Cannobio (Verbania) – Piero Gilardi – Natura lacustre

| 14 ottobre 2016
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Cannobio è comune italiano di poco più di cinquemila abitanti della provincia del Verbano Cusio Ossola, quasi al confine con la Svizzera, situato sulla riva nord-occidentale del Lago Maggiore e allo sbocco della Valle Cannobina. Il paese ha origine antiche, forse preromane; lo dimostrano alcune sepolture a incinerazione, tornate alla luce tra il XVI e il XVII secolo nei pressi dell’attuale via Campo Rezio. Dopo l’annessione all’Impero Romano del nord Italia e delle vallate alpine (I secolo a.C.), Cannobio fu certamente un centro commerciale e strategico e sede di una flotta lacustre. Tra il 2002 e il 2016 (fatte eccezione per il 2006 e 2014) è stato insignito del prestigioso riconoscimento ambientale della FEE, la “Bandiera Blu”, grazie a un ottimo servizio di depurazione delle acque e a un preciso piano di raccolta differenziata dei rifiuti. Il Comune è stato inoltre insignito, dal 2011, della Bandiera arancione dal Touring Club Italiano. Il Palazzo del Ragione, detto Parasi, edificato nel 1291 dal podestà Ugolino Mandello, poi modificato nel corso del Seicento, è costituito da blocchi squadrati granito che formano un portico terreno con cinque pilastri reggenti le volte a botte. Sotto il portico sono collocati stemmi, lapidi e rilievi trecenteschi e due tombe romane. Sul lato destro del palazzo si erge la Torre Comunale di costruzione romanica del XII secolo costruita in pietra viva che poi il campanile dell’antica chiesa di San Vittore. Per tanti anni adibito a luogo di giustizia e di governo, questo ambiente è stato oggetto di accurati interventi di restauro dall’Amministrazione Comunale, in stretta collaborazione e visione da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della regione Piemonte. Proprio qui, distribuita su due livelli, è attualmente in corso una mostra personale di Piero Gilardi, uno dei più singolari protagonisti del panorama artistico contemporaneo, esponente della cosiddetta “Arte Povera” che si occupa di “bioarte” ed arte “ecologica” fin dagli anni Sessanta. Contrario alla mercificazione dell’arte, l’autore si è isolato dal gruppo e ha interrotto la produzione artistica fino al 1981 concentrandosi sull’ “arte terapia” e sull’impegno transculturale in paesi stranieri. Pioniere dell’arte e del pensiero, si è poi dedicato anche alle nuove tecnologie. Famosissimi i suoi “tappeti-natura”, con i quali ricrea la terra con il poliuretano espanso, installazioni interattive, performance e video. Realizzata in collaborazione con la galleria Giraldi di Livorno e curata da Vera Agosti, questa rassegna comprende da una ventina di opere, una selezione dei celebri “tappeti-natura”, con un particolare riferimento agli ambienti del Lago Maggiore, come suggerisce il titolo dell’esposizione. Ecco allora acqua, torrenti e boschi delle montagne che circondano il lago (“Betulle e mele cadute”, “Larice e muschi”, anni 2000); ma anche ambientazioni marine, con i gabbiani (“Volo radente”, anni 2000), i frutteti (“Pesche nettarine”, “Mele rosse e prugne”, “Pesche cadute”, 2000) e la neve (“Cavoli sotto la neve”, 1974; “Primi bucaneve”, 2000; “Neve sul bivacco”, anni 2000). Una speciale seduta a forma di tronco d’albero (“Controcorrente”, 2013), sempre in poliuretano espanso, completa la mostra. Si tratta di un’installazione interattiva e sonora con il gorgoglio di un ruscello che scorre, con apparato tecnologico di Heinrich Vogel. Queste riproduzioni fedeli della Terra testimoniano in modo evidente il suo amore per la natura, il suo impegno e il suo appello a difenderla e preservarla. Gilardi stesso nel 1966 affermava: “Spero di poter riunire, un giorno, tutti i tappeti che sto realizzando, in un posto largo e piano, racchiuso da una cupola in forma opalescente: in quell’ambiente rarefatto l’immagine di ogni tappeto comincerà a dilatarsi e deformarsi secondo un ritmo organico incomprensibile ma accettabile”. Il catalogo è pubblicato da Prearo Editore, che su Gilardi e, più compiutamente sull’arte contemporanea ha prodotto un volume ancora più esaustivo.

Palazzo Parasi – Via Giavanola, Cannobio (Verbania); fino al 30 Ottobre 2016; Orari: da martedì a sabato 10-12 e 16.30-18.30; domenica 10-12 (verificare sempre via telefono); Per informazioni: Ufficio Turistico di Cannobio – Palazzo Parasi, Tel. 032371212

Fabio Giuliani

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