ADDIO A FEBO CONTI

| 27 marzo 2013
FEBO CONTI DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIANA

Dalla conduzione radiofonica a quella televisiva anni Sessanta di “Chissà chi lo sa?”. Passando per le esperienze di attore. Fino alla direzione di Gardaland.

“Chissà chi lo sa?” Il quiz formativo per giovani propedeutico alla conoscenza. A idearne e condurne lo svolgimento dai primi anni Sessanta, Febo Conti. Classico presentatore TV, che oggi ricordiamo come gardesano d’adozione ad un lampo dalla sua scomparsa. Avvenuta, in silenziosa riservatezza a Desenzano e subito dolorosamente accompagnata da quella della moglie, la cantante Italia Vaniglio. Abbiamo utilizzato la notorietà nazionale di “Chissà chi lo sa?” per raccontare un personaggio importante ed eclettico. Il motivo sta nella capacità divulgativa di quel mitico programma. Che nelle sue corde giocose ed incalzanti, indicava la strada sincera ed essenziale verso l’apprendimento di massa. Una formula che Febo Conti, in buona sostanza, proseguì per tutta la carriera. Lui che aveva lavorato inizialmente alla radio. Grazie a quella voce suadente e quasi melodica. Associata ad una mimica intrigante, che ne fece addirittura attore/mimo nei panni del buffo personaggio di Ridolini. Accorpando sensibilmente una multimedialità d’altri tempi esemplificativa di una professionalità e di un amore per il proprio lavoro di rara esclusiva. Perché i campi in cui spaziò la verve geniale di Febo Conti furono veramente tanti. Dalla recitazione in senso teatrale esteso e competente, alla conduzione di programmi radiofonici e televisivi. Ed ancora alla comunicazione vera e propria. Fu infatti tra gli speaker del Gazzettino Padano. Ed ancora fra i primi ad inserirsi, come direttore, dentro un parco di divertimento. Quella Gardaland di cui subito colse la magica attraente poesia del grandioso gioco collettivo. Al Garda, dove viveva dagli anni Settanta, era del resto molto attaccato. Un posto che si adattava bene alla sua natura era semplice e poco avvezza ai compromessi. Del servizio pubblico di stato fu tra i primi principali innovativi interpreti. Ma non ne subì mai l’oppressiva veste monopolistica. Per molti anni se ne allontanò. Calibrando nuove diversificate esperienze, come quella appunto riferita a Gardaland che si avvalse, con indubbia sagacia manageriale, della sua esperienza. Della quale Febo Conti disponeva in abbondanza. Come di intuito nello scoprire nuovi talenti. Un esempio. Nel periodo in cui recitava a teatro, lavorando altresì in radio, scoprì e portò alla ribalta le capacità di quello che diventò poi il re degli imitatori, Alighiero Noschese e l’originale vis comico/parodistico letteraria di Dario Fo. Manifestando, anche in questo modo quasi sperimentale, risposte precise, mai scontate e sempre in effervescente movimento di idee, all’ingenuo quesito del “Chissà chi lo sa?” che lo rese famoso. O come la sapeva lunga in fatto di comunicazione il nostro Febo. Nel cui sorriso, nobilmente popolare, oggi riflettiamo una leggera malinconia per raccordarne nell’attualità il precursore, originalissimo messaggio artistico.

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