BASSANO DEL GRAPPA ANTONIO CANOVA“L’ARTE INFONDE VITA ALLA MATERIA INERTE”

| 1 marzo 2004

Uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, Antonio Canova, viene celebrato con una vera e propria mostra evento che ci permette di conoscere meglio la sua vita,il genio creativo e l’ambiente in cui ebbe modo di vivere e operare.
Il Museo Civico di Bassano, che già raccoglie in permanenza suoi importanti lavori, ospita per l’occasione,mai viste prima d’ora dal pubblico italiano, opere prestate da alcune delle istituzioni museali più importanti d’Europa: e qui predomina la serie di sette marmi dall’Ermitage di San Pietroburgo, tra cui spiccano l’Amorino alato, Amore e Psiche stanti, la Maddalena Penitente e la Danzatrice con le mani sui fianchi. Altre presenze significative arrivano da Vienna, Londra, Leeds e Kiev. La mostra riunisce oltre 400 pezzi che spaziano un po’ in tutta la sua produzione artistica: sculture, disegni, monocromi, incisioni, gessi e anche dipinti. Sì, perché Canova, universalmente conosciuto come ‘scultore’ anche attraverso targhe, epigrafi, nomi di vie o piazze a lui decicate, può vantare una più che discreta raccolta di quadri a olio, raffiguranti soggetti e ambientazioni ricavate dalla mitologia greca e romana, ma non solo.Li vediamo in una stanza al piano terra della Gipsoteca di Possagno, suo paese natale, poco lontano da Bassano, dove sono conservati preziosi cimeli e documenti, bozzetti e ricordi personali del grande artista, le cui spoglie giacciono a breve distanza in un grande e suggestivo Tempio che egli fece costruire appositamente. Solo in queste località poteva essere organizzato un allestimento simile, dato che qui si concentrano i più numerosi esempi del suo genio creativo. Del personaggio Canova è importante anche la figura sociale, come il suo rapporto con le mutevoli vicende storiche e politiche del suo tempo. Nel 1797 Napoleone Bonaparte lo dichiara un “bene” protetto dell’Armata d’Italia, da cui riceverà rifiuto del ruolo di Sovrintendente alle arti per le opere che l’Imperatore francese aveva, se così si può definire, “collezionato a Parigi; dopo la sua caduta, nel 1815 l’artista medesimo ebbe incarico di recuperare all’Italia almeno una parte di un patrimonio artistico di inestimabile valore, esportato, con risultati spesso infruttuosi e ritorni con le pive nel sacco… Per avvicinare il visitatore al personaggio la mostra propone i ritratti dedicatigli da Andrea Appiani, Alessandro Longhi, Giovan Battista Lampi e l’autoritratto. Segue una selezione di dipinti e di busti raffiguranti i principali teorici del Neoclassicismo, di cui Canova fu tra i massimi esponenti, da David a Mengs, da Winkelman a Hamilton. Sono però le figure dei committenti immortalate dagli artisti del tempo a mostrarci il volto di Re e Pontefici, artisti, Principi e nobildonne che contribuirono a fare di Canova ancora in vita il grande artista dell’epoca; ad esempio Giuseppina Beauharnais che commissionò fra gli altri il famosissimo gruppo delle “Grazie”Innamorato dell’antico, padrone assoluto della tecnica scultorea che dà forma al bello ideale, egli seppe aggiungere potenza espressiva e forza passionale, per cui perfetta vera carne sono i suoi marmi.Un’antologia critica di grandi scrittori del suo tempo ci dice come egli fu fin da allora considerato divino. “…ho baciato la donna in deliquio che tende verso l’Amore le lunghe braccia di marmo…Mi si perdoni, è stato da molto tempo, il mio solo bacio sensuale; era qualcosa di più ancora, baciavo la bellezza stessa. Era al genio che dedicavo il mio ardente entusiasmo.” Gustave Flaubert. “…ho sospirato con mille desideri e con mille rimembranze nell’anima; insomma, la Venere dei Medici è bellissima Dea, questa che io guardo e riguardo è bellissima donna: l’una mi faceva sperare il Paradiso fuori di questo mondo, e questa mi lusinga del Paradiso anche in questa valle di lacrime.” Ugo Foscolo. Per la Ninfa dormiente: “Passai nel luogo incantato, dove ardono di vita i marmi, inspirati dal fuoco e dalla grazia del genio animatore del Canova; e là dove la ninfa dorme in pietra m’accostai; e miei passi divennero più lievi, temendo di far alzare quella testa graziosa, che appoggiata sul morbido braccio, acquista dal riposo una placida vaghezza…” Enrico Guglielmo Vincent. Per la Pace: “Ecco l’amabil Dea / che di gioia celeste ha il volto impresso: / vedi sublime idea, vedi lume del cielo in terra messo! / E le serene ciglia, / e l’aureo serto, onde a Giunon somiglia.” M. Missirini, 1917. La statua della Pace, per la prima volta in Italia, è tra le opere più significative del grande artista, non solo per la qualità ma anche per la forte valenza simbolica che essa assunse all’epoca e che tutt’ora conserva. Scrisse il Canova: “Gli uomini grandi onorano la città che li produsse, diffondono luce benefica tra i contemporanei, e nei più lontani tempi il loro nome risuona un inno di gloria all’umanità…” Ora, questo suo pensiero vale soprattutto per lui, artista e persona senza tempo. 


Canova – Bassano del Grappa(Vicenza): Museo Civico, Piazza Garibaldi Possagno(Vicenza): Gipsoteca, Piazza Canova fino al 12 Aprile 2004 (Pasqua) tutti i giorni dalle 9 alle 19 ; chiusura biglietteria ore 18 Informazioni: www.mostracanova.it <http://www.mostracanova.it> / Call Center 800685644



 

Di: Fabio Giuliani

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