Benessere IL SEME DI LINO

| 1 marzo 2005

Il seme di lino: Piccolo piccolo, ma tostissimo.

Siamo un popolo poco amante del freddo, poco avvezzo ad affrontare le prime gelate e relativi geloni. Litri e litri di sciroppo, caramelle balsamiche e pomate il cui olezzo perdura settimane. Pile di farmaci che emblemizzano, per noi ipocondriaci cronici, la panacea ad ogni male, anche quello innocente di stagione, un habitué delle nostre lenzuola felpate che, si sa, non può mancare nelle case surriscaldate di noi italiani.
Ma esistono rimedi empirici che amano disinteressatamente il nostro stomaco provato ed il nostro fegato terrorizzato. I semi di lino, per esempio…vi risvegliano qualche ricordo?
Ricchissimi di fibre e di acidi grassi polinsaturi, erano tanto cari alle nostre nonne che li utilizzavano come coadiuvanti nella prevenzione della stipsi, grazie alla presenza di benefiche mucilla-gini (non quelle che affliggono le nostre vacanze sull’Adriatico!), ma soprattutto sotto forma di catapla-sma, per sciogliere il catarro bronchiale più tenace. Ricordo ancora quegli impacchi bollenti e pur così gradevoli, preparati con tanta amorevole perizia. Ricordo che curavano davvero, senza effetti collaterali, che è già un bel traguardo. Recenti studi della Duke University (U.S.A.) sostengono inoltre che una dieta ricca di semi di lino sia un’ottima forma per prevenire il cancro alla prostata. Tutti gli apparati del nostro fisico ringraziano. E ai ringraziamenti si accoda anche il portafogli, che in fatto di euro, inflazione, carovita, non gode assolutamente di buona salute.

Di: Elena Pellegrini

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