SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE- terza puntata

| 21 dicembre 2016
ambinete

I percorsi e i luoghi del vivere sostenibile tra il lago e le vigne a cura di Guido Malinverno

Ambiente e recupero dell’anidride carbonica dai processi di vinificazione.

Tutto nasce quando ho appreso, alcuni anni fa, di un interessante progetto del Consorzio Tutela Vino Soave, denominato “ECO2” che permetteva di ridurre, riutilizzare e riciclare l’anidride carbonica durante i processi di fermentazione e che aveva proprio l’obiettivo di ridurre la liberazione in atmosfera di CO2 ovvero la captazione del gas in uscita dalle vasche durante la fermentazione, purificazione, compressione con trasformazione in risorsa, per un possibile riutilizzo nel settore enologico, ma anche in altri dove viene già impiegato per svariati scopi. Il mercato della CO2 è estremamente importante nel settore della chimica e tecnologia industriale ed è in continua espansione in campo alimentare per operazioni come il processo per rendere bevande gassate e la creazione di atmosfere modificate/protette per la conservazione di alimenti. In ambito enologico la CO2 è utile per il controllo delle ossidazioni e dell’estrazione delle sostanze aromatiche. Le cantine stesse sono, quindi, dirette utilizzatrici di gas tecnici e potrebbero trovare una importante sinergia con i produttori di gas, creando una “banca della CO2″ per utilizzarla in modo continuativo nel corso dell’anno. Avendo perso di vista i risultati di tale interessante progetto che aveva coinvolto in partnership anche l’Università di Verona, l’Università di Napoli e il Consiglio Nazionale Ricerche di Pisa, mi sono piacevolmente aggregato ad alcuni amici vignaioli del Lugana, in un viaggio verso nuove frontiere, che mi ha portato a visitare con loro una cantina friulana dove già concretamente si recupera la CO2 da processo di vinificazione. Il sistema è interessante perché consente attraverso un compressore alimentare di accumulare in serbatoio il gas che poi viene riutilizzato per la saturazione delle vasche e dei vasi vinari in un ciclo quasi chiuso. La vera sfida secondo me è pero quella di accumulare la CO2 in loco e di comprimerla fino alla sua liquefazione, rimuovendo allo stesso tempo il calore in eccesso, sottoforma anche di vapore, che può essere utilizzato come recupero energetico quale vettore termico o come scambio termico. Inoltre la CO2 liquida, pressata e poi espansa, si trasforma in neve di ghiaccio secco, prodotto utilizzato in vari settori Quindi oltre che eliminazione di emissione di anidride carbonica è possibile il suo riutilizzo ed anche un significativo recupero energetico. Risultato: il settore vitivinicolo sempre più al servizio dell’ambiente. Le quantità in gioco nel territorio del Lugana non sono elevate e non rappresentano un problema ambientale ma la virtuosità del sistema applicata ad una zona a grande vocazione vitivinicola come quella del Lugana stesso potrebbe essere un valore aggiunto. Forse è un sogno ma credo che la nota sensibilità dei nostri vignaioli possa fare la differenza.

 

Dal Dipende Inverno 2016 www.giornaledelgarda.info/giornali/161210-0137-234dipendedoppiapagina.pdf

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