Milano – RENATO MAMBOR – “Connessioni invisibili”

| 18 marzo 2017
Mambor 1

Poeta e filosofo nella pittura

Un’ampia retrospettiva dedicata a Renato Mambor, presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese\Refettorio delle Stelline a Milano, ha inaugurato la stagione espositiva 2017 presso le gallerie del Gruppo che, oltre alla storica sede milanese, comprendono gli spazi espositivi di Palazzo Sertoli, sede del Credito Valtellinese a Sondrio, la Galleria Credito Siciliano ad Acireale, la Galleria Carifano e lo Spazio XX Settembre a Fano. Il programma definito per l’anno in corso viene sviluppato per il tramite della Fondazione che opera per il medesimo Gruppo bancario nel campo del sociale, della cultura e dell’orientamento ai giovani. L’attività espositiva prevede, annualmente, l’organizzazione e la produzione di una decina di mostre, tutte connotate da due precisi obiettivi: alta qualità e assoluta originalità. Il campo di indagine continua ad essere quello tradizionale per le Gallerie del Gruppo: il contemporaneo storico, nelle sue diverse espressioni, dall’arte alla grafica, alla fotografia alle arti applicate, arricchito da un nuovo filone di esplorazione: quello dei remake. La retrospettiva su Mambor rientra pienamente in questo progetto culturale delle Gallerie del Gruppo da alcuni anni dirette da Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra; indaga infatti una personalità tra le più originali e complesse del secondo Novecento Italiano e lo fa mettendo in luce, a tutto tondo, la poliedrica figura dell’uomo e dell’artista. “Voglio fare di tutto, ballare, cantare, scrivere, recitare, fare il cinema, il teatro, la poesia, voglio esprimermi con tutti i mezzi, ma voglio farlo da pittore perché dipingere non è un modo di fare ma un modo di essere.” In una frase Mambor così offre una precisa immagine di sé stesso. Protagonista della ricerca nelle arti visive dagli ultimi anni Cinquanta, è uno dei primi a sconfinare dalla pittura verso altri linguaggi: fotografia, cinema, performance, installazioni e il teatro, per tornare comunque sempre alla pittura. Continuando a lavorare sul linguaggio e sugli elementi costitutivi dell’arte, ha avviato una sperimentazione sul rapporto tra organismo e ambiente, tra arte e vita, sul cambiamento dello sguardo e dei punti di vista, sulle relazioni interne ed esterne, su separazione e unità. Mambor, negli oltre 55 anni di impegno artistico, ha rinnovato instancabilmente le forme e approfondito la conoscenza di sé, inventando dispositivi di comunicazione che coinvolgessero lo spettatore, lasciando opere, anche inedite, di grande valore per la contemporaneità. La curatrice Dominique Stella ha selezionato per questa retrospettiva circa 80 pezzi, datati dai primi anni Sessanta sino al 2014, con le ultimissime creazioni. Queste opere documentano le diverse espressioni, i molteplici linguaggi dell’artista: pittura, fotografia, performances installazioni… testimonianze fotografiche del suo teatro sperimentale. Il percorso espositivo è completato dalla proiezione di un documentario sull’artista e da una performance teatrale con Paola Pitagora e Igor Horvat. Conclude a curatrice: “ ‘Ritrovare nell’occhio lo sguardo che raggiunge la coscienza’, questo è il messaggio di Renato Mambor, artista ormai consacrato da varie mostre di livello internazionale. (…) L’ampiezza della sua opera costellata da mille interrogazioni non ha mai lasciato posto alla disillusione, al contrario essa è in ogni occasione una fonte di ricerca della conoscenza.” A mio avviso una immersione totale dell’ io nell’Universo. Alcuni cenni biografici. Renato Mambor nacque a Roma nel 1936. Fu protagonista della ricerca nel campo delle arti visive fin dalla fine degli anni Cinquanta. Compagno di strada di Pascali, Ceroli, Schifano, Festa, Kounellis, fece parte di quella che fu definita storicamente come “Scuola di Piazza del Popolo”. Fu il primo a sconfinare dalla pittura in altri linguaggi. Hanno scritto di lui e presentato sue mostre critici famosi, come Bonito Oliva, Maurizio Calvesi, Pierre Restany. Partecipò a grandi mostre, sia personali che collettive, in Italia e all’estero. Morì a Roma il 6 Dicembre 2014. La mostra collettiva nel 2016 “Roma Pop City ’60-‘67” al MACRO, presentando i maggiori protagonisti dell’Urbe dei primi anni Sessanta riserva all’artista uno spazio notevole dedicandogli le immagini del manifesto con il quadro “Colosseo e farfalla” del periodo dei ricalchi.

Mostra prodotta ed organizzata dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese con Archivio Renato Mambor, Roma e MS Spazio Cultura, Brescia. Catalogo a cura della Fondazione, molto ben costruito, fondamentale per capire l’artista in quanto alle opere accosta il pensiero da cui nascono.

Galleria Gruppo Credito Valtellinese – Corso Magenta 59, Milano; fino al 25 Marzo 2017; Orari: da martedì a venerdì 13.30-19.30; sabato 12-19; Tel. 02 48008015; www.creval.it

Fabio Giuliani

Mambor 2Mambor 3

 

 

 

 

 

 

 

 

Mambor 4    Mambor 5

 

 

Tags: , , , ,

Commenti

×