Brescia – MAGNUM + STEVE McCURRY

| 24 aprile 2017
Brescia - McCurry 1

La Fotografia in “grande spolvero”

La città di Brescia ha sempre avuto un forte legame con la fotografia e il calore e la partecipazione con cui è stato accolta la prima edizione del “Brescia Photo Festival”, ne è stata una decisa riprova. Questa Manifestazione – intitolata “PEOPLE” (Gente) ha colto nel segno, coinvolgendo la cittadinanza attraverso le grandi mostre, le esposizioni, le conferenze, i workshop e gli eventi. Ideato da Luigi     Di Corato, promosso ed organizzato da Fondazione Brescia Musei e dal MaCof-Centro della fotografia italiana (dove, fino al 7 Maggio, è in corso una bella mostra di Uliano Lucas), il Brescia Photo Festival ha potuto contare sul patrocinio della Camera di Commercio e del Consolato Generale USA a Milano per le mostre Magnum e McCurry e sulla collaborazione di LABA – alla cui creatività si deve il logo e l’immagine coordinata dell’evento di Civita Mostre e Silvana Editoriale. Dal 7 al 12 Marzo le tante iniziative del Festival hanno coinvolto la città e soddisfatto il pubblico, bresciano e non solo. Molte anche le gallerie e gli spazi in città che hanno inaugurato le proprie esposizioni durante la settimana e che anche hanno aderito, l’11 Marzo, alla “Notte della Fotografia” prolungando la propria apertura fino alle 24 e contribuendo in modo decisivo a dar vita a quella che è stata una vera e propria festa cittadina. Ma, finita la Manifestazione, proseguono le importanti esposizioni, iniziate proprio in concomitanza del Photofestival con il dichiarato scopo di far da traino. Vediamole. Al terzo piano del Complesso Museale di Santa Giulia troviamo “Magnum First”, strutturata con 83 stampe vintage in bianco e nero accompagnate da otto testi di fotografia firmati da Henri Cartier-Bresson, Marc Riboud, Inge Morath, Jean Marquis, Werner Bischof, Ernst Haas, Robert Capa e Erich Lessing, dai grandi Maestri fondatori della celebre Agenzia fotografica a chi si è aggregato strada facendo, per arrivare alle nuove generazioni. Vediamo immagini che sono entrate nella storia della fotografia, come il reportage dal “Festival delle province basche” di Robert Capa o gli scatti della Dalmazia di Marc Riboud o quelli tratti dal “Photographic Diary” di Werner Bischof. Fanno parte dell’’immaginario collettivo del Novecento le 17 immagini scelte da Henri Cartier-Bresson per ricordare il funerale del Mahatma Gandhi. Altri lembi del mondo, così come lo avevano registrato appena prima della mostra, sono proposti da Ernst Haas (“La terra dei Faraoni”, 1954), da Erich Lessing (“Austria, Bambini viennesi”, 1954), Jean Marquis (“Ungheria”, 1954) e Inge Morath (“Londra, Mayfair”, 1954). La storia che sta dietro a questa mostra bresciana è in breve da raccontare. Nel 2006, in una cantina di Innsbruck a qualcuno venne la voglia di capire cosa ci fosse in un paio di casse ricoperte da polvere, lì abbandonate da sempre. Venne così alla luce un autentico tesoro. In quelle casse, a metà degli anni Cinquanta erano state infilate le immagini di quella che fu la prima mostra del gruppo Magnum e che, con il titolo “Gesicht der Zeit” (La faccia del tempo), tra il Giugno 1955 e il Febbraio ‘56 era stata proposta in cinque città austriache. Verosimilmente le casse erano pronte per portare il loro contenuto alla sede successiva della mostra, ma qualcosa lo impedì. Vennero depositate in quella cantina e lì dimenticate. L’eccezionalità del ritrovamento riguarda innanzitutto il patrimonio di immagini originali ritornate alla luce, ma anche la possibilità, grazie alle didascalie e ai supporti anch’essi inseriti nelle casse, di rivedere la mostra esattamente così come l’hanno pensata gli stessi fotografi che di essa erano i protagonisti e come l’hanno ammirata gli austriaci all’epoca oltre sessanta anni fa. A ricordare questa particolare vicenda sono stare portate in mostra proprio le due casse allora dimenticate. Poi, in un percorso continuativo viene proposta la mostra “Magnum. La première fois”, per celebrare la prima rassegna storica sugli autori che negli anni hanno operato al suo interno. L’esposizione bresciana rientra in un ampio progetto unitario, ma al tempo stesso distinto, dedicato alla celebre Agenzia fotografica che quest’anno “compie” 70 anni di vita congiuntamente ad altre esposizioni in corso contemporaneamente al Museo del Violino di Cremona e presso lo spazio Camera Photo a Torino, di cui parleremo in altra occasione. In uno spazio adiacente a questa mostra, possiamo vedere anche quella su Steve McCurry, che ha per titolo “Leggere”. La mostra, curata da Biba Giacchetti e, per i contributi letterari, da Roberto Cotroneo, è collegata alla fortunata serie di immagini che McCurry ha riunito in un magnifico volume, divenuto presto un “best seller” del settore a livello mondiale. Purtroppo a Brescia sono presenti solo alcune delle foto presenti in quella pubblicazione. “Steve McCurry. Leggere” è un’imperdibile produzione di Brescia Musei e Civita, realizzata in collaborazione con “SudEst57” e con un progetto di allestimento dello scenografo Peter Bottazzi.                            L’inedita selezione di fotografie proposta nella mostra bresciana vuole costituire anche un omaggio di McCurry al grande fotografo ungherese André Kertész. Questa rassegna inedita presenta circa 70 fotografie che ritraggono persone da tutto il mondo assorbite nell’atto intimo ed universale del leggere. I soggetti sono catturati dall’obiettivo di McCurry che svela il potere insito in questa azione,     la sua capacità di trasportare le persone in mondi immaginati, nei ricordi, nel presente, nel passato e nel futuro e nella mente dell’uomo. Dai luoghi di preghiera in Turchia, alle strade dei mercati in Italia, dai rumori dell’India ai silenzi dell’Asia orientale, dall’Afghanistan all’Africa, agli Stati Uniti: immagini vibranti e colorate documentano i momenti di quiete durante il quale le persone si immergono nei libri, nei giornali, nelle riviste. Giovani o anziani, ricchi o poveri, religiosi o laici. Le immagini che rendono omaggio alla parola scritta sono accompagnate da una serie di citazioni di brani letterari scelti da Roberto Cotroneo, in una sorta di percorso parallelo, un contrappunto di parole dedicate alla lettura che affiancano gli scatti di McCurry per coinvolgere ulteriormente il visitatore. Una sezione conclusiva presenta i libri pubblicati in questi anni con gli scatti di McCurry, anche quelli oggi introvabili, accanto alle foto originali scelte personalmente dal fotografo per le copertine e che sono spesso le icone che lo hanno reso celebre in tutto il mondo, in primis fra tutte la “Ragazza afgana”, scatto risalente al 1984, e successivamente pubblicato sulla copertina della rivista “National Geographic Magazine”, nel mese di Giugno dell’anno seguente. L’immagine divenne una sorta di simbolo dei conflitti afgani degli anni Ottanta.

Musei di Santa Giulia – Via dei Musei 81, Brescia; fino al 3 Settembre 2017; Orari: fino al 15 Giugno: da martedì a venerdì 9.30-17.30, sabato, domenica e festivi fino alle 19; dal 16 giugno al 3 settembre: da martedì a domenica 10.30-19; Per informazioni: Fondazione Brescia Musei, Tel. 030 2400640; www.bresciamusei.com

Fabio Giuliani

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