Castello di Miradolo, San Secondo di Pinerolo (TO) – CARAVAGGIO E IL SUO TEMPO

| 11 gennaio 2016
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In arte cambia la visione del mondo

La Fondazione Cosso, che ha la propria sede operativa nel Castello di Miradolo, dopo averci, lo scorso anno, offerto l’importante esposizione sul tema di San Sebastiano, simbolo di integrità fisica e morale, con opere provenienti da tutto il mondo, ora, con la presente mostra, affronta il tema dell’influenza della rivoluzione caravaggesca sugli artisti a lui contemporanei o immediatamente seguenti. Egli infatti sconvolge i canoni rinascimentali della visione per il quale tutto è immerso in uno spazio architettonico ideale convergente all’infinito con la sostituzione dello spazio reale che noi percepiamo e la presa diretta delle figure dalla realtà come non era mai accaduto nella storia: è la pittura dell’istante e del vero nell’arte. Il pittore più celebre ai tempi suoi, viene poi ignorato con la ripresa del bello ideale, capito nel bel mezzo del Settecento dal lombardo Giacomo Ceruti, è rivalutato nel Novecento da Roberto Longhi che dedica i suoi studi a lui e ai caravaggeschi, fino alla consacrazione attuale di pittore antico più famoso. Con 40 dipinti, alcuni mai visti prima in Italia, il percorso si sviluppa in tre sezioni. La prima evidenzia la giovinezza e la formazione del giovane Michelangelo Merisi con tre stupende tele del suo primo maestro a Milano Simone Peterzano e a Roma del Cavalier D’Arpino. In questa sezione si esamina pure il rapporto fra Caravaggio e il genere affatto inferiore della natura morta che, proprio con lui acquista autonomia e rilevanza; sua infatti è la famosa frase “tanta manifattura gli è a fare un quadro buono di fiori, come di figure”. La mostra quindi tenta di far luce sull’Accademia romana del marchese Giovanni Crescenzi con opere di Tommaso Salini, Agostino Verrocchi, Pietro Paolo Bonzi detto il “Gobbo dei frutti”; le nature morte di quest’ultimo mi paiono fra i quadri più interessanti dell’esposizione in quel loro iperrealismo che porta la natura ad immagine mentale. La seconda sezione ruota intorno alla “Maddalena penitente” del Caravaggio. Qui, con novità assoluta, l’artista rappresenta il pentimento della giovane senza i soliti orpelli che normalmente la trasformano in immagine devozionale. E qui avviene il confronto con pittori di tutta Europa che arrivano a Roma per conoscere i segreti del “gran lombardo”, come i fiamminghi Hendrick     De Somer, Hendrick Terbrugghen. La terza sezione presenta artisti che guardano la realtà, fra cui il senese Rutilio Manetti, il genovese Gioacchino Assereto, il ticinese Giovanni Serodine, il calabrese Mattia Preti e lo spagnolo Jusepe de Ribera, di cui sono esposti due capolavori: “San Pietro penitente” e “La testa recisa di San Giovanni Battista”. Viene infine affrontato se siano copie o repliche dipinti con il medesimo soggetto. Al riguardo vediamo un “San Francesco che riceve le stimmate”, proveniente dai Musei Civici di Udine, appartenuto nel primo Seicento all’abate commendatario di Pinerolo Ruggero Tritonio e, per uno strano destino, ora esposto qui dopo quattrocento anni a poca distanza dall’abbazia di cui si occupò per più di vent’anni l’abate stesso; si ritiene che l’originale sia la versione che si trova ad Hartford. Chiude la mostra il “San Francesco in meditazione”, proveniente da Malta, mai visto prima in Italia, di grande qualità; la tela si inserisce nel dibattito sull’identificazione dell’originale con lo stesso soggetto fra la versione della Galleria d’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma, proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto e quella della chiesa di Santa Maria della Concezione a Roma. Fondamentale per questa mostra, ideata e curata da Vittorio Sgarbi con il coordinamento di Antonio D’Amico, è la ricerca di opere inedite o difficilmente visibili al grande pubblico anche secondo i principi della Fondazione. Il relativo catalogo, ricco di studi,     fra cui emerge lo specialista Gianluca Bocchi per il saggio “Pittura di natura morta nel ‘600 e la lezione di Caravaggio”, è edito dalla Fondazione Cosso. La mostra è accompagnata da una grande installazione sonora intitolata “Lezioni di tenebre” a cura di Roberto Galimberti, nata appositamente per questo evento che, dialogando con i capolavori esposti, crea una relazione fra musica e pittura, frutto dell’attenzione che la Fondazione dedica alla sinergia fra le arti. Alcuni cenni alla sede espositiva e alla Fondazione. Il Castello di Miradolo, all’imbocco della Val Chisone, costituito da una parte nobiliare e da una parte rustica, il cui impianto risale al secoli XVII e XVIII secolo, fu ridisegnato ed ampliato nella seconda metà dell’Ottocento in stile neogotico dal conte Luigi Cacherano di Bricherasio come dono di nozze alla figlia del proprietario, il marchese Massel. Dall’unione nacquero Emanuele – fra i soci fondatori della FIAT – e Sofia. Questa, ultima erede della famiglia, lasciò il castello alla Provincia Religiosa di San Marzano di Don Orione che ne fece una casa per esercizi spirituali. Infine la proprietà fu abbandonata. Nel 2007 un gruppo di privati l’acquistò e la recuperò aprendola al pubblico.   Il grande stupendo parco di sei ettari che circonda il castello con laghetti e numerosi corsi d’acqua, vale una visita con la sua suggestione di una natura libera di esprimersi. Dal 2007 è inserito nell’elenco ufficiale dei giardini sottoposti a tutela della Regione Piemonte. La Fondazione Cossu è nata a Pinerolo nel 2008 con l’obbiettivo di valorizzare il territorio dal punto di vista culturale, scientifico ed umanistico. Ha sede nel Castello di Miradolo onde confermarlo come polo culturale così da rievocare quel cenacolo che, tra Otto e Novecento che la contessa Sofia, ultima erede ed allieva del pittore Lorenzo Delleani (frequentatore abituale) aveva saputo creare con il suo impegno intellettuale e sociale.

Fondazione Cosso – Castello di Miradolo, San Secondo di Pinerolo (Torino); Fino al 10 Aprile 2016; Orari: giovedì e venerdì 14-18; sabato, domenica e lunedì: 10-18.30; chiuso martedì mercoledì. Per gruppi e scuole interessati a visite guidate e attività il Castello di Miradolo può aprire ogni giorno, su prenotazione; info e prenotazioni, Tel. 0121 502761; Sito Internet: www.fondazionecosso.com

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Fabio Giuliani

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