I videogiochi migliorano le connessioni cerebrali nei pazienti con sclerosi multipla

| 17 marzo 2016
articolo cervello

Alcune abilità cognitive delle persone affette da sclerosi multipla, possono migliorare quando i pazienti giocano a videogiochi “brain training“, rafforzando in tal modo le connessioni neuronali del cervello.

Lo afferma un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Radiology”, realizzato dai ricercatori guidati dalla dottoressa Laura De Giglio, del Dipartimento di Neurologia e Psichiatria  dell’Università La Sapienza di Roma. In specifico sono stati analizzati gli effetti di un programma di riabilitazione cognitiva basato sull’impiego di videogiochi nel talamo di pazienti affetti da sclerosi multipla.

La sclerosi multipla è una malattia che colpisce il  sistema nervoso centrale e provoca danni al rivestimento protettivo delle fibre nervose. I sintomi comprendono debolezza, rigidità muscolare e difficoltà di pensare, un fenomeno spesso definito come “nebbia del cervello“. Secondo i dati riportati da Wired la malattia colpisce circa 2,5 milioni di persone in tutto il mondo.

I danni al talamo, centro di controllo degli impulsi nervosi e delle sue connessioni con altre parti del cervello, sono le principali conseguenze della disfunzione cognitiva sperimentata da molti pazienti con Sclerosi Multipla.

I ricercatori della Sapienza hanno utilizzato il videogioco “Dr. Kawashima’s Brain Training” della Nintendo, che permette di allenare il cervello mediante  puzzle, giochi di memoria, sudoku e altre sfide mentali.  I giochi di questo tipo sono basati sul lavoro del neuroscienziato giapponese Ryuta Kawashima.

Per lo studio sono stati scelti a caso 24 pazienti affetti da SM che presentavano un deterioramento cognitivo. Ad un gruppo è stato chiesto  di  partecipare ad un programma di riabilitazione della durata di otto settimane, composto da sessioni di gioco 30 minuti per cinque giorni alla settimana. Un altro gruppo ha funzionato come “gruppo di controllo”. I pazienti sono stati valutati mediante test cognitivi e il “3-Tesla resting state functional MRI (RS-fMRI)”, sia all’inizio dello studio che alla fine delle otto settimane.

Il “3-Tesla resting state functional MRI (RS-fMRI)” è una tecnica di imaging funzionale impiegata per osservare il comportamento del cervello nel suo stato di riposo e che fornisce informazioni sulla connettività neuronale.

Secondo la  Dott.ssa De GiglioLa risonanza magnetica funzionale permette di studiare quali aree del cervello sono attive contemporaneamente e fornisce informazioni sul coinvolgimento di alcune aree con circuiti cerebrali specifici”. E aggiunge “Quando si parla di una maggiore connettività, intendiamo dire che questi circuiti sono stati modificati, aumentando l’estensione delle aree che funzionano simultaneamente”.

Durante il follow up, nei 12 pazienti che avevano partecipato alle sessioni di gioco, si è rilevato un aumento significativo della connettività funzionale del talamo in aree cerebrali corrispondenti alla successiva componente di rete in modalità standard, che è una delle più importanti reti del cervello coinvolte nella cognizione.

I risultati forniscono un esempio della plasticità del cervello e della sua capacità di formare nuove connessioni durante  tutta la vita. Tali vantaggi, in particolare il miglioramento delle capacità cognitive, sono stati riscontrati anche in studi di settore compiuti sul gioco online e i fenomeni di dipendenza patalogico

“Questo aumento della connettività riflette il fatto che l’esperienza dei videogiochi cambia la modalità di funzionamento di alcune strutture del cervello”, ha affermato la  De Giglio.

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