VERSO NEW YORK

| 5 dicembre 2013
lucreziacalabrò internet
Target progettuali giovani:
Lucrezia Calabrò Visconti conclude il corso specialistico post laurea residenza Campo 12 che aprirà le porte degli Stati Uniti

Un esempio formativo e qualificante che noi leggiamo nell’esperienza
di Lucrezia Calabrò Visconti, giovane neolaureata desenzanese di nascita, vissuto veneziano di studio e formazione, che ha partecipato, insieme ad altri 9 colleghi provenienti da tutta Italia, alla prima edizione, organizzata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, di CAMPO12: master rivolto a 10 selezionati giovani curatori di mostre. Operazione ricondotta poi a concretezza operativa con l’imminente internship di 4 mesi a NewYork.
Quali sono le sue prospettive di giovane professionista che si affaccia a tempo pieno nell’internazionalità dell’arte?
Penso che le prospettive di qualunque giovane professionista che si approccia al disastroso contesto lavorativo che ci troviamo davanti siano quelle di riuscire a inserirvisi come un virus benigno, cercando di collaborare a progetti costruttivi e di dare il meglio di sé per migliorare il sistema stesso. La mia sfida attuale è riuscire a mantenere un equilibrio tra la professionalità e il distacco necessari a lavorare in un contesto istituzionale e la capacità di non perdere nel frattempo la mia indipendenza nelle idee, nei progetti e nell’approccio. Da questo punto di vista, Artists Space a New York è il posto più coerente in cui lavorare: dal 1972 mette in discussione lo status quo del panorama artistico, istituzionale ed economico, con una carica corrosiva nei modi quanto positiva negli effetti. In Italia è impensabile che una galleria no-profit dal programma così radicalmente sperimentale sopravviva e prosperi per oltre 40 anni. Andare all’estero significa partire alla ricerca di una fiducia che in Italia non ci viene offerta dal punto di vista lavorativo e che noi non abbiamo più dal punto di vista politico.
Un breve riassunto di quel che ha sperimentato fino adesso, dall’Università a Venezia al progetto A Linking park alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, ad Artissima a Torino e TOILETPAPER magazine di Cattelan e Ferrari. Cosa le hanno lasciato queste esperienze?
Il corso di laurea in Arti Visive e dello Spettacolo allo IUAV di Venezia è un piccolo
gioiello, che sta venendo smantellato pezzo per pezzo dalle politiche attuali. Vi hanno insegnato, e tutt’ora insegnano, eccellenze dell’arte e della cultura contemporanea internazionale (Giorgio Agamben, Angela Vettese, Rene Gabri, Agnes Kohlmeyer, solo per citarne alcuni). Al di là della validità della preparazione teorica che offre, riesce a trasmettere la voglia di lavorare collettivamente e con impegno per realizzare i progetti in cui si crede. Quello che ho capito grazie alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e all’esperienza di One Torino ad Artissima, è che anche nel “mondo reale” dell’arte contemporanea esistono delle persone che hanno la stessa voglia di impegnarsi e di investire nella cultura. Quello che ho imparato da TOILETPAPER è che se mentre lo fai non ti diverti forse non ne valeva così tanto la pena – e che più aperta è la tua testa, più il mondo sarà generoso con te. Cito testualmente “l’uovo ha una forma perfetta, benché sia fatto col culo” (Bruno Munari).

Essere giovani e bravi oggi è una fortuna o un handicap?

“Giovani” e “bravi” sono da contestualizzare. La mia generazione è prudente e parsimoniosa come lo sarebbe un ottantenne, eppure si dice che non avremo
casa, figli, lavoro e pensione. Che saremo adolescenti per sempre. Nel mondo
professionale è di sicuro una fortuna capire presto qual è la strada che vuoi percorrere e impegnarti al massimo per seguirla, ma allo stesso tempo più bravo e giovane sei, più diventi ricattabile dal magico mondo degli stage non pagati, e più segui le regole, più facile sarà essere risucchiato senza accorgertene da un meccanismo corrotto. In definitiva, sono una fan sfegatata della posizione di Sanguineti, che, parafrasando Gramsci, sosteneva “il pessimismo della ragione ma l’ottimismo della volontà”. La consapevolezza critica e il cinismo sono
importanti almeno quanto l’entusiasmo nell’agire a dispetto della situazione
catastrofica in cui ci si trova. In questo senso, essere giovani e bravi non è una
fortuna né un handicap, ma un impegno costante e indispensabile da portare avanti tutti insieme.

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