Pavia – GUTTUSO – “La forza delle cose”

| 15 novembre 2016
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“Vuol tanta manifattura per fare un quadro buono di fiori come di figure” (Michelangelo Merisi, detto “Caravaggio).

Le nature morte di Renato Guttuso costituiscono, dalla fine degli anni Trenta, una componente essenziale della sua produzione e un punto di riferimento per gli artisti della sua generazione. Egli indaga ossessivamente una serie di oggetti che si animano nelle tele e che diventano i protagonisti indiscussi delle opere grazie alla straordinaria forza espressiva e alla potenza cromatica. Nelle Scuderie del Castello Visconteo è in corso una bella ed esplicativa mostra esclusivamente incentrata appunto su questo genere pittorico. Oltre 50 opere provenienti da prestigiose sedi espositive (tra le quali MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Fondazione Magnani Rocca, Civici Musei di Udine, Museo Guttuso, Fondazione Pellin e da alcune importanti collezioni private) costituiscono un aspetto forse meno conosciuto al grande pubblico del percorso artistico del maestro siciliano, studiando la forza delle cose rappresentata nelle opere, da qui il titolo dato a questa iniziativa. Una serie di capolavori documenta, negli anni Quaranta, con “Natura con drappo rosso” (1942) l’impegno dell’artista a testimoniare la drammatica condizione esistenziale, imposta dalla dittatura e dalla tragedia della guerra, cui si contrappone, come una bandiera, il grande panno, rosso squillante; nel dopoguerra, con “Finestra” (1947) o “Bottiglia e barattolo” (1948), il crescente interesse nei confronti del Cubismo picassiano, che ci rivela il suo profondo impegno nel recupero della cultura artistica europea, per arrivare, negli anni Sessanta, ad una nuova fase della sua pittura che rivela una dimensione più meditativa, derivante anche dalla elaborazione, nei suoi scritti, dei temi del realismo e dell’informale, visibile in dipinti come “Il Cestello” (1959), “La Ciotola” (1960) e “Natura morta con fornello elettrico” (1961). L’esposizione si conclude con una selezione di lavori della fine degli anni Settanta-inizio anni Ottanta, periodo in cui la sua continua ricerca del reale si accentua portando a celebri dipinti come “Cimitero di macchine” (1978), “Teschio e cravatte, Bucranio, mandibola e pescecane” (1984) che diventano metafore ed allegorie del reale. Durante la sua carriera Renato Guttuso si è relazionato con importanti scrittori come Moravia e Vittorini, scultori come Manzù e Moore, poeti come Pasolini e Neruda, registi come De Sica e Visconti, musicisti come Nono e, naturalmente, artisti come Picasso; questi rapporti hanno nel tempo influenzato i suoi lavori e fornito ispirazione non solo per i dipinti, ma anche per illustrazioni di libri (la “Divina Commedia”, “I miserabili”), scenografie teatrali, collaborazioni cinematografiche, sodalizi letterari e politici.                      Il percorso di visita è integrato da una serie di fotografie, in parte inedite, concesse dagli Archivi Guttuso, che permettono di approfondire la vita dell’artista, raccontandone abitudini, amicizie e curiosità. Approfondimenti video messi a disposizione da Rai Teche, permetteranno ai visitatori di avvicinarsi ulteriormente al pittore così come all’uomo e alla sua opera, ascoltando la sua voce, vedendolo dipingere. Cenni biografici. Renato Guttuso nasce nel 1911 a Bagheria (Palermo); inizia a dipingere tredicenne; nel 1931 partecipa alla Quadriennale Nazionale d’Arte Italiana a Roma; dal 1933 si dedica ad una importante attività critica. Nel ’35 è in servizio militare a Milano dove stringe amicizia con artisti (Birolli, Manzù, Fontana), scrittori ed intellettuali che saranno fondamentali per l’esperienza politico-culturale di “Corrente”. 1937-39, si trasferisce a Roma dove il suo studio diviene uno dei centri più interessanti della vita culturale con Antonello Trombadori e Mario Alicata, determinati alla sua adesione al Partito Comunista. Riceve il “Premio Bergamo (allora il più importante d’Italia) e conosce Mimise Dotti che sarà moglie e compagna per tutta la vita. Nel 1950 è eletto membro del Consiglio Mondiale per la Pace e ne ottiene il Premio. La sua fama si diffonde in Europa e in America con mostre nei più grandi musei presentate e commentate da scrittori quali Sciascia, Ungaretti, Vittorini, Calvesi, Briganti. A cura di Enrico Crispolti viene pubblicato il catalogo generale. Nel 1983 affresca la terza Cappella del Sacro Monte di Varese. Muore nel 1987. Alcune delle sue più importanti opere vengono affidate alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, altre vengono donate al museo che la sua città natale gli ha dedicato nella settecentesca Villa Cattolica, nel cui giardino si conserva la grande “Arca”, opera dell’amico scultore Manzù, dove l’artista riposa. Dopo la sua morte il figlio adottivo Fabio destina l’atelier di Palazzo del Grillo di Roma a sede degli Archivi Guttuso fondati per promuovere la conoscenza dell’artista. Per tutta la durata della mostra si tengono attività didattiche, incontri e visite guidate gratuite per bambini ed adulti. Nel relativo catalogo, edito da Skira, oltre ai saggi dei curatori possiamo leggere anche un significativo contributo del Prof. Antonello Negri. Il progetto, patrocinato dal MiBACT Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, è prodotto e organizzato da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia, l’Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi, gli Archivi Guttuso e curato da Fabio Carapezza Guttuso , figlio di Renato, e da Susanna Zatti, Direttrice dei Musei Civici pavesi, che, nel suo saggio “Guttuso: percorsi pavesi, o meglio lombardi” mette in risalto i legami dell’artista con il territorio. In occasione di questa grande mostra, viene presentato anche un volume scritto da Fabrizio Guerrini ed edito da “La Bezuga” che ci parla del rapporto di Guttuso con Giuliano Allegri, gallerista, editore e stampatore d’arte fiorentino, al quale l’artista affidò la realizzazione di alcune importanti opere grafiche.      La pubblicazione è avvenuta con il sostegno dell’Associazione Culturale Bice Bugatti di Nova Milanese e del Lions Club Casteggio Oltrepò, presieduto da Enrico Madama. Terminiamo con il suo “credo” in materia: “Nello studio di un pittore si accumulano oggetti: simboli che si caricano di significati e acquistano nelle varie condizioni in cui il pittore li assume, significati diversi.”

Scuderie del Castello Visconteo – Viale XI Febbraio 35, Pavia; fino al 18 Dicembre 2015; Orari: da lunedì a venerdì 10-13 e 14-19; sabato, domenica e festivi 10-10 (La biglietteria chiude un’ora prima); Biglietti: Intero: 12 Euro, Ridotto: 10 Euro; Audioguida inclusa nel prezzo; Scuole: 5 Euro; Informazioni e prenotazioni: Tel. +39 0382 33676; www.scuderiepavia.com ; www.vivipavia.it

Fabio Giuliani

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