Alba (Cuneo): FELICE CASORATI – Collezione e mostre tra Europa e Americhe
Equilibrio tra modernità e tradizione italiana quattro-cinquecentesca
Presso La Fondazione Ferrero di Alba, emanazione culturale e spazio espositivo della storica azienda produttrice di cioccolato italiana, notissima in tutto il mondo, merita sicuramente una visita la grande mostra dedicata a Felice Casorati, un’ampia antologica curata da Giorgina Bertolino, coautrice del Catalogo Generale dei dipinti dell’artista, incentrata sulla ricerca della pittura sua tipica, dagli anni Dieci agli anni Cinquanta del Novecento. Questa iniziativa è nata con l’intento di ricostruire l’evoluzione della ricerca individuale dell’artista e, contemporaneamente, per restituirne la storia pubblica: una storia di mostre, di premi e di riscontri critici e di relazioni con il ricco panorama dell’arte del ventesimo secolo, costituito da partecipazioni, contatti e confronti, indice del successo riconosciuto all’arte di Casorati anche a livello internazionale. “La mia pittura accolta con tanta severità in patria, trovò all’estero consensi cordiali, talvolta entusiasti. Moltissime le riviste che mi dedicarono articoli. Fui invitato ad allestire mostre personali in Germania, in Belgio, in America, in Francia e persino in Russia. Le Gallerie d’Europa e d’America ospitarono fin troppo volentieri i miei quadri.” Con queste parole Casorati raccontava, nel 1943, la sua vicenda artistica oltre confine nell’Aula Magna dell’Università di Pisa. Quaranta dei 65 dipinti esposti qui provengono da musei ed istituzioni nazionali ed internazionali; alcuni di essi, acquisiti e partiti dall’Italia nei primi decenni del Novecento, rappresentano per il pubblico di oggi dei veri e propri inediti. La rassegna si può suddividere in tre gruppi: il primo riguarda dipinti esposti nel contesto internazionale delle Biennali veneziane, dalla prima partecipazione nel 1907 all’antologica postuma organizzata nell’ambito dell’edizione del 1964. Il secondo con opere acquisite – con Casorati in vita – da musei e collezionisti stranieri. Il terzo, lavori che l’artista scelse di presentare in esposizioni collettive organizzate in Europa, negli Stati Uniti e in Sud America. La collaborazione della GAM-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (depositaria della più ampia collezione pubblica di opere di Felice Casorati) a questo evento espositivo conferma l’impostazione scientifica di questo importante progetto, avvalorata dalla presenza del Comitato Scientifico presieduto da Danilo Eccher, direttore della Galleria torinese. In contemporanea e nello stesso periodo di durata della mostra di Alba, alla GAM viene invece esposta una selezione di disegni di Casorati, provenienti dal Gabinetto Disegni e Stampe del museo, situata nello spazio “Wunderkammer” e curata dal vice-direttore Riccardo Passoni. Alcune note biografiche. Felice Casorati (Novara, 1883-Torino, 1963), discede da una famiglia che aveva dato all’Italia matematici e scienziati di fama. Il padre fu ufficiale di carriera e pittore dilettante. Casorati trascorse l’infanzia a Milano, Reggio Emilia, Sassari e, infine, a Padova, dove si dedicò agli studi musicali. Durante un periodo di riposo a Praglia, sui colli Euganei, cominciò a dipingere, eseguendo la prima opera nota, un paesaggio padovano del 1902. Nel 1907 si laureò in Giurisprudenza nell’Università di Padova, decidendo tuttavia di dedicarsi alla carriera artistica. “Ritratto di signora”, un’elegante immagine della sorella Elvira, fu ammesso dalla giuria alla Biennale di Venezia nel 1907. Le sue opere furono esposte anche alla Biennale del 1910, quando rimase fortemente impressionato dalla sala dedicata a Gustav Klimt. Lo stile simbolico e decorativo della Secessione viennese influenzò in maniera determinante le sue opere successive. Tra il 1911 e il 1915 visse a Verona fondando insieme con altri, nel 1914, la rivista “La Via Lattea”, alla quale collaborò con illustrazioni di stile art nouveau alla maniera di Jan Toorop e Aubrey Beardsley. Durante gli ultimi anni fu vicino agli artisti di Ca’ Pesaro, Arturo Martini, Gino Rossi, Umberto Moggioli, Pio Semeghini, il cui orientamento europeo lo introdusse ai recenti sviluppi artistici di Parigi e Monaco. Alla morte del padre nel 1917 si trasferì con la famiglia a Torino, divenendo ben presto una figura centrale nei circoli intellettuali della città. Strinse rapporti di amicizia con il compositore Alfredo Casella e con Piero Gobetti, aderendo nel 1922 al gruppo della “Rivoluzione Liberale”. A Torino nel 1921 Casorati aprirà una scuola di pittura per giovani artisti, un’esperienza completamente nuova e lontana da ogni sistematicità d’accademia, allievi con cui esporrà nel 1929 alla mostra “Casorati fra i discepoli”, accompagnata da un testo di Giacomo Debenedetti. Nelle opere della maturità, nel periodo post bellico, al dettaglio decorativo si sostituì la meditazione di una forma essenziale, influenzata dalle costruzioni spaziali matematiche della pittura quattrocentesca e, in particolare, dall’atmosfera di immobilità tipica dell’opera di Piero della Francesca. Nel 1924 Casorati tenne una personale alla Biennale, accompagnata da un autorevole saggio di presentazione in catalogo di Lionello Venturi. La purezza cristallina e il tono enigmatico delle sue composizioni contribuirono a delineare il “realismo magico”. Tra gli allievi ebbe Francesco Menzio, Carlo Levi, Gigi Chessa e Jessie Boswell, che in seguito fecero parte del gruppo dei “Sei di Torino”. Nel 1925 fu tra i fondatori della Società di Belle Arti Antonio Fontanesi, allo scopo di promuovere mostre di artisti italiani e stranieri dell’Ottocento e contemporanei. L’amicizia con l’industriale e collezionista Riccardo Gualino incoraggiò l’interesse di Casorati per il design di interni. Nel 1930 sposò Daphne Maugham, che frequentava la sua scuola dal 1926; fu pittore anche il figlio Francesco. Nel 1935 lo studio di Casorati ed Enrico Paulucci ospitò la prima mostra collettiva d’arte astratta italiana, comprendente opere di Licini, Melotti e Fontana. Casorati vinse il premio per la pittura alla Biennale di Venezia nel 1938. Ricevette riconoscimenti ufficiali anche alle grandi esposizioni di Parigi, Pittsburgh e San Francisco alla fine degli anni Trenta. Fu particolarmente attivo nella creazione di scene e costumi per il Teatro dell’Opera di Roma, la Scala di Milano e il Maggio Musicale Fiorentino, attività che proseguì anche nel dopoguerra.
Nel 1952 tenne una personale alla Biennale, e con Ottone Rosai, ricevette il premio speciale della Presidenza.
Il bel catalogo della mostra , pubblicato da Silvana Editoriale, documenta le opere esposte, corredate da schede monografiche con una serie di saggi affidati a storici dell’arte italiani e stranieri ed è illustrato da un ampio corredo iconografico e documentario.
Un’ottima occasione, questa, per una gita ad Alba, le cui colline – Langhe, Roero e Monferrato – sono state inserite poco tempo fa nella lista Unesco come Patrimonio dell’Umanità grazie all’eccezionale valore della sua cultura vitivinicola in questi territori che ha nei secoli modellato il paesaggio.
Fondazione Ferrero – Strada di Mezzo 44, Alba (Cuneo) ; fino al 1° febbraio 2015
Orari: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 15-19; sabato, domenica e festivi 10-19; martedì chiuso; Ingresso gratuito; Tel: 0173.295259;
Per prenotazione gruppi e visite guidate: Itinera Servizi Turistici, Tel. 0173-363480
Fabio Giuliani
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