Brescia NUOVE FRONTIERE DELLA CHIRURGIA

| 1 aprile 2003

Un intervento chirurgico al cervello…. sul paziente completamente sveglio.. 

L’eroica tecnica di intervento di cui si parla, è utilizzata già da cinque o sei anni in tutto il mondo: In Italia, viene adottata in alcuni centri come, il Besta di Milano, l’Ospedale di Udine e dal novembre 2002, anche presso la neurochirurgia dell’Ospedale Civile di Brescia, diretta dal prof. Angelo Bollati (ad attuare l’intervento è stata l’équipe diretta dal dott. Roberto Stefini).
Chiunque conosca minimamente la struttura anatomica e la fisiologia cerebrale sa bene che, il cervello, non è innervato da fibre nervose che trasportano le sensazioni dolorose. Tale situazione, consente così di poter intervenire chirurgicamente su di esso, mediante ”anestesia da svegli”. La particolarità che caratterizza tale intervento, riguarda il paziente: quest’ultimo rimane con la scatola cranica aperta, tuttavia, costantemente sveglio per tutta la durata dell’operazione. Il chirurgo, attraverso il dialogo, stimola il paziente, scongiurando il pericolo di danneggiare qualche importante centro nervoso che, tra l’altro, sarebbe subito evidenziato da una manifestazione neurologica specifica (se ad esempio è operata la zona del cervello che controlla il linguaggio, basta far parlare il paziente). In neurochirurgia si parla di “aree eloquenti”, proprio perché manifestano subito l’eventualità di un danneggiamento. L’intervento si definisce scientificamente “ mappatura cerebrale in craniotomia da svegli .
Dall’esperienza nosocomiale bresciana, l’uomo del XXI secolo, può giungere a delle conclusioni positive a favore della propria salute. Finalmente la medicina, e la chirurgia operano con la coscienza di agire, non solo per il bene della ricerca scientifica, ma soprattutto per il bene del malato che verrà risparmiato della somministrazione di un’anestesia generale, a favore di una migliore riuscita chirurgica.


Di: Angela G. Ferrari

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