BRESCIA: IL CUORE VIBRANTE DI FRANCA MEO

| 6 maggio 2008
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Condurci nel cuore delle cose è una virtù della poesia e incontrare persone in grado di coglierne l’intima melodia può essere un evento indimenticabile. Sono in pochi a conoscere i segreti di questa melodia e Franca Meo (1939 – 1999) ne ha dato una personalissima interpretazione.

Una poetessa nata nel cuore delle cose, in quelle frasi che Apollinaire diceva essersi formate come preesistenti alla poesia. Colori che Franca ha espresso con l’energia dell’amore per la vita. Segno ne è la creazione del Museo della Moda e del Costume ai Musei Mazzucchelli. Di questa donna straordinaria, nata poetessa, si possono descrivere innumerevoli aspetti ed era inevitabile lasciasse un segno profondo nelle persone che l’hanno conosciuta e amata. Una vita non facile la sua, ultima figlia di una famiglia numerosa. È riuscita ad affrontare le avversità, di cui la vita a volte è prodiga, con lo spirito di un arbusto fragile sì, ma forte nella sua dolce determinazione. Gli anni della sua esperienza nell’insegnamento, a Mogadiscio, nel Centro d’Arte dei Bambini e dei Giovani, fondato dalla sorella Carmen, è una delle esperienze per lei più determinanti. Raggruppare i dipinti somali, che saranno esposti al Centro di Creatività che sta per nascere ai Musei Mazzucchelli, è stato per lei vitale. Al ritorno dalla Somalia Franca incontrerà Piero Giacomini, l’uomo che l’ha amata profondamente per tutta la vita, aiutandola a realizzare i progetti cui aspirava, con passione ed entusiasmo. Del terzetto di artiste che formava con le sorelle Carmen e Gisella, Franca è il talento che con spirito multiforme si è dedicato alle arti più diverse: dal disegno, alla pittura, alla poesia, alla prosa, senza trascurare la critica d’arte. “E pensi – ricorda Carmen – che riuscì persino a laurearsi in lingue e letterature straniere, a Venezia, dedicandosi poi con successo alla critica letteraria e alla traduzione di opere di scrittori spagnoli e ispano-americani”. Sono numerose le pubblicazioni di poesia: Sapere di essere vivi, con prefazione di Mario Luzi, del 1972, è un tassello importante del suo raffi natissimo iter poetico, iniziato nel 1960 con Penso a un’ora più tenue. Franca è indubbiamente riuscita a comunicare la sua umanità straordinaria, e grande è l’emozione che tradisce la voce di Carmen durante il racconto delle sue innumerevoli iniziative per migliorare la vita di persone depresse, sofferenti nel corpo e nello spirito, stimolando in loro la voglia di vivere, invitandoli a scrivere, a dipingere… Indubbiamente “una donna piena di amore e di carità, sempre disponibile, sempre meravigliosa – ricorda Carmen – È sorprendente quanto sia riuscita a realizzare nonostante lunghi anni di malattia e terapie devastanti. Non una sola volta l’ho sentita lamentarsi -racconta Carmen – ha continuato a scrivere e ad impegnarsi sino all’ultimo momento, preparandosi alla morte come fosse un gioco”. E il gioco sembra riassumere la sua ineguagliabile esistenza, come recitano gli ultimi versi di un sua poesia che volle fossero ricordarti nel luogo ove nacque ed ora riposa: sono qui per giocare, come all’inizio della vita. Franca Meo muore a Brescia nel 1999, dopo aver trascorso gli ultimi anni nella dimora settecentesca Villa Mazzucchelli di Ciliverghe di Mazzano. Abbiamo chiesto a Carmen Meo quale sia il ricordo più bello che possiede di Franca: “tutta una vita”.

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