Carnevale 2017: dal 23 al 28 febbraio tradizioni e feste intorno al Lago di Garda

| 18 febbraio 2017
carnevale

Il Carnevale è simbolo di divertimento e diletto, ed è rappresentato dalle popolari maschere, dai costumi e dai carri. Che l’origine sia di tipo religioso, e quindi venga da “carnem levare”, a simboleggiare l’eliminazione della carne per la Quaresima, o che provenga dai “carrum novalis” degli antichi romani, questa festa è diventata ormai una tradizione immancabile. In Italia esistono diversi carnevali famosi, come quello di Venezia e Viareggio. Ma anche sul Lago di Garda non mancano ogni anno tante feste che da anni colorano le vie e le piazze delle città gardesane nella settimana di Carnevale. Dalla provincia di Brescia arriva una delle feste più note in tutto il mondo, il “Carnevale Bagosso” di Bagolino. I festeggiamenti si compongono di due caratteristiche: i ballerini e le maschere, in dialetto Balarì e Maschèr. Si ritiene che le musiche e le danze dei ballerini risalgano al XVI secolo, mentre l’origine delle maschere è ancora più antica. Le maschere sono personaggi che, travestiti da vecchio e vecchia e con la voce in falsetto, si divertono a fare dispetti senza farsi riconoscere. In passato insieme alla tradizione del mascheramento, si andava a seste (andare a ceste), dove lo scopo esplicito era il corteggiamento. I Ballerini invece si dilettano in danze che vengono eseguite in pubblico esclusivamente durante il lunedì e il martedì ultimi di Carnevale, e sono vestiti con giacca e pantaloni al ginocchio scuri ornati da ricami, calze e camicia bianche, cravatta scura, un lungo scialle di seta e tracolla di velluto ricamato. I balli sono riconducibili a quelli che si effettuavano nei palazzi dei signori. A Bedizzole il Carnevale si festeggia più tardi, perché racchiude i carri dei Comuni della provincia in una grande sfilata con la “Rassegna di Carnevali Bresciani”. Dai vari paesi della provincia carri e maschere sfilano tra le vie del centro dando vita a coreografie spettacolari, con costumi, musiche, canti e danze di vario tipo, secondo l’ispirazione tematica di ogni carro o gruppo partecipante. Vengono premiati i primi cinque carri classificati e i primi tre gruppi. È inoltre previsto un premio per chi ha partecipato (ottenendo il miglior piazzamento nelle varie classifiche) alle principali rassegne del territorio: Carpenedolo, Montichiari, Erbusco e, appunto, Bedizzole. Presso il Palazzetto dello Sport di Manerba del Garda si celebra il Carnevale della Valtenesi con la sua tradizionale sfilata di maschere, giochi per tutti, intrattenimento con gonfiabili, trampolieri e clown per i più piccini. Questa festa riunisce i bambini con il concorso della Mascherina d’Argento. In passato era famoso per la sfilata di carri delle frazioni di Manerba e dei paesi della Valtenesi per le vie del centro, capitanata dal Re del Maöl, simbolo della vendemmia e del vino di quelle terre. Il Carnevale a Verona prende il nome di “Bacanal del Gnoco”. L’origine del Carnevale di Verona ha diverse interpretazioni. Secondo la tradizione popolare il fondatore è Tomaso Da Vico, un medico che nel XVI secolo ha disposto nel suotestamento che ogni anno si distribuissero alimenti agli abitanti del quartiere di San Zeno, mentre altri ritengono che risalga al 1405, con l’ingresso della città nella Serenissima Repubblica. Altri ancora fanno derivare questa festa già nel Medioevo, con le feste baccanali. Oggi il Carnevale veronese è una festa coloratissima: i carri allegorici e le maschere multicolori sono capitanate dal personaggio più acclamato e importante, Papà del Gnoco. La Festa de la Renga, cioè dell’aringa, conclude il carnevale. A Bardolino il “Carnevale di Bacco e Arianna” si compone di maschere e carri che sfilano per tutto il centro, e anche sullo splendido lungolago. Questa manifestazione prende spunto da un componimento, “Il Trionfo di Bacco e Arianna”, canto di Carnevale ad opera di Lorenzo il Magnifico in cui si narra della storia d’amore tra la divinità che celebra l’ebbrezza e la giovane Arianna. A Mantova torna anche nel 2017 “Alla Corte del Re Trigol”. Questa festa rievoca la leggenda che racconta la Leggenda del Re Trigol (in dialetto castagna di lago), ideata a Mantova. La storia narra delle avventure del Re Trigol e di altri personaggi che richiamano le peculiarità floristiche e faunistiche dei tre laghi che circondano la città, come zanzare e ninfee. Bellissime riproduzioni di costumi storici, stendardi, cantori e tanta allegria, ridanno vita alla fiaba. Anche nella provincia e nelle Colline Moreniche sono tante le occasioni per festeggiare il Carnevale: a Castiglione delle Stiviere il “Gran Carnevale Castiglionese” offre una grande sfilata di carri, gruppi mascherati e bande musicali, per portare allegria e colore in tutte le vie del paese. Al termine le premiazioni per le categorie “Miglior carro di Castiglione delle Stiviere”, “Miglior carro proveniente da fuori città” e “Miglior gruppo a piedi”. Caratteristico e tradizionale anche il “Carnevale del Capunsèl” di Volta Mantovana: una sfilata notturna, guidata dal Re del Gnoc veronese che si unisce alla maschera di Pupà del Capunsèl , che porta sullo scettro i famosi gnocchetti, e durante tutta la festa vengono distribuiti capunsei. Infine a Castel Goffredo il gustoso e divertente “Carnevale Gnoccolaro”. E’ una festa antica, dalle scoperte fatte si può attribuire la nascita di questa tradizione nel 1872. E’ molto probabile che l’introduzione di questa Festa a Castel Goffredo trovi la sua ispirazione da quella veronese. Quando nel 1531 il medico veronese Tommaso da Vico ha dato inizio alla secolare tradizione del Bacanal, si trovava a Verona anche Cesare Fregoso, capitano della Repubblica di Venezia. Pochi anni dopo la famiglia Fregoso si è trasferita a Castel Goffredo presso la Corte del marchese Luigi Gonzaga ed è molto probabile che il novelliere Bandello abbia raccontato le celebrazioni veronesi alla corte mantovana. Non manca all’appello il Garda Trentino: la festa più nota è il “Carnevale Asburgico” di Arco, che è una vera e propria rievocazione storica, dove la storia si mischia al divertimento e le maschere sono tutte derivanti dal periodo asburgico, alla fine del XIX secolo. Esiste infatti una testimonianza scritta di manifestazioni carnevalesche organizzate in Arco che risalgono al 1400 ma bisogna arrivare al 1876 per trovare una manifestazione codificata ed organizzata da un comitato cittadino appositamente costituito. Al giorno d’oggi esistono ancora comitati “rionali” che dedicano il loro tempo per la conquista dell‘“Arco d’Argento e Arlecchino d’Argento”. Alla sfilata di carri allegorici si uniscono mestieri antichi, balli e concerti in costume e pranzi allestiti nelle sale del Casinò. L’Alloro e il Bambù di Romarzollo chiude il Carnevale con il tradizionale rogo dei carnevali, baldacchini di bambù e addobbi. Altro appuntamento da gustare per il Carnevale in alto Lago è la tradizionale “Sbigolada di Torbolana”: in enormi calderoni, quintali di spaghetti vengono cotti e poi conditi con aole salmistrate secondo la ricetta gardesana, accompagnati da musica e dalle sfilate delle maschere nel centro di Torbole.

A cura di Silvia Fusi

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