Bruno Fezzardi, un palmares di vittorie in costante aumento

| 5 agosto 2013

ATTRAZIONE PLANANTE

La passione e la capacità di dimenticare gli allori conquistati perché la gara più importante è sempre la prossima. Con una predilezione particolare per le barche plananti.

Campione Italiano 2013 Dolphin 81 – una delle categorie di barche/ perle a vela ideate da Ettore Santarelli – al timone di “30 nodi”. Ma per Bruno Fezzardi ogni regata è come se fosse la prima. Condizione essenziale per continuare a vincere. Insieme alla passione, naturalmente in primo piano nella voglia di regatare, che dura da oltre 10 lustri. Con il cuore che batte più intensamente soprattutto per le barche che planano. Quelle che corrono forte nelle andature portanti. Poppa e Lasco per gli addetti ai lavori. Senza trascurare altri natanti a trazione ventosa . E con progetti agonistici futuri di individualistico approccio. Nel mito del Finn. Deriva per intenditori in cui il rapporto fisico si collega all’abilità tecnica in un esclusivo connubio con sudore e fatica. E intanto si vince alla grande. Con il supporto del “30 nodi Team” che sotto l’esperta mano di Fezzardi riunisce Davide Giubellini, Emiliano Paroni, Enrico Marigo, e Alessio Arioli. “Sono più di cinquant’anni che partecipo a regate – ricorda Bruno – ma per me la prossima è sempre la più importante. Inoltre, in barca, insieme all’importanza del mezzo, fondamentale è l’equipaggio. Questa vittoria è stata ottenuta grazie al lavoro di tutti” La cadenza espositiva distesa di Bruno Fezzardi, evolve nella classica sicurezza di chi è sempre pronto a ricominciare. E a riformulare progetti ed ideali senza certezze, ma utili al progredire sistematico del successo. “30 nodi è ancora una barca competitiva e veloce perché, nonostante l’età, ha mantenuto la rigidità e le forme dello scafo integre. Naturalmente l’imbarcazione è stata ottimizzata attraverso il rinnovo delle attrezzature e della velatura”. Se poi al valore della barca si aggiunge quello dell’equipaggio la formula vincente si completa adeguatamente. “Marigo e Paroni – aggiunge Fezzardi – rappresentano l’anima di “30 Nodi” per quel che riguarda messa a punto e logistica. Tra l’altro Emiliano, come prodiere, è stato molto impegnato. Ci sono state situazioni in cui, al giro di boa, in 5 metri dovevano scendere spinnaker e tangone e salire il genoa. Ma, ribadisco, tutti hanno contribuito equamente ad una vittoria alla quale eravamo già andati molto vicini. Dall’impegno del tailer Marigo a quello di Giubellini come tattico, oltre di Arioli, uno dei proprietari di “30 Nodi” che, da ingegnere, ha dato razionalità al team. Un sodalizio sportivo affiatatissimo, all’interno del quale è inserito anche Paolo – confidenzialmente Paolone – che partecipa abitualmente alle regate lunghe, alternandosi con gli altri componenti”. Un credo d’assieme ben calibrato quello che oggi regola appassionatamente “30 Nodi”. Sostenuto dal piacere di andare a vela che per Brunetto – diminutivo azzeccato nel riordino della memoria di banchina resa frizzante da un modo di essere ancora e sempre di giovanile attracco – essenzialmente si articola nell’effetto planante di certe barche. “Se devo fare una scelta – aggiunge Fezzardi – preferisco navigare con barche che come caratteristica principale quello di scorrere sull’acqua in planato. Sono cresciuto con questo tipo di imbarcazioni. Flying Junior, Flying Dutchman e, ricordando ancora l’attualità dei disegni di Ettore Santarelli, Asso 99 e Dolphin. In ogni caso se ancora vinco e amo la competizione è perché, insieme alla passione, appena raggiunta una vittoria o un risultato positivo lo dimentico e penso al prossimo obiettivo. Lo sport è così. Un giorno vinci e sei un campione il giorno dopo perdi e non sei più niente. Quello che conta è dunque guardare al futuro, apprezzando quel che si è fatto ovviamente, ma senza crogiolarsi negli allori. Per questo prima e durante la mia tensione/concentrazione è altissima. Non potrebbe essere altrimenti”. Così le prospettive continuano anche in per niente apparente categoria over 60 che è quella del tempo convenzionale di Bruno Fezzardi. “In progetto ci sono ancora regate – aggiunge Fezzardi – su grandi barche e piccole barche con equipaggi più o meno numerosi. Avendo regatato in varie categorie, tra l’altro anche su vele d’epoca, non esiste mancanza di ingaggio. Il prossimo appuntamento sarà però su una deriva da portare in singolo, il Finn. Andrò sul lago di Bracciano per il Campionato Italiano Master. E sarà un piacere, anche se l’impegno fisico – timonare, andare alle cinghie per raddrizzare l’assetto, tutto da solo – è notevole. Ma se mi alleno a dovere non ci sono problemi”. Dimenticando e ripartendo da zero in questa vincente attrazione planare.

Tags: ,

Commenti

×