La scomparsa di Filippo Pedrocco

| 2 febbraio 2014
Pedrocco

Il 31 Gennaio è morto un grande conoscitore, un attento e preparato studioso, un uomo che al talento univa una grande disponibilità e gentilezza contrariamente a molti studiosi pieni di sé. Lo conobbi personalmente per la prima volta nello studio di mio nonno Oreste Marini per la collaborazione alle ricerche sul giovane Pietro Longhi e sulla ritrattistica della famiglia Rezzonico. Lo aspettavo ancora per le novità su Paolo Veronese. Il lutto non è solo di Venezia ma di tutta la Cultura italiana ed internazionale.

Di seguito trascrivo la sua scheda inviatami dalla Fondazione Musei Civici di Venezia.

Era nato a Venezia l’11 febbraio 1950. Allievo prediletto di Terisio Pignatti, si era laureato con lui discutendo una tesi sull’illustrazione libraria nel ‘700 e aveva iniziato da subito a lavorare al Dipartimento di Storia dell’Arte dell’università veneziana, assieme all’amico Massimo Gemin. Nel dicembre 1978 diventa conservatore del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe del  Museo Correr, di cui negli anni successivi realizza, proprio assieme a Pignatti, il primo catalogo dei disegni. Con il maestro firma anche numerose monografie sui pittori veneziani: Giorgione, Tiziano, Veronese. Ma è al Settecento veneziano che egli dedica le maggiori energie. La monumentale monografia, compiuta proprio assieme a Massimo Gemin, sull’amato Giambattista Tiepolo, quelle su Michele Marieschi e Antonio Guardi a quattro mani con Federico Montecuccoli degli Erri, gli scritti sui vedutisti, i volumi su Palazzo Labia e Ca’ Vendramin.  La sua bibliografia è del resto sterminata e ai lavori scientifici alterna quelli di divulgazione, a dimostrare la sua duttile facilità di scrittura. Nel frattempo, nel 1983 assume anche la direzione di Ca’ Rezzonico. La rinascita del museo con gli importanti lavori di restauro, conclusi nel 2001, reca la sua firma, così come le grandi mostre che vi si succedono, portandolo alla ribalta internazionale. Si pensi ad esempio a Splendori del Settecento veneziano, organizzata insieme alla National Gallery di Washington e alla Royal Academy di Londra (1995), e soprattutto alla memorabile monografica su Giambattista Tiepolo con il Metropolitan Museum of Art di New York (1996).  La cura e la passione per la sua ‘seconda casa’ è attestata anche dalle importanti donazioni, di cui Filippo è stato l’attento regista, che hanno arricchito il museo con  la Pinacoteca Martini e la collezione Mestrovich. Anche i più recenti progetti espositivi sul Settecento realizzati dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, dalla mostra su Guardi fino agli Archivi del Vedutismo inaugurati dalla recente mostra su Pietro Bellotti, nascono da sue proposte. Lascia un vuoto incolmabile nel mondo degli studi e soprattutto nel cuore di quelli che lo hanno amato e stimato, e che ricorderanno sempre il calore, l’ospitalità, l’amore e la competenza con cui Filippo li accoglieva nel ‘suo’ museo.

Fondazione Musei Civici di Venezia, 31 gennaio 2014

Fabio Giuliani

 

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