JETHRO TULL, A BRESCIA, LA LEGGENDA DEL PROG INGLESE

| 1 giugno 2001
Jethro Tull

Sono sulle scene ormai da più di 30 anni quasi ininterrotti, hanno una visibilità mediatica pressoché prossima allo zero, sono totalmente ignorati dalla stampa specializzata, dalle radio, per non parlare delle televisioni.

Eppure i Jethro Tull vantano ancor oggi un seguito live di ragguardevolissime dimensioni: segno che con gli anni la loro musica non ha smesso di affascinare quello zoccolo duro di appassionati che ha sempre creduto alle lusinghe magiche e fiabesche del progressive-rock, e che anzi nel tempo è riuscita a coinvolgere ed affascinare anche intere nuove generazioni di giovanissimi adepti.
Bentornati Jethro Tull quindi, che a metà mese, e per l’esattezza il 16, saranno al Palatenda di Brescia per una delle date di un tour italiano che prevede numerose esibizioni anche in altre località: un’occasione imperdibile per tutti coloro che hanno mandato a memoria la lezione di un gruppo sopravvissuto con grazia e dignità all’avvicendarsi di mode, tempi, gusti e tendenze.
L’attuale formazione, capitanata ovviamente da Ian Anderson, spalleggiato da un altro membro storico come il chitarrista Martin Barre, vede Andrew Giddings alle tastiere, Jonathan Noyce al basso e Doane Perry alla batteria: è con questa squadra che i Tull sono in grado di far compiere al beat psichedelico di fine anni ’60 la transizione verso nuove, ambiziose dimensioni espressive. Per qualche anno insomma la scintilla creativa c’è stata, ed ha portato a contributi di valore indiscutibile.
Ian Anderson e compagni, come detto, hanno resistito al tempo e si sono mantenuti fedeli allo spirito originario della band: non tutta la loro produzione degli anni ’80 e ’90 è da salvare, ma il bilancio del gruppo, sintetizzabile in 60 milioni di dischi venduti ed in oltre 2500 concerti eseguiti in 40 paesi, può senz’altro dirsi positivo.

Di: Claudio Andrizzi

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