ACQUA DEL GARDA

| 30 marzo 2023
lungolago e rive Desenzano web foto errevi

La gestione idrica fa acqua da tutte le parti

Le inefficienze accumulate nel ciclo dell’acqua interferiscono con le principali questioni globali, dalla salute alla fame, dall’uguaglianza di genere al lavoro, dall’istruzione all’industria, dai disastri ambientali alla pace.

Il 22 marzo si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Acqua, ideata nel 1994 dalle Nazioni Unite, che è coincisa con l’avvio della Conferenza ONU sull’Acqua 2023: l’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite si è appellato ancora una volta ai decisori politici sul tema “Accelerare il cambiamento” per disinnescare la bomba climatica che minaccia la comunità globale. Il decennio in corso è cruciale, eppure è diffusa l’opinione che gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 saranno difficilmente traguardati. Quattro i rischi da temere, secondo gli esperti, anche per l’Italia: ondate di calore, siccità, crisi idrica e inondazioni. Già nei giorni scorsi il Centro comune di ricerca aveva avvertito che gli impatti della siccità sull’Italia settentrionale, la Francia e la Spagna sono visibili e preoccupano per l’approvvigionamento idrico per uso umano, l’agricoltura e la produzione di energia. E il Benaco è un sorvegliato speciale. Nel bacino gardesano ci sono 114,3 milioni di metri cubi di acqua. Il valore medio registrato nel mese di marzo tra il 2003 e il 2022 è di 333,6 milioni di metri cubi. Rispetto al limite massimo di acqua invasabile al suo interno, il lago di Garda è attualmente al 25%, al 34% rispetto alla sua portata media del mese di marzo. Una crisi idrica che non interessa solo la zona gardesana, ma l’intera Pianura Padana, quella food valley italiana dove ha origine quasi un terzo dell’agroalimentare made in Italy.  E con l’avvio ad aprile della stagione irrigua, la mancanza di precipitazioni – come rileva Coldiretti – sta condizionando le scelte delle aziende agricole che sostituiscono mais e riso con soia e frumento, mentre per le semine del riso si stima un taglio di 8mila ettari, al minimo dagli ultimi trent’anni. A monte del problema c’è la scarsità di precipitazioni nevose e piovose ad alta quota: il lago di Garda è alimentato principalmente dal fiume Sarca che a sua volta deve le acque al disgelo in montagna. A preoccupare è altresì la carenza di neve, il 53% in meno sull’arco alpino, secondo Legambiente. Il 21 marzo il governo ha annunciato il varo di una cabina regia e l’istituzione di un commissario straordinario fino al 31 dicembre 2023. La crisi idrica, già evidente lo scorso anno, rende indifferibile l’attuazione degli investimenti necessari per affrontare i cambiamenti climatici che passano dalla tutela quantitativa e dall’utilizzo razionale delle risorse idrica. Ci sono poi gli investimenti che dovrebbero arrivare attraverso i fondi del Pnrr per l’ammodernamento delle reti idriche: si parla di milioni di euro da destinare ad acquedotti e invasi ma i progetti sono fermi, nonostante il fischio delle sirene e lo strepito degli allarmi. Secondo le statistiche Istat, nel biennio 2020-2022 l’Italia è stata al primo posto in Europa per la quantità di acqua prelevata per uso potabile ma le perdite nella distribuzione continuano ad aumentare a causa delle condutture obsolete. La dispersione è molto più accentuata nel settore civile, con perdite del 45,3% e proprio le cattive condizioni delle reti spiegano l’affezione degli italiani per l’acqua minerale, un costume che pesa sulle tasche dei consumatori e sullo smaltimento della plastica. Il dato più eclatante riguarda gli acquedotti: si perdono in media 41,4 litri ogni 100 immessi nelle reti di distribuzione, per l’85% vecchie dai 30 ad oltre 50 anni. Il tasso nazionale di rinnovo è pari a 3,8 metri di condotte per ogni km di rete: significa che a questo ritmo occorrerebbero oltre 250 anni per sostituire l’intera rete, a fronte di investimenti attuali pari a circa 32-34 euro per abitante all’anno, quando la media europea è di circa 100 euro. A ciò si aggiunge che quasi 9 litri di pioggia su 10 che cadono lungo la penisola non vengono raccolti. L’Osservatorio CittàClima di Legambiente afferma che sono recuperabili 22 miliardi metri cubi acqua all’anno ma la sfida passa dalle comunità locali. Serve con urgenza una roadmap per l’Italia e per il Garda. Dove la siccità invernale ha portato in dote un evento singolare ed economicamente vantaggioso: l’istmo che collega l’isola di San Biagio alla terraferma di Manerba è riaffiorato completamente dall’acqua, con un rimbalzo pubblicitario sulle tv e sui social ed il richiamo di scie di turisti fuori stagione. Chissà se, oscillando sulle spiagge di pietrisco, si saranno chiesti il motivo di tanti gabbiani esanimi? O avranno assai più apprezzato le spianate cementizie delle passeggiate a lago che sacrificano alla comodità del passo lembi di spiaggia e di natura? Le questioni sovrabbondano, le risposte latitano.

ANNA DOLCI

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