Milano: DA BRERA ALLE PIRAMIDI

| 28 marzo 2015
Da Brera alle Piramidi - 1

Egitto-mania per testi ed immagini

“Ho voluto questa mostra in ricordo dell’amica e collega Vita Chiunchiolo. Vita: mai mi è sembrato più appropriato e calzante per una donna esuberante e generosa. Quando, negli scorsi anni, durante le mie letture, mi imbattevo nel nome di Vivant Denon, subito la mia mente collegava quei due nomi,   Vita-Vivant, con quelle associazioni irrazionali ma incontrollabili che hanno parte così determinante nel nostro universo psichico. (…)…la figura di Vivant Denon esercita su di me un potere speciale. Ho potuto consultare ben tre edizioni del suo “Voyage dans la Basse e la Haute Egypte.” Con queste parole nel suo saggio in catalogo, Anna Torterolo, esperta d’arte, introduce la mostra “Da Brera alle Piramidi”, nata da una sua idea, promossa dalla Biblioteca Nazionale Braidense e dall’Università degli Studi di Milano, con la partecipazione della Pinacoteca di Brera e dell’Archivio Storico Ricordi. La studiosa è affiancata nella curatela da Patrizia Piacentini, Professore ordinario di Egittologia (Università degli Studi di Milano) e da Christian Orsenigo, coadiuvate dagli scritti di Aldo Coletto, Carlo Bertelli, Umberto Eco e Pierluigi Panza (Politecnico di Milano). Proprio quest’ultimo ci aiuta a comprendere meglio il significato di questa iniziativa e il motivo per cui è stato scelto di proporla proprio qui. “Nel 1770 Maria Teresa d’Austria decise di destinare ad un uso pubblico i libri della famiglia Pertusati ed acquisì il palazzo del Collegio gesuitico di Brera per destinarlo a sede di una biblioteca. Sempre nel 1770, a Milano Francesco Croce ultimò, tra le polemiche, il suo “obelisco” gotico: la guglia maggiore del Duomo. Questi episodi rivelano quel gusto per la conoscenza, l’ignoto e la sperimentazione che spiega la significativa presenza, nella Biblioteca Braidense, di libri del XVIII secolo dedicati all’Egitto. Ci sono i grandi cataloghi, repertori degli eruditi e ci sono diari e riflessioni di militari, nobili e dilettanti d’arte che viaggiarono in Oriente a scopi commerciali o di studio. Queste imprese editoriali, in genere in lingua inglese e francese, entrarono nelle librerie dei nobili, dei mercanti e naturalmente degli istituti ecclesiastici. Soprattutto da questi confluirono poi alla Braidense, dove servirono nell’Ottocento come fonti per l’insegnamento accademico dei giovani allievi e per la creazione di un gusto eclettico nelle arti di cui a Milano si riscontrarono i frutti più significativi nelle scenografie delle opere liriche.” “Dall’Alpi alle Piramidi, / dal Manzanarre al Reno, / di quel securo il fulmine / tenea dietro al baleno; / scoppiò da Scilla al Tanai, / dall’uno all’altro mar.” Con questa quinta strofa, tratta dalla celebre poesia “Il cinque Maggio”, Alessandro Manzoni, nella sua ode a Napoleone Bonaparte, non poteva rendere migliore figurazione alla campagna d’Egitto dell’allora dominatore francese, che già da tempo aveva, per così dire, scompaginato ordini prestabiliti di Stati in mezza Europa con le sue mire espansionistiche. Dal testo della Picentini: “Oltre che dalla sua armata, Bonaparte è seguito da un drappello di artisti ed esperti di ogni disciplina che costituiscono la Commissione delle Scienze e delle Arti. Tra questi vi sono matematici astronomi, chimici, naturalisti, geologi, orientalisti, interpreti, disegnatori, poeti, musicisti e pittori, tutti pieni di entusiasmo e con la voglia di analizzare e studiare tutto ciò che incontrano. Sono chiamati dai soldati ‘savants’. Nonostante le difficoltà, riprodurranno centinaia di oggetti e monumenti, raccogliendo molte informazioni che confluiranno nei volumi di testo e di tavole della “Description de l’Egypte”. Proprio partendo dai quei primi versi del grande scrittore e poeta italiano è stato pensato il titolo da assegnare a questa importante iniziativa. Nel percorso espositivo incontriamo, dalle collezioni della Braidense, le tavole del Polifilo, realizzate alla fine del Quattrocento, con raffigurazioni di ispirazione egiziana riprese dai primi studi archeologici nella Roma rinascimentale, le interpretazioni dei geroglifici pubblicate nell’Horapollus, stampate come il Polifilo da Manuzio all’inizio del XVI secolo, gli Emblemi del milanese Alciato, ideati nei primi decenni del Cinquecento ad imitazione dei geroglifici, cercando di ricreare un linguaggio figurato universale. Sono esposti raffigurazioni di obelischi e piramidi utilizzati nelle architetture effimere commissionate dalla città di Milano al professore di retorica del Collegio gesuita di Brera, Emanuele Tesauro, nei primi decenni del Seicento, e le famose illustrazioni dagli studi sui misteri egiziani di Athanasius Kircher, autore di un nuovo tentativo di interpretazione della scrittura geroglifica, conosciuti attraverso le missioni orientali gesuite. Accanto alle rarità bibliografiche, la mostra propone i bozzetti per la prima scaligera dell’Aida dell’Archivio Storico Ricordi ed alcune rare curiosità : un papiro, già parte delle raccolte di Brera, ora conservato presso le Collezioni civiche di Milano e una statua cubo che appartenne al pittore e Direttore dell’Accademia Giuseppe Bossi e divertenti, immaginifici oggetti di gusto egizio, creati all’inizio del Novecento, quando l’egittomania si coniuga con il Deco. Gustose copertine ed illustrazioni di riviste testimoniano della diffusione della “passione-Egitto” nell’universo del romanzo e della letteratura popolare. Nei numerosi materiali d’archivio molti dei quali inediti, conservati presso l’Università degli Studi di Milano, è dedicato largo spazio alle grandi scoperte archeologiche in Egitto, da quelle effettuate da Mariette sino alla scoperta della tomba di Tutankhamon e a quella dei tesori della necropoli regale di Tanis, mettendo in risalto l’impatto che queste ebbero sull’immaginario collettivo dai livelli più alti sino alla sua penetrazione nella letteratura popolare. Arricchiscono il percorso, alcune schede nella Pinacoteca di Brera affiancate ad opere di iconografia”egizia” (una per tutte la famosa “Predica di San Marco” di Gentile e Giovanni Bellini) o provenienti dall’Egitto (i ritratti del Fayyum della collezione Vitali). Dopo le teche e i pannelli esplicativi laterali, in fondo alla Sala, incontriamo, a destra e a sinistra, poste sul pavimento, una coppia di “Sfingi” di pietra in stile ‘Impero’, provenienti da uno scalone di una villa di Palermo. Per l’occasione Scalpendi Editore ha publicato un bel volume, a cura di Christian Orsenigo, che non vuole essere solo il catalogo della mostra ma un’occasione per trattare il tema della riscoperta dell’Egitto – con particolare riferimento a Milano – dal’500 fino al fenomeno dell’Egittomania. Qui possiamo vedere riproduzioni di volumi, documenti d’archivio, bozzetti scenici ed oggetti di ispirazione egizia, in molti casi inediti e leggere i saggi di tutti gli autori su nominati.

Biblioteca Nazionale Braidense – Palazzo di Brera, Via Brera 28, Milano; Fino all’11 Aprile 2015; orari: da lunedì a sabato 9.30-13.30; Tel. 02 86460907; www.braidense.it

Fabio Giuliani

 

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