I Viaggi della Zia Marisa: Raccontando LUBECCA

| 28 maggio 2015
Lubecca Zia marisa

L’anseatica “Città dei Sette Campanili” dall’illustre passato ed il dinamico presente. Tra l’elegante architettura, la festosa accogliente armonia dell’ambiente e i battelli che la attraversano per arrivare al Mar Baltico

Sono stata a Lubecca con i miei nipoti Barbara, Alessandro e Gabriella e, appena arrivati, dopo un’ora e mezzo di volo, abbiamo esclamato “che meraviglia di città!” Tutta deliziosamente raccolta, una gioia per gli occhi,  circondata dal verde e dall’acqua e vicina al mar Baltico . E’ dunque avvincente immergersi in uno spazio urbano che risale al XV secolo, superato per numero di abitanti solo da Colonia e Praga. Tra l’altro, nel 1987, l’UNESCO ha dichiarato il suo centro patrimonio culturale mondiale.  Entriamo  dalla  possente  porta dell’Hostentor, con ai fianchi  due torri appuntite risalenti al 1478,  simbolo emblematico della città di Lubecca e subito ci si presenta il fiume Trave che la attraversa, con i suoi molteplici vaporetti e barconi carichi di merce. E’ una città molto attiva e le sue tecniche per la salute e la sicurezza vengono esportate in tutto il mondo. Percorriamo poi il grande viale che dall’Hostentor ci porta nel cuore di Lubecca, Rathausplatz.  Ovvero la piazza principale dove ha sede il municipio e rimaniamo incantati oltre che per l’architettura, per  la festosità: gente che beve  birra e mangia panini con wurstel e senape, banchetti che mettono in mostra la loro merce il tutto accompagnato da tanta musica. Colpisce la ricchezza di negozi, di ristoranti dove campeggia l’aringa, di cioccolaterie e di fornerie che propongono pane e dolci squisiti. Appuntamento obbligato la storica abitazione del premio Nobel Thomas Mann, autore de “I Buddenbrook”, il suo capolavoro, dove  si descrive la decadenza  della borghesia europea. Una casa molto bella, arredata con gusto e con tante fotografie di famiglia del famoso scrittore che suscitano tenerezza.  Altrettanto bella, in stile gotico, è la chiesa di Marienkirche,con le sue guglie maestose. Al suo interno, dove assistiamo ad un concerto di musica classica, il più grande organo d’Europa. Il nostro viaggio dentro Lubecca prosegue con le visite al Duomo, alle Chiese di Santa Caterina e di Sant’Egidio, tutte con campanili aguzzi che svettano in cielo con grazia e donano alla città, chiamata appunto “città dei sette campanili”,  molta eleganza. Altra tappa quella programmata al Museo delle Marionette di Fritz Fey. Un’eccezionale raccolta di  circa 2000 pupazzi fra marionette  e burattini, antichi manifesti e arredi scenici che attira numerosissimi visitatori.  Lubecca ospita parecchi musei. Da quello di storia naturale a quello etnologico, al grande auditorium, ma che non ci è stato possibile visitare per i pochi giorni a disposizione. Visitiamo invece i piccoli  quartieri antichi chiamati i “ Gangi” che sono dei musei all’aperto ; ogni quartiere ha un portoncino d’ingresso numerato che porta all’interno di un giardino pieno di fiori con le casette  piccole a un piano. Ci pare di tornare indietro nel tempo e proviamo una sensazione di grande serenità.  Ma l’emozione più grande  arriva durante la gita  a Travemunde  sul mar Baltico con il battello. Attraversiamo tutta la città di Lubecca ammirando da lontano i suoi campanili affusolati, le casette di villeggiatura sul fiume, vedendo in lontananza il mare. Arriviamo a Travemunde “La bella figlia di Lubecca”  e ammiriamo il Baltico in tutto il suo splendore, illuminato dal sole con i transatlantici  e  il veliero Passat che scivola sull’acqua a vele spiegate . E’ uno scenario stupendo  che  conferisce a Travemunde un’aria romantica di passato marinaro come una delle città anseatiche del baltico. Passeggiamo sul lungo mare gustando l’aringa buonissima come la sanno preparare  i nordici, e bevendo un buon bicchiere di birra. Così finisce il nostro breve viaggio. Portando con noi nel cuore il ricordo di Lubecca e del Mar Baltico.

Marisa Meini Ventura

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