Bedizzole, in onore di Nicola Zaffino

| 10 gennaio 2018
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ISPANICO VIVE VINCE NEL RICORDO

Un torneo di calcio dedicato al giovane recentemente scomparso. La magica atmosfera creata dal lancio sul terreno di gioco di 10.000 volantini con la scritta “Ciao Ispanico”, soprannome di Nicola tratto dal film il Gladiatore

 

Certi colpi inesorabili del destino. Contrafforti di dolore impietosi e irriverenti del senso comune. Glaciali dentro un realismo che non ammette l’efficacia di qualsivoglia rimedio. Però stimola il gesto che confuta la rabbia. E fu così che, nel cielo diBedizzole trapuntato a tramonto, un miriade invasiva di volantini inneggianti al “Ciao Ispanico”, applicò la materia dello spirito che ricorda e si ribella nella tangibile amalgama sentimentale del gruppo. Ripensando in questo modo forte e chiaro a quel che è stato Nicola Zaffino. Ventun anni di vita acchiappata in un soffio e rimessa a riposo dal lampo feroce della malattia. In suo onore 10.000 tessere di carta che un elicottero, dal commovente roteare di pala sopra lo stadio Giampietro Siboni di Bedizzole, ha disperso nell’aria accogliente di una sera tutta dedicata a Nicola. Lì l’evento/torneo di calcio intitolato al suo ricordo. Insieme alla volontà di raccogliere fondi da devolvere all’Istituto Nazionali dei Tumori di Milano. Iniziativa a cura di familiari ed amici. I tantissimi amici che ne garantiranno la cadenza organizzativa annuale.  Perché Zaffino con lo sport intratteneva un rapporto speciale. Ordinato nella scansione esemplificativa di un modo di essere. Ispanico era dunque il suo soprannome. Scaturito appunto da un’immagine di atleta a taglia e misura ben definita. Quella del gladiatore, come nell’omonimo film, chiamato appunto Ispanico,  a mostra, esibizione e rappresentatività delle vicissitudini obbligate d’arena. Ed Ispanico era anche Nicola. Nel suo spirito dolce ed antico di lealtà, vigore e poesia. Con in primo piano la forza fisica e la dinamicità d’atleta,  che evolvono in risolutezza e perseveranza. Elementi aggiornati alla vitalità generazionale. Conditi dallo scatto in avanti post adolescenziale.  Che dal fanciullo, in rimanenza concreta nel carnet emozionale, apriva al mondo un po’ più grande senza perderne i connotati lucidamente sani, semplici, positivi. Caratteristiche radunate in sintesi ideale. Pronte a spiccare altri voli. Da altre basi di lancio. Alla ricerca di altri sentieri che quantificano e concretizzano la portata ideale supportata dal sogno giovanile. Non è bastato il tempo. Per la maligna opposizione di un tumore. Aggressivo ed arrogante come un imperatore romano che obbliga il gladiatore alla lotta. Ispanico/Nicola ha provato a resistergli. Buttando cuore e muscoli dentro la voracità dell’arena esistenziale. Duello impossibile. Eppure della rabbia belluina, dopo, nessuna traccia. Nessun volto materiale alla smorfia selvaggia di chi s’intrufola, corrosivo e subdolo dentro il taglio appena accennato dei vent’anni. Resta ben altro. Gli smisurati sguardi rivolti ad un cielo allineato al congedarsi del sole. Lampeggianti, tra pupille e riflessi di luce soffusa, a rimirare quelle tessere in volo. Ciao Nicola/Ispanico. Il tuo giovane, onesto, volonteroso, ideale gladio di esperienze e ricordi oggi è riverbero luccicante che illumina l’ultraterreno spazio dove riposa e si rigenera lo spirito degli eroi.

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