2002, Castiglione delle Stiviere: TORALDO DI FRANCIA RIFLESSIONI E LONTANANZE TRA CERVELLO E REALITY

| 1 settembre 2002
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Il cervello tra filosofia e scienza, al bivio dialettico della riflessione esistenziale moderna. Un cervello che secondo le leggi del suo processo evolutivo non è in grado di supportare l’attuale reality.

A Giuliano Toraldo di Francia, professore emerito dell’Università di Firenze, il compito di concludere i lavori di Mosaico Scienza. Dalla sua verve divulgativa singolare e dinamica, l’attento rilancio sulle questioni filosofiche, intrecciate con le regole precise della scienza. Il percorso è affascinante. Irto di spine concettuali. Fitte, fitte, come la sala consiliare del Comune di Castiglione delle Stiviere. Il pubblico è attento. Variegato tra gioventù studentesca, addetti ai lavori e gente comune. Quest’ultima è rapita dal congegno didattico di Toraldo di Francia. Un metodo attraente, con precise linee guida divulgative, che subito delimitano e riuniscono il concetto di filosofia e di scienza. “Ho avuto una formazione umanistica importante – afferma Toraldo di Francia – e il mio essere studioso della scienza, non può prescindere da questo. Non possiamo infatti escludere la mediazione filosofica all’interno del ragionamento scientifico. La necessità è quella di una cultura che quasi non distingua il limite fra scienza e filosofia, perché ognuna di queste ha bisogno dell’altra.” L’excursus parte dal cervello umano delle origini. “Secondo la regola evolutiva – afferma il docente – che ormai quasi nessuno disconosce.” Evoluzionismo allora, come concetto essenziale per la dinamica della conoscenza. Evoluzionismo che scarica la sua legge normativa sui processi del pensiero naturale e sul mondo delle idee. E di conseguenza, epistemologia, ovvero della teoria generale proprio della conoscenza e della validità del sapere scientifico. Disciplina obbligata a considerare la formula evolutiva. Ma è da questa regola che arrivano i dubbi. Motivati sempre da questo costante dinamismo evolutivo, che oggi sembra inadeguato alla valenza dei fenomeni del moderno. Il nostro cervello, secondo lo schema analizzato da Toraldo di Francia, non corre alla velocità della realtà attuale. La condizione è quella “di un baco da seta che ha ricevuto in regalo un telaio meccanico”. Rimbalzando sulla suggestiva ipotesi di inserimento del cervello umano in un cavallo, “che non se ne farebbe nulla perché non dotato di protesi prensili – le mani – ma bensì dello zoccolo che è altra cosa.” Affascinante ed argomentato il percorso suggerito da Toraldo di Francia, anche in riferimento alle protesi ideate e generate dal cervello umano. Cominciando dal sistema nervoso centrale e dai suoi input, a livello dell’organizzazione dell’organismo. Dagli organi stessi, evoluti con costante coerenza all’interno dell’universo sensibile e pratico. “La bocca destinata alla nutrizione – si diverte Toraldo di Francia – e ad altre particolari funzioni, stimolate da uno Studio Ovale alla Casa Bianca!” Dalla tecnologia nei suoi più variegati aspetti relazionali e funzionali. Ed ancora dagli studi sulla percezione dei fenomeni a livello cerebrale. Esemplificati nell’ancora incerta definizione della loro chiosa. “Attuali ricerche – argomenta il professor Toraldo di Francia – sostengono che il riconoscimento di gesti ed azioni, sembra si realizzi attraverso codici precisi a livello cerebrale. In questo modo, si potrebbe collegare la scoperta alle teorie della linguistica sostenute da Chomsky.” E in quest’ultima annotazione sta anche un ideale collegamento con il testo dello scienziato–filosofo fiorentino “Le Cose e i loro Nomi”, originale teoria che indaga sul quesito assoluto, che si domanda tra l’altro, l’ordine di nascita di cose e nomi. Materia complessa e tortuosa che agisce, con provocatoria coerenza, tra codici e realtà. Così il pensiero del filosofo della scienza . Con le domande aggiunte e permesse al pubblico presente in sala, secondo il dettame “una questione intelligente si può porre in cinque minuti. Al contrario, una poco intelligente può durare anche un’ora!” Il livello rimane alto. Rimangono le ipotesi interpretative diverse. Come quella che vede l’attuale reality, originata dai prodromi di questo cervello tutelato e braccato dalla norma evoluzionista.

Di: Giuseppe Rocca

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