Appello degli intellettuali: E’ successo qualcosa?

| 30 novembre 2005

Che cosa spinge e motiva il giornalista mussulmano, gli intellettuali laici e cattolici, il pensatore ebreo a sollecitare, insieme, le coscienze di chiunque abbia a cuore il destino del nostro popolo?


Un autunno che si preannunciava come altri già visti, con i suoi colori opachi, pronto a consumarsi tra l’attesa della prima nebbia ed il crepitio delle foglie secche sotto i piedi…
Un autunno infiammato solo dalle notizie dei giornali. Riforme e controriforme, ricette e controricette, guerre e marce pacifiste, scalate, fusioni, isole e gossip, la Cina e Parigi. Pagine e notizie come benzina sul fuoco. Un autunno incline all’inverno, in un crescendo di polemiche e risse condite da uno stato permanente di confusione. Come se una sorta di predestinazione ci consegnasse ad una ineluttabile deriva, senza una spiaggia all’orizzonte. E senza capire perché. Un contributo significativo ad approfondire questa realtà che rappresenta una vera e propria emergenza arriva da una appello sottoscritto nei giorni scorsi un nutrito ed eterogeneo gruppo di intellettuali, giornalisti e operatori della finanza. Hanno puntato il dito, con un vigore e determinazione, sul tema dell’educazione, sulla difficoltà degli adulti ad educare i figli. Che cosa spinge e motiva il giornalista mussulmano, gli intellettuali laici e cattolici, il pensatore ebreo a sollecitare, insieme, le coscienze di chiunque abbia a cuore il destino del nostro popolo? Un’ osservazione. “Per anni dai nuovi pulpiti – scuole e università, giornali e televisioni – si è predicato che la libertà è assenza di legami e di storia, che si può diventare grandi senza appartenere a niente e a nessuno, seguendo semplicemente il proprio gusto o piacere”. Una provocazione. “Educare, cioè introdurre alla realtà e al suo significato, mettendo a frutto il patrimonio che viene dalla nostra tradizione culturale, è possibile e necessario, ed è una responsabilità di tutti. Occorrono maestri, e ce ne sono, che consegnino questa tradizione alla libertà dei ragazzi, che li accompagnino in una verifica piena di ragioni, che insegnino loro a stimare ed amare se stessi e le cose”. Non una ricetta, una sfida e un rischio per la libertà di ciascuno – come sintetizza “Il rischio educativo” l’opera geniale di don Luigi Giussani, tra i più appassionati educatori del nostro tempo. Una possibilità e un impegno per tutti, prima che arrivi la brina e il gelo paralizzi il nostro desiderio di futuro.

Appello degli intellettuali

Di: Giacomo Ferrari

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