Brescia: GUIDA ALLE MESSE di Camillo Langone

| 1 dicembre 2009
chierichetti

Cosa si canta nelle messe bresciane? La domanda è rispuntata alla lettura del libro di Camillo Langone, impertinente e fresca rassegna di critica liturgica, primo (unico) tentativo del genere, che dà i voti non solo ai canti e alla musica sacra, ma pure a omelia, arredo, paramenti, architettura, illuminazione, tipologia di assemblea, qualità della devozione, a centinaia di celebrazioni liturgiche sparse tra Alpi e Sicilia. Ce n’è per tutti i gusti: messe terzomondiste logorroiche fracassone, messe neogotiche lefebvriane vibranti di silenzio, messe giovanilistiche chitarristiche canzonettare, messe solo-in-gregoriano-e/o-rigorosamentea- cappella. Nel volume di Langone compaiono anche tre chiese cittadine, S. Maria delle Grazie, SS. Nazario e Celso, Duomo Vecchio, e il santuario della Madonna della Neve (Adro), tutte promosse a pieni voti. Pure in territorio bresciano registriamo notevoli diversità. Si va dalle scordate chitarre subsanremesi di Santa Maria in Silva (Brescia) allapolifonia severa di Paitone, da canti e percussioni africane (comunità cattolica del Ghana, chiesa della Stocchetta) al mistico organo di Camignone, passando per le tastiere dei filippini (S. Faustino), tamburi e kora senegalesi (chiesa del Carmine, prima domenica del mese, ore 17), cordofoni dello Sri Lanka e di altri gruppi etnici. Suoni anni Settanta all’abbazia di Rodengo Saiano (batteria, basso, Fender, Hammond), coro muliebre a Salò (Duomo, ore 9.30, ma solo nelle solennità; altrimenti è allegra kermesse canora). A sostenere il canto al microfono puoi trovare chiunque: suore, liturgisti, ex tenori, diaconi, qualche volonteroso che passava di lì, falsettisti, sopranisti, controbassi, donne-uomo. Ognuno si arrangia come può. Al Villaggio Prealpino solista con accompagnamento d’organo; S. Crocefissa di Rosa (h. 18.30) canta il parroco; San Bartolomeo (ore 10) coro di giovani; parrocchiale di Iseo (alle 11) fa tutto l’organista; Gussago, S. Maria Assunta, ore 10, chitarre e tastiere; Travagliato, chiesa SS. Pietro e Paolo, ore 18.30, intona un prete addetto; Alfianello, escono gorgheggi da una misteriosa grata; Lumezzane S. Apollonio, suoni di Ovation alonata. A Toscolano – finita l’ubriacatura beat, con picchi ineffabili, Stairway to heaven (Led Zeppelin) arpeggiata all’Offertorio nei primi anni Novanta – le voci dei giovani planano “su ali d’aquila” e le canzoncine sincopate si sollevano verso l’Altissimo. Pochi chilometri più in là, a Maderno, il M° Giampiero Bertella, con un coro di adolescenti, propone musiche “alte” di John Rutter e altri autori contemporanei. Per trovare del gregoriano (rarissimo) bisogna recarsi in Duomo Vecchio, ore 11, domenica mattina: don Piermodesto Bugatti celebra settimanalmente una messa in latino (ma non secondo il Motu Proprio di Pio V, perché ci vorrebbe speciale autorizzazione ecclesiastica). Da Capovalle a Palazzolo, passando per Gavardo, Chiari, Pontevico, la messa della tarda mattinata attinge a compositori classici: Picchi, Molfino, Migliavacca, Varnavà, rigorosamente in lingua italiana; la messa dei giovani, invece, fa ampio uso di chitarre “zappatrici” (accordi grattati a forza con plettri più o meno duri) e repertorio di canzoni stile Baglioni. Grande successo riscuote l’Alleluia detto “dell’elettricista”: il giovane fedele deve mimare un veloce doppio avvitamento di lampadine e accompagnarsi con celere battito di mani, in uno spericolato gioco di sincronismi. Nelle messe dei Neocatecumenali strepitano flauti traversi, tamburelli, nacchere, castagnette, chitarre a iosa; i canti del Rinnovamento nello Spirito macinano quattro accordi ipnoticamente reiterati; poco classificabile la tipologia dei canti usati da Comunione e Liberazione e dall’Opus Dei. Anche don Alberto Donini, responsabile della formazione musicale dei nuovi preti bresciani, docente di Musica Sacra presso il nostro Seminario e di Canto gregoriano al Conservatorio di Milano, rileva l’incongruenza: “Gli studenti di Teologia frequentano con interesse il corso di Musicologia Liturgica, cantano gregoriano, ascoltano Palestrina e Perosi; ma poi la pratica musicale è tutt’altra cosa rispetto a quanto insegnato e a ciò che dicono i documenti ufficiali. Questa musica sacra “giovanile” è uno scadente surrogato della musica di consumo, connotata da qualità scadente, sottolineatura di basse funzioni emozionali, corporee, soggettivistiche. Ma a Brescia siamo quasi un’isola felice; altrove la situazione musicale è peggiore”, avverte Donini. “Il gregoriano è scomparso dappertutto. In altri Seminari l’insegnamento del canto e della musica sacra non esistono più da anni”. Cosa dicano i testi e “come” si canti è tutta un’altra predica. Guida alle Messe, Camillo Langone, Mondadori, pp. 320, € 15,00

Di: Enrico Raggi

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