SOAVECRU-TERRA VIVA

| 3 ottobre 2011
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Non trovavo motivi per la creazione di un’altra Associazione tra vitivinicoltori: sembra quasi una forma di snobismo il volersi, a tutti i costi, differenziare. Poi ho trovato alcuni spunti interessanti in questa “SOAVECRU” che associa sedici Aziende vitivinicole.
Anzitutto il volersi unire per mettere in comune la ricerca, la sperimentazione che ogni Azienda applica sui propri vini e non solo, perché, ricordiamocelo sempre, il vino si fa in vigneto! Quindi, la cosiddetta filiera parte dalla vite, dalle caratteristiche del terreno, dai metodi di coltivazione, dalla cura che il vignaiolo impiega per ottenere un prodotto buono, sano e, soprattutto, che abbia un carattere proprio derivato da quello del produttore
che ci mette tutto il suo sapere, la sua esperienza, ma anche quella di coloro che l’hanno preceduto, la sua voglia di fare un vino che lo soddisfi e lo possa comunicare ad altri, soddisfacendoli a loro volta. Per fare questo SOAVECRU collabora con TERRA VIVA, un’associazione culturale veronese (opera in Valpolicella), che ha tra i suoi scopi la “Condivisione delle esperienze in tema di sostenibilità ambientale, ripristino dell’ecosistema, salute, sana alimentazione, rispetto dell’ambiente.” Uno dei progetti comuni tra SOAVECRU e TERRA VIVA è la lotta alla tignola tramite la confusione sessuale. Ma già questa collaborazione, visti gli scopi di TERRA VIVA, denota l’atteggiamento dei vignaioli di SOAVECRU verso i metodi di coltivazione delle viti, principalmente con tecniche a basso impatto ambientale. Le Aziende che fanno parte di SOAVECRU sono dislocate su tutto il territorio del Soave, da ovest ad est, e i terreni di coltivazione vanno da quelli vulcanici a quelli calcarei. Quindi le tecniche di vinificazione sono conseguenti, oltre che ai principi deontologici dell’Associazione e a quelli agrari, anche alle caratteristiche dei terreni. La voglia di “interpretare un grande vino” come afferma Sandro Gini, Presidente di SOAVECRU, deve stimolare i Soci ad impegnarsi nel coltivare le uve (Garganega e Trebbiano di Soave) in modo tale da ricavarne il meglio sia dal punto di vista organolettico sia dal punto di vista comunicativo ora che la “coscienza” ecologista è diventata patrimonio dei Soci di SOAVECRU: “La nostra volontà è tramandare un ambiente sano e ben conservato ai nostri figli. Vogliamo dimostrare con esperienze sul campo, aperte a tutti, come sia possibile adottare una viticoltura e un’enologia sempre più attente all’ambiente” ed è sempre il Presidente che parla. Parole sante! Ma, ora, aspettiamo che si passi dalle parole ai fatti e che le buone intenzioni non rimangano tali. Conosco personalmente alcune delle Aziende del SOAVECRU e confermo che i vini sono di ottima qualità. Non essendo un agronomo, non entro nel merito dei metodi di coltivazione a basso impatto ambientale, ma sapremo senz’altro valutare i risultati nel prossimo futuro.
www.soavecru.it

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