LUGANA. Una fluida unicità

| 28 marzo 2011
Vitigno_Lugana

Dei leggendari Sixties il Lugana porta in dote la vivacità, la freschezza e l’intensità.

Se l’avventura produttiva è antica quanto la civiltà lacustre, è proprio negli anni ’60 che il Lugana entra a pieno titolo fra i classici dell’enologia italiana, prima DOC della Lombardia, fra le meglio piazzate del registro nazionale. Che sia Trebbiano di Soave o Trebbiano di Lugana al palato e al naso poco importa. Lasciamo le disquisizioni da genoma sulle soglie delle cantine, regni d’acciaio e di legno degli enologi e degli enotecnici. E facciamoci prendere per mano da un bicchiere di confine, dal fascino limitaneo che si sprigiona nei suoi sentori da ghirlanda rinascimentale, intrecciata di spezia gentile, di fiori e di frutti da piena primavera. Il Lugana ha il carattere degli abitanti di questa parte bassa di Lago, con un piede verso l’Arena e l’altro verso la Loggia. Né veronesi, né bresciani. Gardesani. Una tipicità che il Lugana fa liquida e riconoscibile, secca e asciutta, sapida e strutturata. Senz’altro gradevole a ogni ora e in ogni occasione, specie quando si mette in tiro e va alle nozze con il luccio e il coregone, le alborelle calde d’olio e l’introvabile carpione. La tutela di questo vino – antico di storia e moderno di contenuto – grava sulle spalle del Consorzio Lugana Doc che si fa missionario in Italia e nel mondo di una parte rilevante dell’enologia benacense. La mission del Consorzio è definibile, oltre che nella promozione, nella salvaguardia delle caratteristiche identitarie del Lugana, della sua personalità più verace, del suo carattere unico e territoriale. Dove puntare per non cedere alle insidie della massificazione del gusto a cui un certo modo di fare mercato parrebbe sottendere? Credo sia molto difficile se non impossibile massificare il Lugana, risponde Francesco Montresor, presidente del Consorzio di tutela – Il nostro grande vino nasce da una terra inimitabile formata dalle argille post glaciali, da un clima unico e da un vitigno autoctono, la Turbiana. Solo l’unione di questi tre elementi, plasmati dall’attività dell’uomo portano al Lugana. Il Lugana poi anche per questioni di numeri non potrà mai essere prodotto di massa. Poco meno di 9 milioni di bottiglie figlie di un territorio non sono sufficienti per essere distribuito ovunque. Il Lugana è e sarà sempre un prodotto di nicchia. La battaglia del prosecco, delle bollicine grosse, degli aromatici dai nomi barbari si combatte ogni sera sui banconi degli happy hour. Qual è la strada che porta all’incontro con il gusto della “generazione aperitivo”? La forza del Lugana è di essere vino che ben si accompagna all’aperitivo ma non sfigura a tutto pasto. Pochi altri vini hanno questa caratteristica. Poi esistono lugana diversi figli della maestria dei loro produttori, alcuni sono ottimi come aperitivo altri indicati per accompagnare i cibi. Pur con stili diversi il Lugana si riconosce: la salinità, il minerale, la spalla acida sono caratteristiche inimitabili. Il Lugana, nelle sue tre declinazioni Lugana DOC, Lugana Superiore e Lugana Spumante, deriva dalle uve del Trebbiano di Lugana, che nel territorio prende il nome di Turbiana: un vitigno già conosciuto e apprezzato fin dall’epoca romana (il Trebulanus). Il vitigno Turbiana è a bacca bianca, ha un’ala evidente ed è caratterizzato da grappoli medio-grandi, di forma piramidale allungata. Questo vitigno produce acini leggermente allungati, di colore verdegiallo. La rotondità dell’acino della Turbiana è punteggiata da pruinosa, che protegge una polpa decisamente succosa, sciolta, lievemente acidula ma dal sapore neutro. Caratteristica peculiare di quest’uva è la sua spiccata resistenza ai rigori dell’inverno, anche se risulta poi fragile agli attacchi di oidio e botrite. La Turbiana sviluppa al meglio le sue potenzialità se coltivato in terreni abbastanza asciutti, di natura argillosa, silicea e calcarea. Le altre uve a bacca bianca previste dal disciplinare nel limite del 10% provengono dagli stessi vigneti del Turbiana ma non devono essere aromatiche. Il Consorzio per la Tutela del Lugana si prefigge come obiettivi di preservare e garantire la preziosa unicità del Lugana e, allo stesso tempo, di promuoverne, diffonderne e valorizzarne la conoscenza sia in territorio nazionale che oltre confine. Il Consorzio nasce nel 1992 con atto notarile che ne stabilisce di fatto gli incarichi di vigilanza, difesa e promozione della viticoltura e del vino a denominazione controllata. Il territorio del basso Garda, con la sua particolarità climatica e geologica costituisce uno degli elementi essenziali del successo del Lugana. L’area di produzione infatti è contenuta: abbraccia le zone di Desenzano, Lonato del Garda, Peschiera del Garda, Pozzolengo e Sirmione. Lugana è la prima DOC riconosciuta in Lombardia e una delle primissime in Italia, a testimoniare l’alto valore storico e culturale di tale realtà. Storicità e forte legame col territorio rendono il Lugana una proposta enologica di forte personalità, assolutamente inconfondibile, con un patrimonio da salvaguardare e allo stesso tempo, da valorizzare.
Info: www.consorziolugana.it

Di: Anna Dolci

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