CLUB DEI 27

Non c’entra nulla con gli artisti maledetti morti a quell’età (Amy Winehouse, Kurt Cobain, Jimi Hendrix, Jim Morrison). E’ invece un circolo esclusivo, con sede a Parma, dedicato a Giuseppe Verdi.
E’ formato da ventisette soci, che hanno scelto di occuparsi per tutta la vita della promozione della musica del maestro; ognuno di loro porta il nome di un’opera: Attila, Aida, Rigoletto, Otello, Stiffelio, e via elencando. Quest’anno l’associazione ha scelto il mezzosoprano di Roccafranca Ilariandrea Tomasoni, 22 anni, quale voce emergente verdiana; la giovane cantante della Bassa il 14 ottobre calcherà il palcoscenico del Teatro Regio di Parma, per il concerto «Fuoco di Gioia» (13esima edizione), in cartellone del Festival Verdi, insieme a celebri cantanti, Franco Vassallo (baritono), Celso Albelo (tenore), Riccardo Zanellato (basso), diretti da Enrico Fagone. «Pochi anni fa il Club ha premiato Alessia Panza, anche lei bresciana, che ora sta facendo una bellissima carriera», racconta Tomasoni. Ilariandrea ha vinto i concorsi lirici di Lonato, Verona, Bellano, conquistato il 2° premio al «Giulio Neri» di Siena; ha cantato a Bergamo, Torino, Ivrea; a fine maggio ha debuttato nell’opera «L’importanza di essere Franco» di Castelnuovo‒Tedesco a Parma. «Il Club dei 27 ogni anno si ritrova alle Roncole ‒ racconta Tomasoni ‒, depone un mazzo di 27 rose rosse nella stanza in cui Verdi è nato, ne festeggia il compleanno. Chiunque visiti la sede del gruppo viene accolto dal loro inno, Va’ pensiero, cantato dai soci nella penombra, davanti a un piccolo busto verdiano in bronzo illuminato da un faretto».
Cosa significa nascere in una famiglia di musicisti?
«Mia sorella Romina è un’affermata cantante lirica; mio fratello Omar è la Prima Tromba del Concertgebouw di Amsterdam. Quando sono nata loro erano grandi (hanno 20 e 18 anni più di me) e già giravano il mondo. Fin da piccolissima andavo a teatro, incontravo importanti strumentisti, direttori, cantanti. Mi sembrava di vivere in una favola. Da piccola soffrivo molto per la loro lontananza. Crescendo ho capito che fanno del bene al mondo e all’anima delle persone. Ovviamente tutto ciò è anche merito di mamma Pier Angela e papà Antonio. Ringrazio pure le mie insegnanti Alessandra Perbellini (Liceo Gambara) e Donatella Saccardi (Conservatorio di Parma), donne forti, determinate, sensibili e disponibili».
Qualche ricordo speciale ha della Sua infanzia?
«Ho iniziato a cantare prima di parlare. Imitavo i suoni che sentivo in casa. Romina mi ha detto che a tre anni, mentre viaggiavo in macchina con lei, con sua enorme sorpresa ho attaccato le prime note della Seguidilla della Carmen, che stava studiando: in breve abbiamo messo in piedi un duetto. Ricordo anche tutti i pisolini fatti da bambina in teatro durante le prove generali degli spettacoli sinfonici di Omar: la musica era la migliore coccola che potessi desiderare. Al termine dei concerti correvo verso di loro per abbracciarli e prendermi anch’io un po’ di applausi».
ENRICO RAGGI
Tags: 27 soci a Parma, dedicato a Giuseppe Verdi, mezzosoprano di Roccafranca Ilariandrea Tomasoni






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