Asti – ALLE ORIGINI DEL GUSTO. IL CIBO A POMPEI E NELL’ITALIA ANTICA

| 27 maggio 2015
Alle origini del gusto 2

La gastronomia come arte

“Tu, Dromone, squama i pesci; tu, Macherione, togli le lische al grongo e alla murena, meglio che puoi. Io vado qui presso a chiedere in prestito a Congrione una teglia.”                                                                                                                                                                              Nell’ “Aulularia” (“Commedia della Pentola” o “La Pentola d’Oro”) di Plauto, pare quasi di sentire un Gualtiero Marchesi o un Guido Oldani di un millennio fa mentre sta dando direttive ai suoi assistenti ed allievi chef.                                                                                   L’idea di una mostra ad Asti sull’alimentazione nel mondo antico si ispira alle linee guida dell’Expo 2015 di Milano e al suo tema principale “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”, in questa bella città piemontese col suo territorio rinomato per una produzione agro-alimentare che affonda le radici in un passato ricco di testimonianze locali, in primis per la produzione vitivinicola (Barbera e le “bollicine” di Asti Spumante). Palazzo Mazzetti, sede che aveva ospitato, nella primavera 2012, la mostra “Etruschi. Ideale eroico e vino lucente”, propone ora un’altro particolare evento espositivo che ha per titolo “Alle origini del Gusto. Il cibo a Pompei e nell’Italia antica”. I due curatori, Adele Campanelli e Alessandro Mandolesi, hanno dato a questo progetto un’impostazione innovativa e originale basata sull’incontro fra archeologia e tecnologia dove le ricostruzioni delle attività e delle consuetudini alimentari dei Romani focalizzano, di volta in volta, situazioni singolari relative alle altre importanti civiltà che si sono sviluppate sul territorio italiano: dai Greci agli Etruschi, fino agli Italici. Le conoscenze sulla produzione e sulla cucina romana, e in parte anche greca ed etrusca, sono vaste e basate su fonti di natura molteplice: letterarie, archeologiche, paleo-ambientali. I testi scritti sull’argomento sono numerosi: le prime testimonianze scritte del mondo occidentale sui procedimenti di produzione agricola sono contenute nel poema di Esiodo “Le opere e i giorni”, nel quale le pratiche agrarie sono strettamente connesse ai precetti religiosi e magici. Altro significativo esempio è il noto manuale di ricette pervenutoci sotto il nome di Apicio, o la cena di Trimalcione nel “Satyricon” di Petronio nonché la “Edifagetica” di Archestrato di Gela, una specie di prima guida gastronomica del mondo antico, ma l’elenco potrebbe continuare a lungo. Notevole anche la varietà di informazioni fornite dall’archeologia, soprattutto la quantità di dati dall’area vesuviana: Pompei, Ercolano e Stabia, centri seppelliti dalla storica e devastante eruzione del ’79 d.C. restituiscono rappresentazioni figurate, impronte di coltivazioni, reperti botanici, zoologici e anche veri cibi carbonizzati. Vengono narrati da voci fuori campo luci suoni e odori, a cui si accompagnano presentazioni video, che – come olografie – fluttuano nel vuoto attorno alle opere, Sale tricliniari, cucine, scorci di campagne coltivate, mercati animati con botteghe e macelli. Le sezioni in cui è suddiviso il percorso di visita sono sette, e così intitolate: “Invito a tavola”, “Cibo per gli Dei”,      “La cucina e la preparazione dei cibi”, “Le cantine, i depositi e la prima elaborazione”, “Il paesaggio agrario”, “Dalla campagna alla città”, “Luoghi e servizi alimentari pubblici”. In occasione della mostra (e qui si giustifica la sua collocazione proprio ad Asti) è possibile visitare la domus romana di via Varrone della seconda metà del I secolo d.C., situata presso la porta urbica occidentale (Torre Rossa) dove terminava il decumano massimo (coincidente con l’odierno Corso Alfieri). Tra i resti della costruzione, riaperta al pubblico con un allestimento aggiornato, è di particolare interesse il tappeto a mosaico che decorava il pavimento della sala da pranzo (triclinium).         Il programma didattico atto a coinvolgere gli studenti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado si sviluppa attraverso visite guidate condotte da operatori specializzati e laboratori impostati su diversi livelli di approfondimento. Questa iniziativa, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Fondazione Palazzo Mazzetti, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta e il Comune di Asti, si avvale della collaborazione di Civita per l’organizzazione e la comunicazione; il catalogo è pubblicato da Marsilio. La mostra ha ispirato l’estro di sei artisti contemporanei che hanno sposato con entusiasmo questa iniziativa che fin da subito ha avuto il sapore di una sfida; l’arte contemporanea incontra l’archeologia dandosi appuntamento in un luogo inusuale: il bookshop di Palazzo Mazzetti. Sensibilità, forza espressiva e grinta hanno preso così la forma delle creazioni di Roberto Amadè (cantautore e pittore), Simone Bordino (orafo), Gian Genta (scultore), Roberto Giannotti (designer e scultore), Paola Rattazzi (pittrice) e Sergio Unia (scultore). Dalla geniale penna dell’artista livornese Luca Vinciguerra (pittore e scultore – www.eg-idea.com) è nata invece l’originale mascotte “Coco”, diventato il simbolo di un ricco calendario di iniziative collaterali alla mostra (cene a tema presso i ristoranti convenzionati, laboratori di archeo-cucina, divertenti eventi rivolti ai bambini e alle famiglie e molto altro ancora) da condividere anche attraverso i social seguendo ad esempio la pagina Facebook di Palazzo Mazzetti.

Palazzo Mazzetti – Corso Vittorio Alfieri 357, Asti; Tel. 0141 530403; www.palazzomazzetti.it                                                                  All origini del gusto 1Fino al 5 luglio 2015; orari: da martedì a domenica 9.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Fabio Giuliani

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