Brescia EDUCAZIONE: UN’ EMERGENZA

| 1 aprile 2006

Si è parlato di educazione e del modo con il quale don Luigi Giussani, nel suo libro Il Rischio Educativo, ha riportato a galla un tema quasi scontato e perciò fatalmente trascurato.

Se in una serata di marzo accorrono circa ottocento persone a gremire l’Auditorium San Barnaba di Brescia per partecipare alla presentazione di un libro, se la sala segue coinvolta e … la lucida riflessione dell’illustre uomo di cultura e di Chiesa e l’appassionata testimonianza di un padre e professore conquistato dalla passione educativa vuol dire che il tema è serio. I saluti portati alla serata dal Vescovo di Brescia, mons. Giulio Sanguineti e dal dirigente del CSA della nostra provincia, dott. Giuseppe Colosio, hanno sottolineato che la visione laica e quella cristiana possono condividere una preoccupazione per quella che anche molti intellettuali hanno definito “la vera emergenza del nostro tempo”. 

Introdotto da Graziano Tarantini, presidente della Compagnia delle Opere dei Brescia, il notaio Giuseppe Camadini ha ripercorso le tappe che hanno fatto di Brescia un qualificato centro di riferimento nazionale per il tema educativo. Dalla fine dell’ottocento in particolare la nostra provincia ha visto fiorire case editrici, istituzioni culturali, scuole, università; in esse hanno operato importanti figure di riferimento per il mondo educativo e pedagogico italiano. Una ricchezza che oggi si deve coniugare – secondo il notaio – con le modalità comunicative e relazionali che il mutato contesto sociale oggi richiede. Da qui una sfida lanciata dal dottor Camadini: ripensare al ruolo dell’università Cattolica come motore di un campus per l’educazione, attorno al quale coagulare le forze, le energie e le risorse di quanti su questo tema intendono spendersi ed investire.Dall’altro lato del tavolo il professor Franco Nembrini ha ripercorso in chiave autobiografica le dinamiche dell’educazione: per essere padri occorre scoprirsi figli. Attorno a questa osservazione, arricchita dagli aneddoti della vita personale, ha ricordato come l’educazione non sia frutto di un discorso, quanto esito di un percorso fatto insieme, durante la quale “i figli, gli alunni ci guardano”. Secondo la genialità di don Giussani infatti, per educare occorre proporre adeguatamente la tradizione, perché diventi occasione di una verifica critica personale, anche mettendo in conto che la libertà dei figli possa rigettare quanto i padri hanno ritenuto per buono. In questo consiste il rischio del processo educativo. Un rischio che, rispettando la libertà dei giovani, non ci assicura dell’esito. Tarantini, concludendo la serata, ha rivolto un’esortazione perché ciascuno non si senta autorizzato a sottrarsi alla serietà dell’impegno cui le nuove generazioni ci chiamano. Ne va del nostro e del loro futuro.

Di: GF

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