Correggio (Reggio Emilia) – GIO’ DI BUSCA – “LA BELLEZZA RITROVATA”
Sculture con un nuovo codice estetico
Correggio, con 25.589 abitanti, è il Comune più popoloso della provincia di Reggio Emilia dopo il capoluogo. Il suo centro storico vanta interessanti bellezze architettoniche, una bella piazza centrale, dove si staglia il monumento dedicato ad Antonio Allegri detto “Il Correggio”, nato e morto proprio in questa bella cittadina emiliana (1489-1534), uno dei più grandi pittori di sempre che ebbe i suoi migliori anni di attività in pieno Rinascimento. A breve distanza si trova il Palazzo dei Principi. Costruito tra la fine del XV secolo ed il 1508 il Palazzo dei Principi fu dapprima residenza di Francesca di Brandeburgo, vedova del conte Borso da Correggio, e dei suoi figli Gian Francesco e Manfredo. Fu una delle più sofisticate Corti rinascimentali, frequentata anche dall’Ariosto per le sue due celebri protagoniste: Ginevra Rangoni (dopo la vedovanza, andata in sposa al principe Gonzaga di Castiglione delle Stiviere e Castelgoffredo) e Veronica Gambara, la famosa poetessa (tra l’altro amica di Isabella d’Este) che, dopo la morte del marito resse con giudizio il Principato, dopo la cui caduta del Principato correggesco, il Palazzo fu per oltre due secoli sede del Governatore Estense e degli uffici di governo (Provveditore Ducale, Cancelleria, Dogana, eccetera). Nel corso del XIX secolo, persa ogni prerogativa pubblica, la struttura andò incontro ad un rapido e grave degrado, finendo per essere utilizzato per usi differenti e sovente impropri. Dopo altre vicissitudini, grandi lavori di restauro hanno portato alla riapertura nel 2003 della Biblioteca Comunale “Giulio Einaudi” (ora al piano terreno e all’ammezzato del Palazzo) e nel 2004 del Museo e degli Archivi Storici. Oggi, il piano terreno ospita i locali della Sala Conferenze “Arrigo Recordati” (con l’adiacente Sala dei Putti) e, come ricordato, la Biblioteca Comunale “Giulio Einaudi”. Al primo piano si trovano le sale del Museo “Il Correggio” e della Galleria Espositiva, con importanti opere d’arte, mentre al secondo piano sono collocati gli archivi storici cittadini (Salone degli archivi) e i fondi antichi della biblioteca (Salone della Capriate). In questo periodo, proprio in questa sede è in corso una contenuta ma interessante mostra di Giò di Busca, artista singolare che nei suoi lavori si ispira spesso alla tradizione “Classica” per trasferirla in chiave contemporanea. Per la prima volta ci è dato di ammirare le opere dello scultore in dialogo con questa eccezionale architettura rinascimentale. La corte interna del Palazzo ospita infatti “Emitheos”, il semidio greco che rappresenta la volontà del suo autore di riportare l’uomo al centro della ricerca artistica contemporanea, mentre “Mano d’artista con arancia”, un omaggio alla capacità creativa dell’uomo, introduce attraverso il colore, all’opera più emblematica, “Ala di ravennate” che, rievocando il blu lapislazzuli dei mosaici del Mausoleo di Galla Placida, propone una riflessione sull’aspirazione dell’uomo a elevarsi anche attraverso la bellezza intesa come valore etico. Per l’occasione Giò di Busca ha voluto rendere accessibili al pubblico, due opere di grande interesse storico-artistico legate al territorio emiliano, “L’allegoria della musica” di Simone Cantarini e un enigmatico ritratto di nobildonna di Pier Francesco Cittadini. Quest’ultimo è attualmente oggetto di studi volti ad individuare l’identità del soggetto ritratto che si ipotizza essere Lucrezia Barberini d’Este, Duchessa di Modena, ultima moglie di Francesco I. Ideatore del progetto espositivo e curatore della mostra è l’architetto milanese Marco Cerruti, amico del Museo correggesco, aperto all’attività di ricerca sull’attualità dell’arte che, indubbiamente, con questa esposizione ha fatto centro, tanto che il busto bronzeo sembra da sempre stato qui con la sua potenza espressiva e la sua perfezione formale. Alcune note biografiche. Giò di Busca, scultore, pittore, designer e collezionista eclettico, è nato a Milano nel 1959. Eredita la passione per l’arte dalla famiglia: suo nonno Carlo Malerba, industriale, fu anche pittore nell’ambito del “Chiarismo lombardo”, amico del “mentore” Angelo Del Bon e di Oreste Marini, nel cui studio, fin da giovanissimo, Giovanni si dedicò all’arte, incoraggiato da Marini stesso che ne intravvedeva il talento, e lo inviò a Parigi presso lo studio di Emile Giglioli, scultore italo-francese di fama internazionale. Nel 1977 si iscrive alla Facoltà di Architettura di Venezia per poi laurearsi al Politecnico di Milano nel ’84 con una tesi sull’Arte dei Giardini. Si impone all’estero, specie negli USA dove tra i clienti che acquistano suoi lavori conta Michael Jackson, Gianni Versace e Sylvester Stallone. Architetto e collezionista eclettico, è nella scultura che si esprime al meglio la sua ricerca artistica e le sue opere fondono culture radicalmente opposte e declinano riferimenti alla natura, alla musica, all’antico ma anche alla modernità tecnologica.
Museo Il Correggio – Palazzo dei Principi, Correggio (Reggio Emilia); fino al 10 Dicembre 2017;
Orari: sabato, 15,30-18,30; domenica, 10-12,30 e 15,30-18,30; Tel. 0522 691806; www.museoilcorreggio.org ; Ingresso libero.
Fabio Giuliani
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