Architettura sostenibile –  l’esempio milanese che può salvare l’ecosistema 

| 28 aprile 2022
52E007EA-B35E-4A9B-BAC0-365801FD9AD3

Vivere in un posto come il Garda, con le sue numerose bellezze, è una grande fortuna. Il panorama è incomparabile. Ma negli ultimi anni il nostro Lago è stato scenario di numerose tempeste che hanno causato non pochi danni. E questo non solo nel nostro territorio: l’intera nazione, così come tutto il mondo è al giorno d’oggi chiamato ad affrontare la grande minaccia che il cambiamento climatico sta portando nelle nostre vite. Le mezze stagioni tendono a sparire, le tempeste ad essere più impetuose, il sole dell’estate sempre più caldo. Per quanto tutto questo possa non risultare un problema imminente, solo oggi abbiamo la possibilità di agire per evitare il degenerare di questo cambiamento. Un aggravamento di un simile fenomeno è una conseguenza che noi esseri umani non siamo biologicamente predisposti a sopportare. Questa problematica che al giorno d’oggi attanaglia la nostra società, se analizzata a dovere, la scopriamo essere in realtà frutto di una cattiva gestione dello sviluppo urbano, dei processi industriali e dello scorretto impiego di risorse.

Era il 2014 quando a Milano, città capoluogo per la sponda lombarda del Garda, si portava al compimento un’opera architettonica innovativa frutto dell’intelletto dell’architetto Stefano Boeri: Il Bosco Verticale.

La progettazione, iniziata nel 2007, rappresenta il prototipo di una nuova forma di architettura volta al mantenimento della biodiversità all’interno delle città. Benché considerato da molti solo come un’attrazione architettonica dall’indubbia bellezza, in realtà il Bosco Verticale viene eretto in rappresentanza di un’idea rivoluzionaria, non solo dal punto di vista dell’architettura, ma che coinvolge anche l’ambito economico e sociale del nostro paese.

Il manifesto comunicativo, stilistico e intenzionale che l’architetto Stefano Boeri porta alla luce tramite il suo progetto del Bosco Verticale è un sistema abitativo ragionato, creato non solo per l’uomo, bensì per tutto l’ecosistema. È l’esempio di abitazione in grado di ospitare tutta la biodiversità presente sul nostro territorio. Per chi non avesse grande familiarità con il progetto menzionato, il complesso Bosco Verticale comprende due torri (rispettivamente di 80 m e 112 m) che possiedono una superficie complessiva di vegetazione equivalente a 30000 m2 di bosco, concentrata su 3000 m2 di superficie urbana. 

Questo progetto, così come altri all’interno del portfolio dell’architetto, rappresentano una soluzione efficace alla problematica del diossido di carbonio in eccesso presente nell’atmosfera e non solo. Un simile progetto rimanda ad un immaginario completamente diverso delle città, rimanda a quella che può essere definita progettazione consapevole, in quanto tiene conto non solo del prodotto finale, della sua funzionalità e della sua estetica, bensì prende in considerazione il rapporto tra la funzione ultima del prodotto e il legame che questo instaura con l’ecosistema che lo ospita. L’architettura “verde” proposta da Boeri è ottimale non solo ai fini del rallentamento del cambiamento climatico, ma anche utile al concetto stesso di città, alla ridistribuzione degli spazi che la caratterizza e alla crescita di opportunità economiche. Le opere architettoniche progettate dall’architetto sono caratterizzate infatti di un sistema definito “anti-sprawl”, ovvero “anti-espansione”. Ciò significa che un complesso simile a quello progettato a Milano, può arrivare a pareggiare una zona di espansione di case monofamiliari di 50000 m2. Ecco allora che l’ideologia presentata dall’architetto circa l’unità abitativa ragionata diventa di successo. Le conseguenze che l’adozione di una simile impostazione abitativa genererebbe su un territorio ricco come quello Italiano sarebbe impareggiabile in tutto il mondo. È importante notare infatti che il nostro bel paese è stato riconosciuto nella classifica mondiale come il numero uno per biodiversità. Tutto ciò darebbe alla nostra nazione, alla nostra economia e alla nostra società, l’opportunità di un radicale cambiamento di cui le prossime generazioni potranno beneficiare. Immaginate ora il solito percorso che intraprendete ogni mattina per andare a lavoro, o ancora la stessa strada su cui passeggiate durante il tramonto di una giornata primaverile. Associate quell’immagine a ciò che il bosco verticale rappresenta. Un ritorno ad una realtà che noi non abbiamo visto, ma che vive dentro di noi grazie ai nostri avi. Il ritorno ad una visione pre-industriale, libera da inutile spreco di risorse, dal frastuono della città, ricca di equilibrio e pulita. Un panorama mozzafiato. Una foresta urbana, che affiancata al nostro panorama, darebbe vita ad un’ immagine sensazionale senza precedenti e che sarebbe in grado di tenere conto dell’equilibrio naturale utile alla sopravvivenza. È il caso di chiedersi se questo modello di architettura non debba essere approfondito e incoraggiato per il benessere collettivo, e se questa visione che l’architetto milanese Stefano Boeri ci regala, non sia in realtà la chiave di un futuro più prospero e sereno.

Miriana Grassi

Tags: ,

Commenti

×