A tutela del Basso Garda: NO TAV con RAGIONE

| 2 dicembre 2015
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L’impegno del comitato desenzanese per un progetto ferroviario che, nel tratto Verona Brescia, è ancora possibile fermare. I rischi per turismo, ambiente, agricoltura e salute. E la qualità civile e responsabile degli aderenti al movimento che raggruppa persone appartenenti a diverse fasce di età ed estrazione sociale.

TAV sul Garda. Perché no! Con l’interrogativo che immediatamente si trasforma in esclamativo. Perché avrebbe un impatto devastante/irreversibile per il territorio. Perché ha un costo insostenibile. Perché favorirebbe la crescita della corruzione. Perché il suo avanzamento/costruzione non rispetta criteri conformi alle normative Europee. Perché si tratta di un’opera inutile che, nel tratto Brescia-Verona, spazio preziosissimo dal punto di vista agricolo/ambientale, è ancora possibile fermare. Ricordando che il movimento, nato in opposizione alla costruzione della ferrovia per treni ad alta velocità, in contrapposizione ai luoghi comuni che ne evidenziano caratteristiche violente ed illegali, è composto da persone stimate e rispettabili, appartenenti alle più diverse estrazioni sociali. “Il comitato No TAV Desenzano – come ribadisce Paolo Zanollo, consolidato appartenente al gruppo locale, dopo aver ribadito le precedenti riassuntive ragioni del No al progetto- è attivo da più di un anno e risulta composto da persone di età variabile dai 20 ai 60 anni. Si tratta di studenti, professori, operai, impiegati, artigiani e professionisti. La filosofia è apartitica, indipendente senza finanziatori occulti. Negli anni – prosegue Zanollo – i No TAV Desenzano sono stati prolifici di iniziative. Due marce (2014 e 2015), serate teatrali/divulgative/informative, biciclettate, adesione ad eventi, presentazione mozioni in consiglio comunale attraverso il consigliere Luisa Sabbadini. Ed ancora assemblee quindicinali organizzative, pubbliche e aperte a tutti. Scopo principale quello di confutare l’idea generalmente diffusa che ormai la TAV Brescia Verona sia cosa fatta e che invece esiste ancora la possibilità di fermarla risparmiando soldi e territorio”. Perché di questo si tratta con il beneplacito delle classiche posizione No TAV. “Opera inutile – secondo le argomentazioni degli oppositori – in quanto non giustificata da ragionevoli previsioni di traffico merci, obiettivo non primario, come confermato anche dallo stesso amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. Quindi nessuna riduzione del traffico su ruota. In pratica un treno per pochi che costerà 50 milioni di euro a km. Tutto a carico della spesa pubblica proiettata sulle generazioni future. Erodendo risorse e favorendo altresì la crescita della corruzione che, come recenti casi di cronaca rammentano, le grandi opere alimentano. Ricordando l’impatto devastante sul territorio attraversato compromettendo in modo irreversibile risorse ambientali e salute dei cittadini”. E proprio sulla componente ambientale locale si sviluppa la ferma opposizione dei No TAV di Desenzano “Il territorio gardesano interessato – sottolinea ancora Paolo Zanollo – è perlopiù collinare attraversato da fiumi e corsi d’acqua sotterranei. Tutto questo comporta, in funzione del tracciato ferroviario, la costruzione di gallerie, ponti e barriere in cemento, mettendo così in pericolo le falde acquifere. Ulteriore pericolo quello dello smaltimento del materiale di riporto. Stiamo parlando di uno dei posti più belli d’Italia, interessato da flussi turistici notevoli. La cantierizzazione prevista per almeno sette anni comporterebbe disagi incalcolabili, sia al turista che ai cittadini residenti. La tratta devasterebbe inoltre – conclude Zanollo del Movimento No Tav Desenzano – ettari dedicati alla cultura di vigneti prestigiosi come il Lugana e da beni di interesse storico-culturali come il santuario del Frassino a Peschiera del Garda”. PERCHé non si può stare fermi a guardare…

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