla società umana.
La permacultura come interviene per le attuali emergenze climatiche e conseguenze come la desertificazione?
La permacultura interviene nei modi più disparati, ma la cosa che accomuna tutti questi modi è la gestione dell’acqua. In permacultura accelleriamo i processi biologici per rinverdire i deserti, ad esempio, aumentiamo i livelli di umidità relativa nel suolo, in alcuni casi più disperati inoculando con microrganismi il suolo; questi microrganismi aerobici li produciamo nel compost e nel tè di compost, per esempio. Ma usiamo anche le palline di Fukuoka o il metodo per coltivare il grano di Marc Bonfils, che deriva sempre da Fukuoka. Usiamo anche il design della linea chiave (Keyline design di P.A.Yeomans) che oltretutto è il precursore della permacultura.
Spostiamoci in un ambito più immediato, su un aspetto tecnico particolarmente interessante sul piano del risparmio dell’economia familiare: il riciclo dell’acqua piovana.
” In permacultura la raccolta delľacqua piovana è fondamentale – precisa Zucchetti -sia dal punto di vista delľautosufficienza sia dal punto qualitativo delľacqua che usiamo, sia per irrigare il cibo, che per il nostro uso personale. Io bevo ľacqua piovana. In permacultura abbiamo una gerarchia delľuso delľacqua, la prima fonte d’acqua è la piovana perché è la più pura visto che è già stata sottoposta a depurazione dalla natura attraverso ľevaporazione ed il filtraggio attraverso i tessuti delle piante che poi la traspirano. Un problema possono essere le piogge acide, i pulviscoli atmosferici e soprattutto le superfici di raccolta che possono essere sporche ma comunque sia,esistono dei filtraggi a basso costo ed a bassa manutenzione come i filtri a ceramica. La seconda fonte di approvigionamento ďacqua è ľacqua di sorgente poi dei ruscelli, laghi, fiumi ed infine quella dei pozzi che per noi è la peggiore a livello qualitativo e di contaminazione. Oggigiorno nelľacqua dei pozzi e quindi nelľacqua di falda ci si può trovare di tutto dalľarsenico ai metalli pesanti alľ escherichia coli, quindi ha bisogno di un forte filtraggio ed i costi di perforazione e filtraggio aumentano parecchio. Ovviamente ľacqua del comune o di aziende private neanche la teniamo in considerazione perché è piena di cloro e veleni vari, quindi per noi non è potabile. Raccogliere ľacqua piovana ha un primo beneficio per la nostra salute, risparmia ľuso di tubature lunghissime, la costruzione di vasche enormi e l’utilizzo di pompe elettriche costose, quindi riduce ľimpatto ambientale”. Il diritto all’acqua è comunque estensione del diritto alla vita affermato dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e deve essere tutelata e garantita. Pietro Zucchetti, in collaborazione con Onorio Belussi sta programmando una serie di corsi specifici presso l’Officina delle Erbe del Garda di Raffaella Visconti a Desenzano del Garda (BS)
“Per avvicinarsi alla permacultura consiglio la lettura di qualche libro e fare un corso introduttivo. – conclude Zucchetti – L’iter di formazione inizia invece con il corso base di 72 ore in 10 giorni e prosegue con praticantato ed il diploma in permacultura applicata che è un corso di studi autogestito”.
Per ulteriori informazioni visitate
www.permaculturaitalia.net
Pietro Zucchetti è il fondatore e coordinatore dell’Istituto Italiano di Permacultura. Ha esperienza nella progettazione di sistemi di permacultura urbana e, nel suo podere in Italia, “Ľalbero arcobaleno” progetta e vive applicando i principi di progettazione. Pietro vanta un ventaglio di corsi di formazione in diverse discipline legate alla permacultura come: agricoltura rigenerativa, forest garden, gestione forestale sostenibile, ceduazione, potatura alberi da frutto antichi, l’apicoltura e l’arboricoltura. Ha conseguito una laurea in Studi Ambientali e il Diploma in Design di Permacultura Applicata in Inghilterra con ľAssociazione britannica. Inoltre è annoverato nella rosa dei docenti del Permaculture Research Institute of Australia. Si dedica alla progettazione e la gestione di piccole e grandi aziende agricole progettandole in permacultura ed è alla ricerca di come una famiglia possa diventare autosufficiente avendo a disposizione spazi ridotti. Utilizza un approccio di agricoltura rigenerativa coniugato con l’agricoltura naturale. Vive con la sua famiglia in Italia, nella sua proprietà totalmente autonoma. Nel 2010 fonda ľIstituto italiano di permacultura che viene da un’esigenza di diffondere la permacultura in Italia in modo onesto e corretto. Attraverso corsi, eventi pubblici, video, articoli, progetti fatti in varie parti d’Italia.
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