Brescia GIOCAFRICANDO

| 2 dicembre 2004

Inaugurata la mostra di giocattoli,strumenti musicali e favole africane nella prestigiosa sede dei Missionari Saveriani di Via Piamarta. L’iniziativa mira, attraverso il “pretesto” dei giochi, a sensibilizzare l’opinione pubblica verso i gravi problemi che affliggono l’Africa oggi. La mostra è tutta un’esplosione di colori e di vita dove, all’esposizione dei giocattoli artigianalmente costruiti dai bambini africani, si alternano racconti e favole su di un popolo dalle millenarie tradizioni. Il viaggio attraverso il mondo infantile africano offre ai giovanissimi del nostro paese, ma non solo a loro, l’opportunità di “incontrarsi giocando”. Il gioco, infatti, in virtù del suo linguaggio preculturale ed interculturale, è in grado di mettere in comunicazione bambini che appartengono a realtà umane totalmente differenti. I giovani europei sono abituati a comprare nei negozi, ormai super specializzati e all’ultima moda, i propri giocattoli. In Africa i bambini non hanno la play station, le barbie o il computer, così si sono ingegnati a costruire da sé i propri giochi, anche riciclando materiale di scarto come vecchie lattine, gomme bucate di automobili, corde, reti da pesca, tappi di bottiglie, sassi e conchiglie e, dando sfogo ad un’incredibile creatività, hanno creato giochi bellissimi che nulla hanno da invidiare alle nostre bambole costruite in serie. Così ogni gioco ha un’anima e dietro ogni divertimento c’è una storia da raccontare. Ma il gioco è solo il gentile pretesto per comunicare le problematiche che continuano a tormentare l’Africa, come la scarsità dell’acqua e la conseguente presenza di gravissime malattie, l’AIDS che dilaga a macchia d’olio e l’alto tasso di analfabetizzazione. “ Il dramma dell’Africa viene presentato al mondo intero come se quel continente fosse uscito così dalle mani del Padre Eterno..” recita uno dei pannelli che accompagnano la mostra, ma non bisogna dimenticare che la situazione attuale delle cose è soprattutto un prodotto storico. In realtà “ l’Africa che hanno trovato i conquistatori europei era ben lontana dall’Africa che hanno lasciato i colonizzatori dopo cinquecento anni di presenza nel continente”. Infatti, dopo un periodo di splendore dell’Africa tra XII e XVI sec,durante il quale assistiamo ad uno sviluppo economico,politico e culturale, l’armonia viene spezzata dall’impatto coi conquistatori. Durante il secolo che successe venne profondamente minata l’esistenza di quei popoli: si trattò di una “ vera e propria sostituzione della civilizzazione africana da parte di quella europea”. L’Africa smise di vivere e produrre per sé e venne totalmente sottomessa alle richieste coloniali: le piantagioni di cotone sostituirono quelle dei fagioli, di cui si sfamava la popolazione, il cacao ha preso il posto del miglio e i campi di ananas hanno sostituito le coltivazione del riso. Spesso ci dimentichiamo che la storia è iniziata in Africa ben prima che in altri continenti e che proprio questo paese rappresenta la culla dell’umanità, il continente dove ha avuto inizio la vita umana e che già i greci del V sec a.C. ammiravano per bellezza, cultura e arte.
Ora una finestra si è aperta a Brescia sull’Africa e, forse, proprio il gioco potrà essere il seme da cui far germogliare una nuova società, finalmente fondata sull’intercultura e sullo scambio.


(Dal 12 novembre al 9 gennaio.Brescia, via Piamarta 9. Ingresso gratuito. Tel 030-3772781).




 

Di: Laura Simoncelli

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